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IL FUTURO DELLA NATO E LA SICUREZZA IN EUROPA

Dopo aver trovato le porte chiuse al Vaticano, il Segretario di Stato americano si è incontrato con i membri del governo italiano. “Nell’incontro il Ministro degli Esteri Di Maio ha ribadito la vocazione atlantica del governo” scrive La Repubblica del 1° ottobre. “L’Italia è saldamente ancorata agli USA e all’UE”. “Non esita dunque il governo italiano a schierarsi con il tradizionale alleato, mettendo da parte le simpatie del M5S per il colosso orientale”. Certo non può dimenticarsi – commenta La Repubblica – che, mentre l’UE cercava di portare in porto la trattativa con la Cina, Di Maio – Ministro dello Sviluppo Economico e Lavoro e vicepremier del governo giallo-verde – andava a sottoscrivere con il Presidente cinese, in visita in Italia, un protocollo d’intesa per favorire maggiori investimenti cinesi in Italia e migliorare la bilancia commerciale tra i due paesi. Ora, è vero che la pandemia ha ritardato ogni iniziativa ma la Cina è interessata all’uso dei nostri porti e dopo il tentativo fallito di investire nei porti di Genova e Trieste, ora punta su Taranto per la costruzione di un avvenieristico cantiere navale affiancato da un centro di ricerca, mostrando interesse anche a subentrare al magnate indiano nello stabilimento ILVA di Taranto. E’ certo che il governo italiano sarebbe più che d’accordo per questi investimenti che porterebbero nuovo lavoro in Italia e soprattutto l’interesse della Cina per l’ILVA potrebbe essere una soluzione anche per i problemi dello stabilimento di Taranto, mentre in questi anni, gli USA non hanno fatto altro che disinvestire in Italia, senza preoccuparsi che così cresce la disoccupazione nel paese.
Perché oggi dunque l’Italia dovrebbe piegarsi alla prospettiva USA? Tra le righe, lo ha fatto capire anche Conte. Perché i “diritti umani” non sono altro che un pretesto per venire in Italia a convincere il governo di scendere in campo a fianco del governo USA nel conflitto con la Cina. Pompeo ha ricordato “il pericolo portato dai regimi autoritari. Le loro sono “azioni provocatorie” che nessuna nazione deve e può consentire. Per questo Europa e Stati Uniti devono unire gli sforzi al fine di impedire alla Cina di avere successo in ciò che sta provando di fare…Il governo italiano – aggiunge – inizia adesso a vedere con chiarezza quali sono i rischi associati agli investimenti provenienti dal partito comunista cinese”. Ma c’è dell’altro nel paniere delle richieste di Mr. Pompeo: la Nato e il suo futuro. E’ inutile dire che sulla NATO, all’interno dell’UE, non tutti la pensano nello stesso modo. Mentre Macron qualche mese fa, all’ultimo incontro a livello di ministro degli Esteri della NATO, faceva sapere che si trattava ormai di un organismo che aveva cessato di battere, Pompeo ribadisce che con Trump, “la Nato è assai più forte oggi di quanto lo fosse nel 2017,quando Trump si insediò alla Casa Bianca…e la Nato ha iniziato ad affrontare anche la minaccia cinese”. In verità, dopo che Trump aveva annunciato di volersi sganciare da questa organizzazione atlantica, accusando gli alleati europei di non voler aumentare il loro bilancio militare, in pochi mesi si sta ricredendo in quanto vi sono più focolai in Europa in cui non può intervenire direttamente per cui l’Alleanza Atlantica gli serve anche come copertura. E così ritorna ancora una volta in campo la NATO sia nella polemica aperta con Putin per la vicenda Navalny sia per le accuse portate alla Bielorussia. Dunque, un ritorno di fiamma anche se la Germania, stanca di trovarsi in casa migliaia di militari USA a proteggere il territorio tedesco in attesa di un’eventuale aggressione russa, si è decisa a chiedere all’alleato USA di portare via un po’ di militari dal paese. E qui entra in gioco il rapporto con l’Italia perché gli USA hanno richiesto di trasferire queste truppe ad Aviano “che diventerà in pochi anni la più importante base USA Air Force in Europa, la punta avanzata delle operazioni nel Mediterraneo e nei Balcani: tra le loro missioni
anche gli attacchi con le bombe atomiche, custodite in un bunker sotterraneo nel perimetro dell’aeroporto. Il potenziamento di Aviano si aggiunge a quello di Vicenza e Sigonella, trasformando la Penisola in un avamposto delle forze USA” scrive La Repubblica del 2 ottobre e non c’è motivo di non crederci, a meno che non vi siano smentite per cui è importante sapere se l’accordo sia stato già sottoscritto o meno dal nostro governo perché in questo caso dovrebbe avere anche l’OK dal Parlamento perché si tratta di un accordo internazionale che mette in discussione anche il nostro sistema di sicurezza collettiva e la sovranità nazionale in quanto in caso di attacco sarebbe certamente il primo obiettivo da colpire. Ma aldilà di questo scenario avveniristico va ricordato che l’UE ha in programma di costruire un sistema di sicurezza europea autonomo rispetto a quello della Nato per cui sta prendendo sempre più corpo – all’interno dell’UE- l’idea che non si possa lasciare la difesa del continente nelle mani di un alleato atlantico che mostra sempre di più di voler continuare a dettare l’agenda della politica europea. Dunque una prospettiva di potenziale conflitto di interessi che non si accorda dunque con la presenza militare degli USA sul territorio dell’UE di cui anche l’Italia è parte. Certamente riteniamo che una decisione del genere non possa essere presa dal governo italiano in un periodo in cui si continua a governare in base ad uno “stato di emergenza” che limita i poteri del Parlamento per quanto riguarda il controllo dell’operato del governo.
E dunque, un chiarimento il governo deve dare anche nell’interesse del paese e dei suoi cittadini che hanno il diritto di far sentire la loro voce così come è necessario che su questa vicenda intervenga anche l’UE per capire se tale prospettiva non sia contraria ai piani di difesa comune dell’Europa.

Il futuro della Nato e la sicurezza in Europa

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