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LA GUERRA ALLE PORTE DELLA MOLDAVIA

L’aggressione del regime di Putin all’Ucraina ha ulteriormente approfondito i timori della Moldavia rispetto al Cremlino. Dal 24 febbraio infatti il piccolo paese è diventato uno dei principali punti d’approdo del flussi di rifugiati provenienti dagli scenari di guerra. Oltre all’afflusso di rifugiati, la Moldavia ha il problema della Transnistria, regione separatista sostenuta dalla Russia, che ha chiesto il riconoscimento dell’indipendenza all’inizio di marzo, anche se secondo il diritto internazionale è a tutti gli effetti parte della Moldavia. A metà gennaio il parlamento moldavo era stato costretto a dichiarare lo stato di emergenza a causa della richiesta di pagamento anticipato avanzata da Gazprom, che pretendeva dal governo di Chisinau il saldo di una fattura da 25 milioni di dollari. La richiesta aveva provocato l’indignazione del presidente della Repubblica Maia Sandu, che aveva aspramente criticato l’atteggiamento di Gazprom considerandolo un ricatto politico del Cremlino, irritato per l’orientamento sempre più europeista della Moldavia. La Moldavia ottiene l’ottanta per cento della sua elettricità dalla centrale di Cuciurgan, che però si trova in Transnistria, e funziona grazie al gas russo. Per questo vari esponenti politici hanno sottolineato la necessità di dotare il paese di una centrale termoelettrica sita nel territorio direttamente controllato dalle autorità di Chisinau ma poi è arrivata la guerra. Molti osservatori si interrogano su eventuali mire russe su Chisinau, in virtù anche dell’ambigua presenza di truppe russe in Transnistria.  Rispondendo a chi gli chiedeva se temesse che la Russia partendo dalla regione secessionista della Transnistria potesse lanciare un attacco verso il resto del paese, Popescu ha detto che il suo governo non ha rilevato preparativi per qualsiasi azione militare all’interno della regione in questione. Lo status neutrale della Moldavia è sancito dalla sua Costituzione, ha ricordato il ministro, sottolineando che il Paese non aspira all’adesione alla Nato. Dopo l’inizio della guerra nella vicina Ucraina, la Moldavia ha fatto ufficialmente domanda di adesione all’UE, unendosi a Kiev e alla Georgia. Una soluzione questa che potrebbe riportare un po’ di serenità in questo devastato territorio accelerando il processo di integrazione dell’UE che potrebbe anche pianare la strada per costruire un piano di sicurezza dell’intera Europa.

Aprile 2022

La guerra alle porte della Moldavia

 

 

 

 

 

 

 

 

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