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IL MES DIVIDE ANCORA. RISCHIO CRISI DI GOVERNO

Recentemente in un’intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica” del 17 u.s., il Presidente dell’Europarlamento Sassoli ha lanciato un pacchetto di proposte shock per l’UE “dalla cancellazione da parte d’Europa dei debiti accumulati dai governi per rispondere al Covid, al nuovo MES gestito direttamente dalle istituzioni europee” invece dai singoli Stati come avviene oggi. “Dal punto di vista della fattibilità politica bisognerà vincere molte resistenze”. Soprattutto sul MES Misiani frena, anche se “bisogna valutare l’utilizzo delle risorse che abbiamo a disposizione adesso”. Lo stesso segretario dem. Nicola Zingaretti si è speso a favore di un utilizzo immediato del MES per investire in sanità scontrandosi con il M5S che ha ribadito la sua contrarietà. Il fatto è che la riforma del MES è ferma in quanto nel novembre 2019 il M5S si è rifiutato di sottoscrivere l’accordo. Lo stesso Commissario UE all’Economia Paolo Gentiloni è tornato a ripetere che l’utilizzo del MES prevede una sola condizione: quella di essere utilizzata esclusivamente per le spese sanitarie determinate dalla pandemia per cui è incredibile che l’Italia abbia deciso di non utilizzarlo malgrado l’alto livello del debito raggiunto. Aggiungendo che “il bazooka messo a disposizione dei paesi va usato tutto”. Difficile invece una riforma immediata tenuto conto che il salva-Stati è stato riformato già un anno fa ed i governi europei sono in attesa della firma italiana per procedere alle ratifiche. L’Eurogruppo che si è riunito nei giorni scorsi, tornando a chiedere urgentemente la firma dell’Italia anche perché la riforma del MES serve a completare l’unione bancaria. Lo stesso ministro dell’Economia ha ribadito che non c’è problema per la firma, che non è ancora però arrivata, precisando che per il momento non c’è bisogno di ricorrere a tale strumento. Mercoledì scorso, ancora una volta invece, il Consiglio dei Ministri si è spaccato sul MES che i grillini vorrebbero bloccare ancora per cui solo l’appoggio di Forza Italia, che è favorevole all’utilizzo del MES, potrebbe aprire anche una crisi in seno alla maggioranza. Conte sa bene che un veto dell’Italia isolerebbe il paese in un momento in cui il ritardo nella presentazione di un piano nazionale per il Recovery Fund preoccupa fortemente tutte le Cancellerie europee perché indebolirebbe il progetto ma anche l’UE, visto che proprio l’Italia è il principale beneficiario delle risorse messe in campo dall’UE. Ancora una volta dunque questo governo manifesta la sua fragilità che mette in discussione proprio il progetto europeo elaborato per salvare paesi come l’Italia che sono stati colpiti dalla pandemia. Di fronte a questa prospettiva farà bene il governo a superare ogni resistenza e procedere rapidamente a firmare la riforma del MES utilizzando o meno le risorse che sono disponibili immediatamente per affrontare le spese sanitarie anche in previsione dei vaccini che potrebbero aprire un’altra voragine nei conti dello Stato. In attesa della firma da parte dell’Italia, si moltiplicano le proposte per una ridefinizione del suo ruolo: già nel 2017 la Commissione Europea aveva proposto di trasformare quello che era nato come Fondo Salva-Stati in un vero e proprio fondo europeo, gestito direttamente dall’UE. Un suggerimento ignorato dai governi dell’Eurogruppo che invece si accordavano di utilizzare il MES, in caso di bisogno. L’accordo che doveva essere approvato nel dicembre dello scorso anno, è ancora in attesa della firma italiana, rinviata sine die a causa della pandemia. Nel corso della pandemia, l’Eurogruppo proponeva di attivare il MES, a condizioni particolarmente vantaggiose, come strumento di sostegno della spesa sanitaria. Ma i governi europei sono rimasti scettici sull’uso di questo strumento che ancora giace lì in attesa di conoscere la sua sorte. Laddove il MES, sotto la guida della Commissione, potrebbe costituire una straordinaria opportunità per stabilizzare lo strumento del NEXT Generation UE. Più chiaramente, uno strumento da utilizzare per la crescita dell’Europa, senza abbassare la guardia sulle responsabilità che ogni Stato si assume nel finanziare la spesa corrente. Mentre la Germania resta preoccupata dall’ipotesi di un nuovo rinvio della firma sulla riforma del MES, e di questo si è fatta carico anche la Presidente della Commissione, la settimana scorsa, c’è stato un incontro tra il ministro delle Finanze francese e quello italiano per discutere del futuro del MES. Una visita, a nostro avviso, solo per assicurarsi che non ci siano sorprese dell’ultimo minuto dal governo italiano all’interno del quale la componente maggioritaria del M5S ha formulato più di una riserva in tal senso. Se non ci fosse accordo su questo punto, sarà il momento di affidare la guida di questo paese ad un team di esperti che sappia avere un dialogo aperto con l’UE che resta l’unica speranza per il nostro paese per risalire la china e affrontare con responsabilità ed efficienza i problemi di questa crisi sanitaria ed economica che sta mettendo a dura prova la tenuta del nostro sistema politico.

02/12/2020

IL MES DIVIDE ANCORA rischio crisi di governo

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