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LA CINA E’ VICINA

Da poche settimane, tutto il sistema di informazione è concentrato sull’epidemia del coronavirus che sta mietendo centinaia di vittime sia in Italia, dopo aver devastato la Cina, e riesploso in Europa che, senza un minimo di coordinamento, sta combattendo una dura battaglia senza sapere quando usciremo dal tunnel. E’ comprensibile che tutta la popolazione trascuri quello che sta accadendo nel resto del mondo ma, proprio per non dimenticare che facciamo parte di un mondo ormai globalizzato, è necessario non spegnere la luce su quanto stia accadendo altrove, malgrado i tentativi davvero incomprensibili di tutti i paesi di rinchiudersi nei propri confini. Al contrario, la epidemia ha messo in crisi la solidarietà tra i paesi membri UE, mandando all’aria tutte le regole previste in casi del genere per far fronte unico contro questo nemico che si sta rivelando una vera e propria catastrofe sanitaria. E così, mentre l’Italia, cominciava a vacillare sotto i colpi della diffusione del virus, alcuni paesi amici posti ai nostri confini decidevano di chiudere le frontiere, come hanno fatto l’Austria e la Slovenia ma da qualche giorno anche la Polonia e la Slovacchia hanno chiuso le frontiere come aveva fatto anche la Repubblica Ceca nell’illusione che anche il virus si possa fermare alla frontiera ma è solo questione di tempo perché l’infezione si estenderà anche agli altri paesi che non possono dirsi estranei a questa pandemia del terzo millennio che è una minaccia per tutti. La chiusura delle frontiere ha mettendo in crisi tutto il sistema Schengen che prevede la libera circolazione di beni e servizi all’interno dell’area UE per cui è dovuto intervenire il Presidente della Commissione a ricordare che non è consentito ai paesi membri, in base al Trattato sottoscritto, di sospendere unilateralmente la libera circolazione all’interno delle frontiere UE. La Germania si è trovata allineata alle dichiarazioni del Presidente mentre Macron ha sollecitato la Commissione per un controllo alle frontiere, minacciando di chiudere anche le proprie. Ma un altro macigno è stato lanciato dalla Presidente della BCE che ha scosso i mercati dopo la conferenza  nel  corso  della  quale  ha  ribadito  che  uno  spread  alto  è  un ostacolo che va risolto direttamente dai paesi, proprio nel momento in cui l’Italia chiedeva di poter avere maggiori margini per la manovra economica. E’ stato il Presidente della Repubblica che, difronte ad un rialzo drammatico dello spread e del crollo della Borsa di Milano, a diramare una nota di poche righe nella quale, ricordando la condizione difficile in cui versa oggi l’Italia per contrastare la diffusione del coronavirus, “si attende a buon diritto, quantomeno nel comune interesse iniziative di solidarietà e non mosse che possono ostacolarne l’azione”. La Presidente Lagarde ha fatto retromarcia ma ormai il latte già era stato versato. “E’ un bene che Lagarde abbia precisato le sue parole sullo spread” ha sottolineato in serata il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Bene ha fatto la Presidente della Commissione che ha riportato in tre lingue diverse, perché non ci fossero equivoci, che “faremo tutto il necessario per sostenere l’economia europea”. Non si tratta di un fatto formale se è vero che l’UE, difronte ad una crisi economica e sanitaria senza precedenti, ha congelato il patto di stabilità dichiarando che la Commissione è pronta ad aiutare l’Italia con tutto quello di cui ha bisogno. Nel frattempo però, appare strano che l’unico segnale tangibile di solidarietà sia venuto dalla Cina che ha inviato in Italia sia una equipe medica che ha combattuto il coronavirus in patria ma anche un aereo pieno di medicinali e di macchinari per curare i pazienti più gravi. Non si tratta solo di un segnale di solidarietà ma di un fatto politicamente rilevante che vuole sottolineare la disponibilità della Cina a lavorare al fianco dei paesi dell’UE per un nuovo ordine mondiale, e a trovare nell’UE una valida collaborazione per frenare il dominio USA che, soprattutto sotto la presidenza Trump sta sempre più dimostrando di essere effettivamente l’unico rivale dell’UE sia sotto il profilo economico che politico. Un riavvicinamento tra Europa e Cina certamente non sarà ben digerito dagli USA che vuole continuare ad essere unico interlocutore privilegiato con la Cina ma ormai la storia non può più attendere ancora. Quando nei prossimi mesi la pandemia potrà dirsi solo un ricordo, ebbene sarà il momento che l’UE faccia i suoi passi e lavori per una presa di posizione unitaria, anche sotto il profilo politico, a garanzia anche del futuro di questo pianeta, nel quale anche le sfide sanitarie possono essere combattute solo sotto il segno della solidarietà mondiale. Ricordiamo che mentre l’Italia combatte una battaglia contro un nemico che si sta dimostrando un vero pericolo per la salute di tutti i cittadini, anche di quelli europei, ebbene gli USA, muovendosi in maniera diametralmente opposta, è stato tra i primi paesi ad interrompere tutti i collegamenti con l’Europa per i prossimi mesi.

17/3/2020

LA CINA E’ VICINA

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