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IL PERCORSO DEL VIRUS ROVINA L’ESTATE DEGLI ITALIANI

Dopo i picchi raggiunti dai contagi nella tarda primavera, con l’inizio dell’estate ci eravamo illusi che forse potevamo dirci al sicuro. L’ottimismo è diffuso anche da chi con le vacanze ci lavora, come tutta la filiera del turismo, a partire dagli albergatori e a finire alla ristorazione.

Anche se molti virologi avevano messo le mani avanti raccomandando di continuare ad osservare quelle minime misure di sicurezza come la mascherina ed il distanziamento fra le persone che potevano dirsi le uniche misure ad aver contribuito ad un rallentamento della diffusione del virus. Era stata anche l’OMS a raccomandare soprattutto ai giovani di continuare ad usare queste precauzioni. Purtroppo, grazie anche alle confuse indicazioni date da alcune regioni, come l’Emilia Romagna, ad inizio di agosto abbiamo assistito ad uno dei più grandi esodi estivi di questi ultimi anni. In pochi giorni, spiagge, ristoranti e discoteche sono state invasi da centinaia di migliaia di giovani, facendo risalire i contagi.

Addirittura il presidente dell’Emilia Romagna difronte ad alcune restrizioni nella circolazione dei treni, ha preteso che essi viaggiassero senza tener conto del distanziamento, occupando tutti i posti a sedere, scaricando migliaia di turisti sulla riviera romagnola.

Addirittura la chiusura delle discoteche è stata decisa solo dopo il Ferragosto con i ristoranti pieni di turisti e con il tutto esaurito anche negli alberghi. Le conseguenze non hanno tardato a farsi sentire già dalla fase del controesodo.

Dai 295 contagi rilevati il 1° di agosto sono risultati positivi al tampone 1367 persone al giorno con la Lombardia in testa con 269 contagi. In aumento anche il numero dei tamponi effettuati passati a 25.000 al giorno. Il 45% dei casi rilevati nel Lazio risale ai rientri dalla Sardegna mentre in base ai tamponi – 11.000 tamponi di Milano-Malpensa (sui quasi 16.000 totali eseguiti in Lombardia) scrive La Repubblica del 27.8. -“due terzi dei contagi sono determinati da rientri dall’estero” fa sapere l’Assessore al Welfare Giulio Gallera.

Anche in Emilia Romagna i contagi raddoppiano: 120 positivi in un giorno di cui 34 giovani che avevano trascorso la serata di Ferragosto nella discoteca “Indie Club” di Cervia per cui si è abbassata anche l’età media dei nuovi casi positivi a trent’anni. Anche Bologna fa i conti con 21 nuovi contagi di cui 8 provenienti dalla Sardegna. E’ proprio qui che esplode uno dei più pericolosi focolai di infezione che si è sviluppato sulla Costa Smeralda dove si contano 31 contagi dopo i 59 dipendenti del Billionaire grazie ad una catena di errori, disattenzioni e decisioni sbagliate. E’ dalla metà di luglio che la movida ricomincia grazie ad un’ordinanza del governatore Solinas che permette ai locali con spazi all’aperto di organizzare serate danzanti purché si osservino le misure minime di sicurezza (mascherine e distanziamento sociale) che però nessuno passa a controllare, soprattutto nei locali come Billionaire di Flavio Briatore che viene colpito anche lui dal virus.

L’ordinanza scade però il 31 luglio ma Solinas la proroga fino al 9 di agosto, mentre la Costa Smeralda viene invasa da migliaia di turisti che non osservano neppure le precauzioni minime come documentato da migliaia di video e di foto.

Le discoteche chiedono al governatore Solinas di fare una nuova ordinanza anche perché il governo ha emesso un Dpcm che blocca ogni attività delle discoteche a meno che non siano le regioni, valutati i dati epidemiologici, a concedere una deroga.

Il 10 di agosto tutti i locali da ballo del Gallurese sono affollati: i proprietari fanno pressione su Solinas perché dia l’autorizzazione che però viene data solo la notte tra l’11 e il 12 agosto.

La movida ormai impazza mentre l’infezione si è propagata silenziosamente in Gallura già dalla prima metà del mese, importata sembra da un gruppo di ragazzi provenienti da Mikonos e Ibiza. La notte del 12 agosto l’AUSL di Latina informa che risulta positivo un giovane appena rientrato dalla Costa Smeralda e solo il 17 il governo intima di chiudere le discoteche anche in Sardegna. Troppo tardi ormai perché nei giorni successivi, al rientro dei turisti dall’isola, si scoprirà quanto estesa sia stata la diffusione del contagio che ormai si allarga a macchia d’olio.

Scoppiano le prime polemiche individuando nella Sardegna la regione colpevole di questo focolaio ormai esteso in tutta Italia. La virologa, Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di microbiologia clinica dell’Ospedale Sacco di Milano dichiara che “non è giusto accusare la Sardegna di essere l’isola del contagio. I giovani hanno gli stessi comportamenti a Cortina, a Rimini ed in qualsiasi località turistica”, aggiungendo che “in una circolazione così vasta del virus identificare l’origine del focolaio è estremamente difficile”. “I giovani – spiega – si muovono in gruppo e stanno insieme sulla spiaggia, a prendere l’aperitivo, a ballare ma l’aggressione mediatica nei confronti della Sardegna non fa bene a nessuno. Qualcuno sa, si chiede la virologa, che i lavoratori stagionali devono maturare 180 giorni di attività all’anno per maturare i sussidi di disoccupazione?”. E’ un ritornello che viene diffuso per difendere il primato dell’economia su tutto il resto, anche a rischio della salute degli italiani.

Nel frattempo, la Protezione civile predisponeva un piano di rientro a casa, utilizzando navi o aerei dedicati, per le decine di turisti e lavoratori che sono risultati positivi al Covid 19 e che si trovano in isolamento nei luoghi di villeggiatura in Sardegna.

Insorge nel frattempo anche l’associazione degli albergatori sardi il cui presidente Paolo Manca lancia l’allarme “Ci sono tutte le condizioni per far capire che il clamore mediatico sulla Sardegna è ingiustificato e che sull’isola si può trascorrere una vacanza tranquilla e sicura ma se non si raggiunge almeno il 35% delle presenze molti alberghi saranno costretti a chiudere prima del tempo sull’onda di quello che sta succedendo alle discoteche”.

Nel frattempo la regione Lazio fa sapere che da lunedì 31 agosto a Civitavecchia sarà possibile per chi parte per la Sardegna effettuare volontariamente e gratuitamente il test.

Entra a questo punto in gioco anche la Procura della Repubblica di Tempio Pausania che apre un fascicolo d’inchiesta a seguito dei focolai di Covid registrati che per ora non vede nessun indagato e nessuna ipotesi di reato. L’ultimo monitoraggio del mese di agosto mostrano un trend in crescita: nella settimana dal 17 al 23 agosto si rileva il più alto tasso di incidenza in Veneto (17,65 su 100 mila abitanti) cui segue quello del Lazio (14,18) e piuttosto elevato è il tasso anche per l’Emilia Romagna (11,60%) e Umbria e Liguria (11,59 il primo e 11,54 la Liguria) mentre in Sardegna il tasso di incidenza è 10,92. In tutta Italia va rilevata la comparsa di 400 nuovi focolai e un drastico abbassamento dell’età media dei contagiati.

Andrea Crisanti, professore di microbiologia all’Università di Padova, scrive che “la ripresa della trasmissione virale sembra sia alimentata da comportamenti di socializzazione diffusa prevalentemente tra i giovani e da casi di importazione” sottolineando comunque le differenze tra i mesi più difficili dell’epidemia e il quadro odierno. Partendo dai dati diffusi dall’Istat, Crisanti rileva come gli infetti da Coronavirus in Italia siano stati complessivamente un milione e 482 mila, molto di più dei 265 mila casi accertati per cui, con la riapertura delle scuole, la ripresa delle attività lavorative e la stagione autunnale, il quadro epidemiologico continuerà a complicarsi così come sta succedendo negli altri paesi.

Il grande problema nel contrastare la diffusione del virus – sostiene Crisanti – è la elevata frequenza di soggetti asintomatici che possono inconsapevolmente trasmettere infezione. In questo momento le regioni possono raggiungere la capacità al massimo di effettuare circa 90.000 tamponi che non è sufficiente a far fronte alla domanda di test che ci sarà” per cui annuncia un piano per incrementare, fino a quadruplicare su scala nazionale, la capacità di fare tamponi superando le barriere e divisioni regionali…che sicuramente generano confusioni ed in alcuni casi sono controproducenti.

La circolazione del virus cresce nel resto d’Europa per cui il governo impone il tampone anche a tutti coloro che rientrano dai paesi maggiormente colpiti dai contagi come la Spagna, Croazia, Grecia e Malta su base però questa volta di reciprocità.

Torna dunque la paura del virus e 8 italiani su 10 si dicono d’accordo per l’applicazione delle misure anti-Covid. “La preoccupazione aumenta in particolare tra i giovani e nelle regioni del Centro Sud –scrive La Repubblica del 1° settembre – specchio del contagio che si è concentrato sempre di più fra i più giovani”. Nel frattempo sabato scorso si danno appuntamento a Roma tutti i gruppi negazionisti per protestare contro “la dittatura sanitaria” ribellandosi alle norme imposte dal Coronavirus, come è già avvenuto nelle piazze di Londra, Berlino e Zurigo. L’idea dei negazionisti è che Covid19 sia solo un sistema con cui gli Stati imbavagliano il popolo comprimendo spazi e diritti e lo impoveriscono per arricchire le élite finanziarie. Alla manifestazione aderiscono tutti i gruppi della destra con l’adesione in particolare della Lega. In un comizio Salvini ha dichiarato letteralmente “lo Stato non rompa le palle lasci respirare gli italiani”.  Certo è che ai negazionisti non manca l’ironia anche se non riescono a vedere al di là del proprio naso. Comunque la manifestazione si chiude senza ulteriori problemi di ordine pubblico. Cosa bisogna attendersi per i prossimi mesi? Sicuramente è necessario continuare ad utilizzare quelle minime forme di prevenzione (mascherine e distanziamento sociale) che si sono dimostrate efficaci nel limitare il contagio, malgrado le balle messe in giro dai negazionisti. Certamente, bisognerà avviare una campagna di vaccinazione di massa contro l’influenza che, a detta dei tecnici, sembra dimostrarsi efficace per limitare le conseguenze nel caso ci si infetti perché ridurrebbe la carica batterica del virus. E soprattutto imparare a convivere con questo virus che si è dimostrato più forte di quanto prevedessimo soprattutto perché non lo conoscevamo. In attesa che sia trovato un vaccino efficace che potrebbe essere pronto nel corso del 2021. In questa direzione si muove anche l’UE. La Commissione europea ha firmato un contratto con AstraZeneca per la fornitura di almeno 300 milioni di dosi del vaccino prodotta dalla casa farmaceutica. L’accordo prevede un’opzione per ulteriori 100 milioni di dosi da distribuire su base proporzionale alla popolazione. L’accordo è frutto del lavoro di mediazione intrapreso da Francia, Germania, Italia e Paesi Bassi che a giugno avevano raggiunto un accordo per negoziare con i potenziali produttori del vaccino e le aziende farmaceutiche. Pochi giorni fa la Commissione ha concluso i colloqui per assicurarsi anche il vaccino della società americana Moderna che consentirà di acquistare 80 milioni di dosi del vaccino per conto di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, con l’opzione di raddoppiare una volta dimostrato che il vaccino è efficace contro il Covid19.

8/9/2020

 

il percorso del virus rovina l’estate degli italiani

 

 

 

 

 

 

 

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