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La nuova emergenza migranti e l’UE

Solo quattro giorni dopo l’inizio della crisi al confine tra la Grecia e la Turchia, la Presidente della Commissione europea con un codazzo di funzionari di Bruxelles, e di burocrati del governo greco, ha fatto sosta per poco più di un’ora a Kastanies in Grecia per rendersi conto della grave situazione che si è creata dopo che Erdogan ha deciso di riaprire le frontiere scortando addirittura i profughi perché lasciassero il territorio turco. Incredibili le dichiarazioni rese da Ursula von der Leyen “E’ tempo per un’azione concertata e per il sangue freddo. La Turchia non è un nemico. E la Grecia è il nostro scudo”. Dichiarazioni che lasciano di ghiaccio i giornalisti presenti che non sono autorizzati a fare domande. Da una parte riconoscimento dell’UE e comprensione per il governo turco. Dall’altra la decisione di chiudere le porte ai migranti. Insomma pieno allineamento con la politica del governo turco e della posizione assunta dal governo greco e dalla polizia greca che respinge i profughi verso la Turchia, senza alcuna parola sul dramma dei migranti che sono sacrificati alla ragione di Stato. Ma che razza di umanità è mai questa? E dove sono finiti tutti quei principi che vengono continuamente richiamati dai rappresentanti dell’UE? Certamente, se domani continuerà il massacro di questa povera gente, l’UE non può dirsi estranea. “A misurarsi sul campo – scrive “La Repubblica” del 3 marzo – non sono due eserciti l’un contro l’altro, ma due eserciti contro una massa di disperati”. Aggiungendo che “se la Turchia continua ad usare i migranti come arma per ricattare l’Europa, non va dimenticato che Atene sta operando un respingimento di massa mai visto prima, totalmente illegale”, violando il principio di non respingimento (non refoulement) che è un cardine del diritto internazionale. Quel principio, in base al quale, in tempi non lontani, ha consentito gli sbarchi dei profughi sulle coste italiane, mettendo nell’angolo il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, oggi indagato dalla Magistratura italiana per diversi e pesanti reati che potrebbero segnare la fine della carriera politica di questo avventuriero della politica che vorrebbe oggi ancora lavorare per isolare l’Italia non solo dal virus ma anche dall’esercito dei migranti. A conferma della nuova politica inaugurata dall’Europa, il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, si è congratulato con il governo greco perché “la protezione dei confini è fondamentale”. Certo che lo è ma non possiamo per questo tradire quei principi fondanti posti a base dell’UE. Senza contare che a dar man forte alla polizia greca sono intervenuti anche i militanti del partito di estrema destra Alba Dorata che intercettano i profughi che superano la frontiera, sfuggendo al controllo di polizia, per riconsegnarli ai poliziotti. Un sistema di doppio controllo per non consentire a nessuno di attraversare la frontiera. Come scrive l’inviato di “La Repubblica” Marco Mensurati sulle pagine del giornale del 5 marzo, che incontra il Capo degli estremisti, circa 500 distribuiti lungo tutta la frontiera, armati, dotati di visori notturni e pistole automatiche che, a bordo delle proprie auto vanno a caccia dei miserabili che sono riusciti a varcare il confine e riconsegnarli alla polizia. “Un rapporto stretto – scrive l’inviato – quasi una collaborazione coordinata tra l’estrema destra e le forze dell’ordine”. E’ una guerra questa contro il popolo migrante che, oggi, nella difficile situazione europea, non può più contare sull’aiuto delle organizzazioni no-profit e neppure sull’appoggio di un’opinione pubblica, all’interno dell’Europa, oggi alle prese con la guerra contro il coronavirus. La Commissione Europea ha annunciato un piano per aiutare la Grecia, ovviamente nella sua opera di respingimento, con un finanziamento di 700 milioni di euro per la nuova emergenza. Il Presidente del Parlamento Sassoli ha promesso che tali finanziamenti saranno gestiti dalle organizzazioni umanitarie e condizionati all’apertura di corridoi umanitari per una redistribuzione dei circa 4mila minori non accompagnati e procedere ad una redistribuzione dei migranti negli Stati membri, promettendo una riforma strutturale e permanente della politica comune sull’asilo e sulla migrazione. Belle parole che ormai continuano a far sognare una riforma che finirà per infrangersi contro il veto dei paesi del gruppo Visegrad ma è una valutazione che fanno anche i capi di altri paesi europei che devono fare i conti con il loro elettorato nazionale ed il problema dell’epidemia che sta colpendo duramente l’Europa. Certo, la situazione è critica, ma la preoccupazione per la salute dei cittadini europei non può farci dimenticare che alle porte dell’Europa si affollano milioni di migranti strappati alle loro terre devastate dalle guerre che hanno fatto già migliaia di vittime e prodotto la distruzione di vasti territori costringendo all’esodo milioni di persone.

11/3/2020

La nuova emergenza migranti e l’UE

 

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