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IL FUTURO DELLA MOLDAVIA: UN NUOVO TEST PER L’UE

La presidente europeista della Moldavia Maia Sandu, che ha indetto le elezioni parlamentari anticipate ad aprile, conquista anche la maggioranza dei 101 seggi del Parlamento moldavo, che prima era in mano alla coalizione filo-russa di Igor Dodon. Il partito Azione e Solidarietà (PAS) dell’attuale presidente è espressamente favorevole ad un avvicinamento del paese all’UE e agli USA conquistando la maggioranza assoluta dei voti (52,80%), battendo la coalizione di comunisti e socialisti (BECS) che ha ottenuto solo il 27,17% dei voti.

Maia Sandu è indubbiamente la vincitrice delle elezioni. E’ stata lei la principale promotrice del voto anticipato, e la sua strategia si è rivelata vincente. La maggioranza assoluta le permetterà di formare un governo a sua immagine e somiglianza con il quale dare un impulso decisivo al processo riformatore. Con ogni probabilità, il primo vero grande impegno del nuovo esecutivo sarà la riforma della giustizia, uno dei cavalli di battaglia della Sandu, che ha fatto della lotta alla corruzione, uno dei suoi obiettivi.

Maia Sandu, ha scelto deliberatamente di non polarizzare il voto su un asse geo-politico, non presentandolo come una scelta tra un futuro europeo o nell’orbita russa. E’ stata la lotta alla corruzione il principale topos della sua campagna. Tuttavia, è difficile non vedere in questo voto una chiara scelta di campo dei moldavi che, pur non negando i loro legami col mondo russo, hanno fatto chiaramente intendere di volere un futuro proiettato ad Occidente, se non altro per ragioni economiche. Attualmente la Moldavia ha lo status di associata all’UE ed è un membro anche del Partenariato orientale: la regione più orientale, con una prevalenza di abitanti di lingua russa, sarebbe orientata a chiedere la separazione dal paese. Questo sarà un primo nodo da sciogliere per la nuova Presidente in quanto il conflitto nella regione autonoma ha provocato già diverse centinaia di morti. Tra l’altro, fin dall’inizio del suo mandato, la Sandu aveva richiesto il ritiro della guarnigione militare russa presente nella regione ribelle (Transnitria) ma la proposta aveva trovato l’opposizione dei parlamentari legati alla Russia per cui la presidente era stata costretta a sciogliere il Parlamento ed a indire nuove elezioni che le hanno dato la maggioranza assoluta. Ora ci si chiede se la richiesta verrà reiterata e quale sarà la reazione della Russia. Certo è che, se anche la Moldavia decidesse di entrare nella NATO, si potrebbe accendere un nuovo conflitto tra il governo ufficiale e la regione separatista che potrebbe ripetere lo scenario che per vent’anni ha incendiato l’Azerbaigian e l’Armenia che si sono contese la regione del Nagorno Karabakh. L’ipotesi di un nuovo fronte sarebbe fatale per cui un eventuale intervento dell’UE a livello diplomatico potrebbe evitare il conflitto ma guai se ci fosse un intervento della NATO che potrebbe fare da apripista ad un sanguinoso conflitto ai confini della Russia, anche a tener conto che la Moldavia è membro anche del partenariato orientale che fa capo alla Russia per cui la vicenda potrebbe complicarsi con l’intervento russo come è accaduto in Crimea, trasformando l’Europa in un nuovo campo di battaglia e affossare definitivamente la prospettiva di mettere al bando ogni forma di conflitto.

Luglio 2021

IL FUTURO DELLA MOLDAVIA. UN NUOVO TEST PER L’UE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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