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LA VERITÀ SUL SABOTAGGIO DEL NORD STREAM 2

Chiusa la fase della Guerra fredda, con la dissoluzione dell’URSS, dalla fine del secolo scorso si sono sempre di più intensificati i rapporti commerciali tra i paesi dell’UE e la vicina Russia, ricca di materie prime e di riserve petrolifere, che è diventata così uno dei primi fornitori di gas dell’UE, la quale in cambio ha fornito alla vicina Russia tecnologia in diversi settori – a partire proprio da quello dell’energia. Nei primi anni di questo secolo fu realizzato un primo gasdotto denominato Nord Stream 1. Frutto di un accordo di collaborazione tra il governo tedesco e quello russo alla fine del 2021, fu realizzato un secondo gasdotto denominato Nord Stream 2 posato nelle profondità del Mar Baltico, utile a far arrivare direttamente i prodotti petroliferi russi in Germania da cui partivano per rifornire tutta l’Europa Occidentale. Un’opera colossale fortemente voluta sia dal governo tedesco che dal governo di Putin per sancire una collaborazione sempre più intensa tra l’Occidente e la vicina Russia. La prospettiva era quella di sganciare i paesi dell’UE dalla politica degli USA. In effetti dalla fine della guerra fredda le frizioni fra USA e UE sono emerse in modo sempre più evidente mettendo in discussione l’alleanza tra gli USA e i paesi dell’Europa Occidentale. Era stato lo stesso presidente francese a ritenere superata l’esperienza storica dell’Allenza atlantica definendo la NATO un rottame della Storia.

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Questo progetto di riforma, all’epoca in cui si aprì il conflitto ucraino, si bloccò costringendo l’UE a rinunziare temporaneamente, frenando la nascita di un piano di sicurezza indipendente dal potente alleato atlantico che già prima della guerra aveva insistito affinché la Germania non mettesse in funzione questo oleodotto. Nell’ottobre del 2022, dopo una potente esplosione nel Mar Baltico, si accertò che non solo questo oleodotto ma anche il suo gemello Nord Stream 1 erano scoppiati con danni incalcolabili sia per la popolazione residente sia per la fauna.

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I media tedeschi e americani che indagarono sul sabotaggio puntavano il dito contro l’esercito ucraino. All’inizio, soprattutto gli USA, avevano ipotizzato una responsabilità della Russia ma lo stesso procuratore svedese, che aveva aperto un’inchiesta, dichiarava di non aver mai creduto a questa ipotesi. La Russia da parte sua aveva richiesto ripetutamente di poter accedere alle indagini svedesi che la Svezia non ha mai consentito. Più recentemente indiscrezioni di stampa e le prime risultanze dell’inchiesta svolta autonomamente dalla Germania portavano alla luce una pista ucraina anche se Kiev ha sempre respinto questa tesi.

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L’indagine penale svedese alla fine del 2023 ha confermato che i gasdotti sono stati fatti esplodere deliberatamente ma il procuratore svedese ha deciso di chiudere l’inchiesta in quanto non è derivata alcuna conseguenza per il territorio svedese e per la sicurezza del paese. In un primo commento alla decisione svedese il Cremlino ha detto che “ora bisognerà vedere cosa dirà la Germania che in conseguenza di quell’atto di sabotaggio ha subito i danni maggiori“.

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Secondo fonti del Washington Post l’operazione è stata gestita da un alto ufficiale legato all’intelligence ucraina e diretta dal comandante in capo delle forze militari di Kiev. Il presidente russo Putin ha accusato gli USA di aver organizzato il sabotaggio definito un vero e proprio atto terroristico. Citando un documento dei servizi segreti, il Washington Post ha rivelato che l’intenzione degli ucraini di portare attacco in incognito al gasdotto era stata comunicata all’intelligence USA già tre mesi prima che le tubature dei due gasdotti saltassero in aria.

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A distanza di tanti mesi i paesi occidentali hanno abbassato il livello di attenzione sul caso considerando gli imbarazzanti dettagli che portano a confermare una responsabilità ucraina dietro l’attacco. Un tacito accordo tra governi e sistemi di intelligence occidentali, come sintetizza al Washington Post un diplomatico europeo. Si stende così un velo pietoso su questo ennesimo crimine che resterà dunque impunito grazie anche ai “protettori americani”.

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Il silenzio degli USA e dell’EU ci porta a concludere che anche le grandi democrazie che si richiamano alla legalità internazionale dimostrano di far largo uso delle menzogne e dell’ipocrisia, abbassando così la soglia della fiducia dei cittadini europei nei propri rappresentanti politici.

 

Marzo 2024

LA VERITÀ SUL SABOTAGGIO DEL NORD STREAM 2

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