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LA SICUREZZA EUROPEA E LE ELEZIONI NEGLI USA

Prima che Trump si scoprisse positivo al Coronavirus, vi era stato un primo confronto televisivo tra lui e lo sfidante democratico Biden che ha deluso tutti quelli che lo hanno seguito soprattutto per il comportamento assunto da Trump che ha attaccato con pesanti invettive il suo contraddittore. “La politica estera – scrive Castaldi su www.euroactiv.it – è stata la grande assentetutto ciò richiama l’urgenza per l’UE di dotarsi di una politica estera per difendere i propri interessi e valori sulla scena internazionale”, aggiungendo che “difficilmente potrà uscire da queste elezioni un leader in grado di riportare gli USA nel ruolo di guida e pilastro di un ordine mondiale cooperativo e multilaterale in grado di affrontare le sfide globali”. A nostro avviso, non si tratta di una perdita per l’umanità che gli USA non possano più vantare una posizione di supremazia che hanno esercitato a livello internazionale, dalla fine della seconda guerra mondiale e fino ad oggi. Al contrario, la crisi economica e politica degli USA, che si è evidenziata soprattutto con la presidenza Trump, rende sempre più impellente che l’Europa si doti di una sua politica estera autonoma rispetto a quella degli USA. Non si tratta di sostituirsi agli USA nel “ruolo dominante” che essi hanno esercitato nel mondo intero ma dare impulso ad una politica mondiale che possa portare all’abbattimento delle barriere nazionali e costruire una società che sia compatibile con lo sviluppo industriale e con il rispetto delle risorse naturali. Non dimentichiamo che scienziati e organismi indipendenti sono d’accordo che il nostro sistema economico non può più progredire come ha fatto fino ad oggi basandosi solo sullo sfruttamento oltre misura delle riserve della  Terra. La vita dell’homo sapiens è messa in serio pericolo. Se non sarà una guerra atomica potrà essere una nuova pandemia a mettere fine alla nostra civiltà e alle altre specie viventi su questo pianeta. Il compito per l’Europa non sarà facile alla luce del ritorno del nazionalismo e dei focolai di guerra che dimostrano come nuovi protagonisti stanno affacciandosi sulla scena della storia, a partire dalla Cina che sta intervenendo in tutto il globo per conquistare un posto al tavolo dei grandi della politica mondiale ma bisogna volgere lo sguardo anche al Mediterraneo orientale dove la Turchia sta mettendo in discussione l’attuale assetto geo-politico del Mediterraneo mentre Israele ha firmato un accordo con una parte dei paesi arabi ostili, proprio per cercare di indebolire il fronte arabo. Insomma, mentre infuria ancora la pandemia, i venti di guerra sono ripresi a spirare per accaparrarsi le riserve di gas e di petrolio nel Mediterraneo orientale. Ormai anche i piccoli paesi come la Grecia temono gli appetiti del potere turco, guarda caso membro della Nato, che molti oggi vorrebbero rafforzare mentre l’unica soluzione è di sperare che affondi al più presto possibile, come ha dichiarato anche Macron. Certo, non si può essere d’accordo con l’intervento della Francia che non è in grado di stabilizzare l’area, seminando critiche e malumori. Nelle ultime settimane si è riaperto un nuovo focolaio di guerra nel Nagorno Karabakh che fa temere, da un momento all’altro, che l’esercito turco entri in azione per dare una ennesima lezione all’Armenia, che dalla Turchia è stato ritenuto l’unico paese perturbatore nell’area, semmai ripetendo le imprese di qualche secolo fa quando centinaia di migliaia di armeni furono massacrati dai turchi, figli della moderna Turchia. E non dimentichiamo certo che un’altra sfida per l’UE a livello internazionale è quello dei rapporti con la Russia che, benché lavori soprattutto a difendere la sua posizione, ha legami sia con la Bielorussia con cui ha sottoscritto un accordo di mutuo soccorso ma anche con l’Armenia per cui un attacco portato contro questo piccolo Stato coinvolgerebbe inevitabilmente anche la Russia. E l’UE che cosa fa? Macron è convinto che la pace in Europa non si può costruire senza la collaborazione della Russia sollevando le critiche di alcuni paesi europei come gli Stati baltici e la Polonia ma anche della Germania che vogliono attivare nuove sanzioni europee contro la Russia. E’ sempre Roberto Castaldi in un altro articolo pubblicato in settembre su www.euractiv.it a scrivere che “l’integrazione europea nel campo della politica, di sicurezza e difesa – cioè l’unione politica – è indispensabile per poter contribuire alla stabilizzazione dell’area di vicinato. E solo se ci sarà una reale capacità d’azione europea si potrà sperare di avere un sostegno degli USA”. Al contrario, se l’UE potrà costruire autonomamente la propria politica estera, avrà modo di scontrarsi proprio con il gigante USA perché nel prossimo futuro saranno proprio gli USA a poter creare qualche serio problema per la pace mondiale. Sono già in corso le grandi manovre tra diversi paesi, in prima linea ci sono sia la Russia che gli USA, lanciati alla conquista del Polo Nord perché le immense risorse energetiche che si nascondono negli abissi glaciali fanno gola a molti. Qualcuno ricorda ancora sorridendo la richiesta di Trump di voler acquistare la Groenlandia. Non era un pazzo Trump ma solo chiedeva di poter avere un posto in prima fila quando i ghiacci si saranno sciolti, per sfruttarne le risorse di gas immagazzinate sotto la calotta artica. Senza sapere che forse questo fenomeno contribuirà a mettere in discussione la vita dell’uomo sulla Terra. Saprà l’UE capace di battersi per scongiurare questa prospettiva? Non ne siamo sicuri anche perché, finché avremo dei dilettanti della politica a decidere per la nostra sorte, bisogna mettersi il cuore in pace. Ma a volte la storia ci può riservare scenari meno tragici di quelli attuali ma ciò dipenderà dalla nostra azione politica, dalla capacità di sfruttare tutte le risorse che possediamo per favorire uno sviluppo della società compatibile con la natura, nel rispetto di tutto il genere umano, eliminando tutte le forme di discriminazione sociale e combattendo ogni tentativo di sopraffazione. E’ un obiettivo esaltante ma tutt’altro che semplice da realizzare. Certamente saranno le prossime generazioni a realizzarlo ma è necessario che sia la nostra generazione, dopo i disastri del XX secolo, a fornire le armi e a indicare la strada da percorrere per compiere questa impresa davvero titanica. Fermiamoci prima di distruggere ogni traccia di vita su questo pianeta.

15/10/2020

La sicurezza Europea e le elezioni negli USA

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