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LE ORIGINI DEL CONFLITTO RUSSO-UCRAINO

Più di una volta, commentatori politici più coraggiosi e una stampa libera avevano messo in luce che, per capire come fosse nato questo conflitto, bisognava andare un po’ indietro negli anni in quanto, erano stati i cambiamenti geo-politici che si erano avuti con la caduta del Muro di Berlino e con la riunificazione delle due Germanie.

“All’indomani della caduta del Muro la riunificazione era solo un’ipotesi – scrive la rivista Affari Internazionali in un articolo pubblicato nel 2020 – in quanto la prospettiva indicata era quella di una iniziale confederazione tra i due Stati, in un contesto che prevedeva una dissoluzione delle alleanze con la creazione di un’architettura europea di sicurezza collettiva”.

Difronte alle preoccupazioni espresse da Mikhail Gorbaciov per una sua destituzione, come avvenne poi successivamente, il Cancelliere tedesco Helmut Kohl ebbe ad accelerare questo processo dando assicurazioni che si sarebbero rivelate ben presto poco veritiere. In realtà fin dal 1990 Kohl puntava al dissolvimento della DDR in un processo che si sarebbe svolto in quattro-cinque anni, laddove gli alleati europei prevedevano un periodo almeno di dieci-quindici anni mentre esso invece fu concluso solo in sette mesi.

Frutto soprattutto del lento ma inarrestabile esodo dei tedeschi dell’Est nella Germania occidentale. Il cancelliere tedesco fu abile a sfruttare questa situazione e la debolezza di fatto della dirigenza DDR, anche grazie all’appoggio del maggior alleato nell’Alleanza atlantica.

In effetti all’alleato USA premeva soprattutto che Bonn non facesse concessioni sull’appartenenza della Germania unita alla Nato e sulla presenza di truppe americane sul territorio tedesco, in cambio della riunificazione. Purtroppo la Cancelleria tedesca ebbe a profittare anche della debolezza del presidente russo Gorbaciov che aveva disperato bisogno di aiuti economici occidentali per salvare il processo della Perestrojka. Se in dicembre del ’90 sosteneva che “la divisione della Germania era stata decisa definitivamente dalla Storia” in febbraio si era ormai rassegnato all’unificazione, mostrandosi possibilista anche sulla permanenza della Repubblica federale tedesca nella Nato, purché senza forze dell’Alleanza nella zona orientale.

Dopo questo cedimento, crollò ogni residua riserva della Russia ed anche degli Alleati europei che non si opposero più all’immediata unificazione delle due parti della Germania. Per quanto riguarda il progetto utopistico di sicurezza collettiva, esso fu messo in soffitta e se ne perse ogni traccia.

Per quanto riguarda la trattativa quadripartita fra i due Stati tedeschi con la partecipazione di Francia e Gran Bretagna che si mostravano preoccupati dall’accelerazione tedesco-americana e dalla nascita di una Germania egemone in Europa, Bush fece in modo che la trattativa non partisse mai. Il vero negoziato si ebbe solo nell’estate del 1990 e si svolse essenzionalmente tra Bonn e Mosca. Esso si concluse il 12 settembre, dopo un tentativo estremo della Gran Bretagna di farlo deragliare.

“Per Gorbaciov – è sempre la rivista a scriverlo – fu in sostanza una resa, per Bush la conferma che il nuovo ordine internazionale era ormai a guida americana”. Questa umiliazione, aggravata dalla violazione della promessa di non espandere la Nato verso est, è all’origine dello spirito di rivalsa che ha animato degli ultimi due decenni la politica di Putin verso l’Occidente.

Nel 2014, quando si ebbero le prime avvisaglie di un conflitto tra Ucraina e Federazione russa, con gli accordi di Minsk anche gli Stati occidentali si fecero garanti per definire il contrasto in base a quello che era stato l’accordo che nel 1990 era intervenuto tra Germania, Russia e USA. Purtroppo gli USA già prima e dopo il 2014 ha foraggiato l’Ucraina di armi moderne per sostenere un conflitto con la Russia mentre la Nato accelerava il progetto di una nuova Cortina di Ferro, con l’obiettivo di isolare la Russia dal resto dell’Europa.

Le mutate condizioni geopolitiche dei primi anni di questo secolo hanno in effetti ha posto in discussione l’egemonia americana mentre la politica del presidente Trump che ha appoggiato apertamente la Brexit, ha messo in crisi i rapporti con gli USA ma anche la Nato ha subito una crisi interna che ha portato a mettere in discussione la sua stessa esistenza. Ricordiamo che da una parte l’Europa stava lavorando alla creazione di un esercito europeo, indipendente dalla Nato, mentre il presidente Macron dichiarava che ormai la Nato un’organizzazione ormai aveva fatto il suo tempo. Se a ciò si aggiunge la decisione di Biden di abbandonare l’Afganistan al suo destino, consegnandola ai talebani.

Il conflitto russo-ucraino è stato sempre sotto il controllo degli USA che ne hanno fatto uno strumento per testare la capacità di resistenza della Federazione Russa e per ribadire ancora una volta la propria egemonia a livello mondiale coinvolgendo anche l’Europa in questa sporca guerra. Una Unione Europea che ancora una volta ha mostrato i suoi gravi limiti politici dimenticando che la guerra è alle porte dell’Europa che è rimasta coinvolta in questo conflitto mettendo in discussione non solo l’esistenza stessa dell’UE ma provocare uno sconvolgimento a livello mondiale di cui non si possono prevedere gli sviluppi futuri.

Ottobre 2022

LE ORIGINI DEL CONFLITTO RUSSO-UCRAINO

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