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L’intervento di Erdogan in Siria contro il popolo curdo

La guerra civile in Siria, che sta mietendo migliaia di vittime civili, sta assumendo sempre più i toni di una guerra totale in quanto tutte le parti sono decise ad andare fino in fondo malgrado i tentativi dell’ONU di fermare questa ennesima guerra che vede contrapposti il potere “legittimo” del dittatore siriano – appoggiato da Putin e quello dei “ribelli”siriani appoggiati dall’imperialismo USA. Una guerra che trova la sua unica legittimazione nella confusa situazione medio-orientale: talmente confusa che le alleanze si fanno e si disfano. Malgrado si sia partiti dalla lotta contro l’ISIS è chiaro che tutti i belligeranti non fanno che portare avanti i loro interessi. E così è accaduto che gli USA – che non sono direttamente intervenuti nel conflitto se non marginalmente- si sono avvalsi della allenza delle milizie curde che sono state in prima linea a combattere contro l’ISIS anche con l’obiettivo di portare avanti la loro battaglia per la sopravvivenza e il riconoscimento a livello internazionale del diritto di costituire uno Stato autonomo. Purtroppo, nel conflitto sono entrate anche le forze turche per appoggiare ufficialmente la lotta contro il terrorismo internazionale. Il suo vero obiettivo, però, si è rivelato quello di combattere le milizie curde che finora hanno versato il loro sangue per cacciare l’ISIS dal territorio siriano, malgrado sotto banco sia stata proprio la Turchia a tenere aperta la sua frontiera con la Siria per consentire alle milizie dell’ISIS di rifornirsi di armi in Turchia. Recentemente, dopo l’ennesima sconfitta riportata dall’ISIS con la cacciata delle milizie dalla cittadina di Efrin, sono ripresi gli attacchi da parte dell’esercito di Erdogan all’enclave curda in Siria. Neanche il potente alleato Usa è stato capace di arrestare l’invasione dei tanks turchi in quanto Erdogan ha dichiarato di non volersi fermare fin quando non avrebbe liberato la cittadina di Efrin dai miliziani curdi. In Germania nella settimana scorsa vi sono state numerose manifestazioni contro l’assedio posto dai turchi alla città.  Ma la guerra in Siria, come scrive “La Repubblica” del 14 marzo scorso – parla apertamente di incapacità di Putin di risolvere la crisi mentre l’Europa dimostra ancora una volta di non avere carte da giocare né Putin mostra di sapersi districare tra l’appoggio al regime di Bashar al-Assad e quello al presidente turco Erdogan che si sta muovendo nell’intricato scacchiere medio-orientale in maniera spregiudicata, ora tendendo la mano a Putin, ma senza avere alcuna remora a difendere la posizione di Israele che teme l’allargamento del conflitto in quanto il confine tra la Siria e Israele è presidiato da militari iraniani per cui il Primo Ministro israeliano ha accusato l’Iran di voler intervenire nel conflitto appoggiando il potere di Assad. Domenica scorsa, abbiamo appreso che l’esercito turco ha sfondato le difese dei curdi ad Afrin, costringendoli a indietreggiare ma soprattutto costringendo migliaia di civili, si parla dell’esodo di circa 200.000 persone, in zona controllata dalla milizia curda che ha fatto capire di non voler abbandonare le armi. Ad Afrin i turchi hanno innalzato la bandiera turca ed Erdogan a Istanbul ha esultato alla notizia della conquista della cittadina siriana.  Insomma, malgrado i tentativi di questi ultimi mesi, ancora si combatte una guerra dove gli unici interessi che si servono sono quelli del nazionalismo turco e quello di salvare il regime siriano, dietro al quale si nasconde l’imperialismo russo che intende mantenere una sua presenza nello scacchiere medio-orientale, malgrado sia ormai diventato impossibile riportare la pace in queste aree così martoriate. Lo scenario bellico diventa di ora in ora sempre più drammatico. Gli USA sono i primi responsabili di questa ennesima tragedia umanitaria ma non minori sono le responsabilità dell’Europa che non ha voce per fermare questo eccidio ma anche della Turchia che sta cercando di giocare un ruolo egemone in quella tormentata realtà. E questo gli è concesso sia dall’imperialismo USA ma anche dagli accordi con Putin. A fare le spese di questo quadro sono il popolo siriano e quello curdo, il primo che sta cercando di trovare in Europa un rifugio mentre il secondo combatte disperatamente per difendere il diritto ad esistere.

Marzo 2018

Avv. E. Oropallo

L’intervento di Erdogan in Siria contro il popolo curdo

 

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