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IL NUOVO TRATTATO SULLA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI (TPNW)

Con la ratifica dell’HONDURAS è stato raggiunto il quantum necessario per l’entrata in vigore, dopo 90 giorni, del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari che – scrive Sinistra Sindacale – n. 20/2020 "segna un punto di svolta nella lunga storia degli sforzi per ridurre i rischi nucleari e per eliminare le 13mila armi nucleari che rimangono oggi, il 90 per cento detenute da USA e Russia, in un momento in cui i rischi di una guerra nucleare stanno aumentando". Questo significativo traguardo è in parte, purtroppo, offuscato poiché manca la firma dei paesi che posseggono l’arma militare. Si tratta di cinque Stati, Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia e USA cui il precedente trattato sulla non proliferazione nucleare (TPN) concede di possedere l’arma nucleare a quelli che si siano procurati l’arma nucleare come la Corea del Nord, India, Israele e Pakistan. Il Trattato non è stato firmato neanche dai paesi membri della NATO, ad eccezione dei Paesi Bassi. Insomma, un Trattato che per il momento non cambia nulla nei rapporti di forza internazionale e che lascia il mondo intero ancora una volta alla mercé delle potenze nucleari che potranno ancora utilizzare il ricatto atomico per decidere dei destini del mondo intero e delle prospettive politiche mondiali. Tra il precedente Trattato (TPN) e l’attuale, vi sono notevoli differenze tra le quali spicca quello del divieto dello stazionamento delle armi nucleari in territorio altrui che non era previsto nel precedente Trattato del 1970. Ancora, mentre col vecchio Trattato era concesso ad alcuni paesi di possedere ordigni nucleari, questo nuovo Trattato lo proibisce tassativamente a tutti. L’obiettivo è quello di eliminare ogni rischio di guerra nucleare e certo ciò può realizzarsi solo con un disarmo nucleare che coinvolga tutti i paesi, soprattutto quelli che oggi posseggono ancora l’atomica. "Ovviamente – ci tiene a precisare la Sinistra Sindacale – il nuovo Trattato non ridurrà il pericolo nucleare dall’oggi al domani" ma costituisce comunque una prima tappa di quello che può essere un processo graduale verso un mondo privo di armi nucleari. Questo obiettivo è legato anche al sostegno della società civile, ricordando che il Nobel per la pace nel 2017 è stato assegnato proprio all’ICAN, l’ONG che ha sostenuto questo Trattato. Un altro aiuto potrebbe venire dall’UE i cui paesi membri, fino ad oggi, si sono mossi in modo autonomo, senza una piattaforma unitaria. Questa controtendenza di fondo potrebbe cadere l’anno prossimo quando vi sarà una conferenza per il riesame del TNP. In fondo, dovrebbe essere patrimonio di tutti gli Stati il fatto che se fino ad oggi ci si è serviti del possesso dell’atomica per assicurare anche la pace, come all’epoca della guerra fredda, oggi la esistenza e la proliferazione di queste armi in tutti gli angoli del mondo può creare anche un rischio reale per la pace mondiale, senza dimenticare che il terrorismo potrebbe costituire un pericolo reale per le sorti dell’umanità se entrasse in possesso di ordigni atomici. E’ urgente dunque che dalla fase odierna si passi a quella dell’azione sapendo che ci sarà bisogno di anni ancora per un disarmo nucleare mondiale. E per questo ci sarà bisogno anche di un contributo degli scienziati per disarmare ben 13 mila testate nucleari. E’ bello sognare un mondo migliore ma attenzione a non diffondere false illusioniː la nostra civiltà è sempre a rischio di catastrofi, atomica o sanitaria, per cui bisogna tener desta sempre le coscienze per un progetto che potrebbe rappresentare l’ultima risorsa dell’homo sapiens per la sua sopravvivenza e di quella degli altri esseri viventi.

30.11.2020

il nuovo trattato sulla proibizione delle armi nucleari TPNW


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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