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LA CLASSICA BUCCIA DI BANANA

Ci è cascata anche lei, la nostra Presidente del Senato ma non una sola volta ma molte di più, ben 124 volte in un anno. Ma di che cosa parliamo? In passato molti ministri facevano un uso privato delle autoblu anche per scopi tutt’altro che istituzionali. Per mettere fine a questa scandalosa abitudine il decreto legge del 6 luglio 2011 disponeva che i ministri potessero servirsene solo previa autorizzazione. Ma per le cinque più alte cariche dello Stato che sono il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato e della Camera dei Deputati, il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Presidente della Corte Costituzionale non v’è alcun motivo di giustificare i viaggi né di renderli pubblici. Ovviamente, questo vale sia per l’uso di autovetture ma ancor di più per l’utilizzo di un velivolo di Stato. Scrive il quotidiano La Repubblica del 28.4 che “di per sé non è un abuso ma neppure possono usarlo come un taxi”. Di precedenti abusi purtroppo ce ne sono stati tanti: nel 2019, un’inchiesta mise in luce come l’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini usasse spesso i veicoli in dotazione alla Polizia di Stato per raggiungere località dove poi teneva appuntamenti elettorali. E ancora meno giustificabili sono i voli richiesti qualche decennio fa dal Presidente del Consiglio Berlusconi che se ne serviva per volare nel triangolo Roma-Milano-Sardegna spesso in compagnia di persone “non autorizzate”. Ma se la seconda Repubblica vede la massima diffusione di questa pratica, non è che nella prima Repubblica le cose andassero meglio. Ricordiamo come spesso i ministri dell’epoca usavano senza risparmio i voli di Stato per andare a vedere una partita di pallone o, nel caso di un Ministro dei Trasporti, per farsi accompagnare in elicottero per andare in montagna.

Nel caso della Presidente Casellati, il quotidiano ha accertato che abbia usato per gli spostamenti un velivolo dell’Aviazione militare per un numero davvero record. “Da Marzo 2020 ad oggi il Falcone 900 dell’Aeronautica militare a disposizione della seconda carica dello Stato ha volato 124 volte, di cui 97 sulla rotta Roma-Venezia, andata e ritorno per portare a casa la Casellati che risiede e vive a Padova. In sei casi, si sposta tra Roma e la Sardegna dove la Presidente Casellati è in vacanza. Recentemente, gli spostamenti avvenivano con voli di linea o in treno ma quando il paese non era ancora colpito dal contagio. Secondo voci del suo staff, per ragioni di tutela della salute, l’uso è diventato abbastanza intenso e continua anche in questi mesi, nonostante – rileva il quotidiano – la ripresa dei voli di linea e la possibilità di viaggiare in sicurezza con la garanzia del distanziamento sociale sui treni ad alta velocità”.

Fermo restando che non si può parlare di abuso, resta il fatto che l’uso di un velivolo di Stato per tornare a casa, diventa di per sé un caso che solleva qualche critica. Anche se non vi è alcun obbligo, è evidente che la discrezionalità di cui godono le alte cariche dello Stato non può giustificare un uso ripetuto e costante per ritornare nella propria residenza o per andare in vacanza.

Ma sotto il profilo politico, mentre il paese sta combattendo la sua battaglia contro la pandemia e una situazione economica che ha allargato le soglie della povertà, crediamo che non sia proprio un esempio di sobrietà.

Ma l’argomento, aldilà del caso specifico, ci consente di fare qualche considerazione più ampia sui limiti della democrazia che non può degradarsi, per quanto riguarda la classe politica ad arbitrio. Purtroppo è stato coniato un nuovo termine quello della “democrazia illiberale” una sorta di democrazia bifronte, che da una parte ci racconta la favola dell’uguaglianza e della solidarietà sociale ma dall’altra in silenzio, riserva ai potenti una serie di privilegi che non si riscontrano negli altri paesi europei, dove per molto meno i ministri si dimettono.

Maggio 2021

La classica buccia di banana

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