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LA STRAGE DEGLI INNOCENTI

Il 15 maggio scorso, il governo israeliano ha deciso di avviare un’operazione per occupare l’intero territorio palestinese. Un’operazione militare chiamata sinistramente “Carri di Gedeone” approvata all’unanimità dal gabinetto di guerra. Si tratta di un progetto di occupazione permanente della striscia di Gaza, che prevede anche il trasferimento in massa dei palestinesi.

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Le ultime settimane hanno confermato che l’operazione è in pieno sviluppo. Quattro giorni dopo l’inizio dell’operazione l’agenzia delle NU che si occupa dei rifugiati palestinesi (UNRWA) ha fatto sapere che 66 mila bambini di Gaza soffrono di malnutrizione grave, che centinaia di migliaia mangiano un pasto ogni due-tre giorni, e che da ottobre sono stati registrati 57 decessi dovuti alla fame.

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Negli ultimi 19 mesi, le agenzie dell’ONU e le organizzazioni dei diritti umani hanno pubblicato molti rapporti che mettono in guardia sul peggioramento della crisi umanitaria nella striscia di Gaza, che sono stati del tutto ignorati, mentre Israele continua a bombardare e a impedire che l’assistenza essenziale raggiunga la popolazione palestinese sotto assedio“, come denuncia un commento sul sito indipendente The Electronic Indifada.

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La politica, adottata da Israele, costituisce un vero e proprio genocidio“, scrive Gideon Levy, giornalista israeliano del quotidiano Haar. Quelli che erano insulti che giravano su Internet e sui mezzi di informazione hanno trovato conferma nel progetto dello sterminio di massa inaugurato dal governo israeliano: va dato atto a Saada e Peretz, Ministri del gabinetto di governo di Netanyahu, di aver apertamente dichiarato di essere favorevoli allo sterminio di massa.

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Giorgio Monti, di Emergency, e medico della clinica di Khan Younis, scrive che la popolazione in fuga viene massacrata da fame e dai raid dell’aviazione israeliana. “In passato – dice – ho partecipato ad altre missioni in area di guerra, ma da nessuna parte ho visto la pressione che sta subendo la gente di Gaza“.

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Il dramma dei civili palestinesi

Khloud Jarada, sfollata più volte, laureata in medicina e collaboratrice di Msf, dichiara che “ormai siamo al collasso, i farmaci sono esauriti, il cibo scarseggia“. Novantanove camion (con farina e medicinali) sono entrati dai valichi degli ultimi due giorni, ma la maggior parte degli aiuti non è stata ancora distribuita dai due controversi centri dove paramilitari americani e IDF distribuiscono i pacchi alimentari. Intanto l’esercito ha sparato per disperdere la folla, senza viveri da 11 settimane.

Le Nazioni Unite hanno dichiarato che sono morti 28 mila palestinesi, e a rischio ci sono 14 mila minori. Il 25 maggio, a Gaza, vi è stata la strage di nove fratellini, figli di Alaa, pediatra all’ospedale Nasser. La madre era a lavoro, e ha dovuto riconoscere i corpi. Salvi solo il marito e uno dei dieci bambini. Notizia dell’ultima ora è la morte del padre, gravemente ferito. Se tanto orrore non basta, il quotidiano israeliano Haaretz ha parlato dell’uso, sempre più diffuso, da parte dell’esercito di usare i civili come scudi umani. Una pratica vietata da regolamenti militari e da leggi internazionali che a Gaza è diventata ormai una pratica comune, come confermano testimoni israeliani e palestinesi.

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La notizia dell’ennesima strage di bambini è approdata pure sui giornali israeliani anche se l’esercito si è detto estraneo a questo crimine, in quanto la famiglia dei due medici stava dove non avrebbe dovuto trovarsi. Le Nazioni Unite dichiarano che i militari “puntano a conquistare il 75% dell’intero territorio, mentre ai 2 milioni di residenti resta solo il 25%“.

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Una farsa di tregua

Israele ha fatto sapere di essere disponibile per una tregua di 60 giorni, ma la proposta dell’inviato americano Witkoff non convince Hamas “perché non va incontro alle richieste fatte e non porta neppure alla fine della carestia all’interno di Gaza – ovvero che venisse messo per iscritto il ritiro dell’esercito israeliano sulle posizioni in cui si trovavano a marzo prima del lancio dell’offensiva su larga scala, denominato “Carri di Gedeone”, quindi, sostanzialmente, lontano dai centri abitati. Israele non sembra disposta a farlo anche perché teme di dare fiato alla riorganizzazione delle brigate Quassam, responsabili del massacro del 7 ottobre.

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Un altro ostacolo è quello della distribuzione degli aiuti umanitari. In una delle bozze della proposta di Steve Witkoff si parlava di un ritorno al sistema gestito dall’ONU, com’era prima, mentre oggi a occuparsi della distribuzione è il nuovo meccanismo della Gaza Humanitarian Foundation, la fondazione americana che si appoggia ai contractors armati per consegnare i pacchi di cibo nei pochi centri protetti dall’esercito israeliano. La distribuzione nei giorni scorsi è stata disastrosa: le autorità locali palestinesi riferiscono di un bilancio aggiornato di undici morti tra la folla. Quello di Hamas non è un no definitivo, uno spiraglio per un confronto in tempi brevi esiste ancora. Ma la tregua è appesa a un filo.

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L’intervento di Mattarella

Proprio in questi giorni il Presidente Mattarella ha ribadito che i palestinesi hanno diritto al proprio focolare, aggiungendo che “l’occupazione illegale dell’area non produce più sicurezza. S’impone subito un cessate il fuoco a Gaza. È disumano che venga ridotta alla fame un’intera popolazione dai bambini agli anziani. L’esercito israeliano deve rendere accessibili i territori della striscia di Gaza all’azione degli organismi internazionali, rendendo possibile la ripresa di piena assistenza umanitaria alle persone“. Un preciso monito, dunque, non solo al governo israeliano ma anche al governo di casa nostra che fino ad oggi non ha neppure pensato di riconoscere lo Stato palestinese, come hanno già fatto invece diversi Paesi europei.

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Dopo 19 mesi di violenza e distruzione“, scrive Arwa Mahdawi, sul quotidiano Guardian, “è troppo tardi per fare giustizia, ma documentare tutte le atrocità commesse da Israele servirà per accertare le responsabilità di quanti si sono resi complici di questo sterminio di popolo“.

Giugno 2025

Avv. Eugenio Oropallo

LA STRAGE DEGLI INNOCENTI

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