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LA POLONIA FUORI DALLA CEDU

Nel suo percorso di isolamento e di insulso nazionalismo, la Polonia, uno dei 47 membri della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo, ha deciso che la Convenzione è incompatibile con la propria Costituzione, suscitando profondo imbarazzo nel Consiglio d’Europa. E’ stata allora la Corte Costituzionale polacca, mercoledì 24 novembre, a stabilirlo, segnando un altro tassello della sfida senza precedenti contro la Convenzione EDU e la Corte di Giustizia UE. “La Corte costituzionale rigetta la sentenza della Cedu che viola il nostro sistema”, ha detto il vice ministro della Giustizia Sebastian Kaleta, riferendosi ad una sentenza emessa all’inizio di quest’anno sulla controversa riforma giudiziaria della Polonia, aggiungendo che si è trattato di “un bel giorno per lo stato di diritto e la sovranità polacca” mentre il Consiglio d’Europa, ha ribadito che  “La sentenza di oggi del tribunale costituzionale polacco è senza precedenti e solleva serie preoccupazioni”.  Una deputata del partito di opposizione Piattaforma Civica, ha criticato la sentenza polacca, ricordando che la Polonia ha firmato la Convenzione europea dei diritti dell’uomo 30 anni fa, accusando il ministro della giustizia di “spingere la Polonia fuori dal gruppo dei paesi democratici”. Il governo polacco ha sostenuto che le sue riforme giudiziarie sono necessarie per sradicare la Convenzione ed ha costantemente respinto gli interventi delle istituzioni di Bruxelles e Strasburgo, sostenendo che fossero delle “interferenze”. L’UE insiste tuttavia, che le riforme minano l’indipendenza giudiziaria e quindi lo Stato di diritto e, in definitiva, la democrazia. Un ulteriore passo avanti della Polonia sulla strada del sovranismo che mira a reprimere ogni forma di opposizione e a ritornare uno stato totalitario che, in queste settimane, ha spostato 15 mila soldati sulla frontiera con la Bielorussia per respingere la massa di migranti che chiedono di entrare in Europa, senza tener conto che i trattati europei, in particolare, il trattato di Dublino, vietano il respingimento in massa dei migranti che, al contrario, vanno accolti per esaminare individualmente se vi siano o meno i requisiti per concedere loro l’asilo politico. Una condotta che contemporaneamente pone in discussione i principi di solidarietà posti a base della struttura dell’Unione: di fatto, dunque, una vera e propria sfida lanciata contro l’UE.

Dicembre 2021

La Polonia fuori dalla CEDU

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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