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IL FANTASMA DEL KGB

Per chi non lo sapesse, il KGB è l’acronimo del servizio segreto sovietico che è sopravvissuto anche al tracollo dell’Unione Sovietica, sia pur cambiando nome. All’epoca della guerra fredda, era normale che i servizi segreti combattessero una battaglia sotterranea per diffondere false notizie che venivano usate per conquistare l’opinione pubblica. Questo sistema di disinformazione veniva usato da tutte le grandi nazioni come gli USA, ieri l’URSS e oggi la Russia, come la Cina. Recente conferma l’abbiamo avuta con la guerra scatenata in Iraq perché, secondo l’Intelligence USA, Saddam Hussein sarebbe stato in possesso di pericolose armi chimiche vietate anche nel caso di conflitto. Ciò bastò per convincere i propri alleati a scatenare una guerra contro il despote iracheno, fino alla sua caduta, ma che si è prolungata e allargata alla vicina Siria distruggendo l’economia già precaria di questi paesi. Salvo poi ad ammettere, anni dopo, per bocca di un ex premier della Gran Bretagna, che erano tutte balle quelle raccontate dai servizi di sicurezza USA. Oggi gli USA ci riprovano a rispolverare l’omicidio del Presidente Kennedy, sulla base di nuovi documenti, che il Presidente Biden ha desegretato per far luce sulla morte dei Kennedy avvenuta a Dallas il 22 novembre 1963. Una direttiva del 1992 prevedeva di rendere integralmente pubblici quei dossier a partire dal 2017 ma prima Trump e poi Biden ne hanno finora vietato la diffusione per ragioni di sicurezza nazionale. Ma diverse carte restano ancora secretate e molti documenti resi pubblici sono ampiamente censurati e altri ancora restano sotto chiave. Eppure è stata l’occasione per i media USA di rafforzare la tesi che a voler la morte del Presidente fossero stati i servizi segreti sovietici. E questo sulla base di telefonate anonime pervenute all’Ambasciata di Camberra, in Australia, un anno prima della sparatoria, dove si affermava che il governo sovietico stesse tramando l’omicidio di Kennedy. Se così fosse stato, ci si chiede, perché il servizio di sicurezza Usa non ebbe a prendere misure tali da scongiurare un evento del genere. La Commissione Warren che indagò sull’omicidio di Kennedy, nell’esaminare il materiale raccolto sulla vita del materiale esecutore di questo omicidio, Lee Harvey Oswald, pur ritenendo veritieri certi riscontri su un ipotetico collegamento tra Oswald e funzionari dell’ambiente sovietico, concluse che non vi erano documenti certi che potessero provare un complotto del servizio segreto sovietico. All’epoca le indagini si rivolsero quasi prevalentemente nei confronti dell’avversario a livello mondiale che era costituito dall’URSS. Ricordiamo che era stato proprio Kennedy ad aver costretto l’Unione Sovietica a ritirare i missili dalla sua base militare a Cuba ma certo questo non può far dimenticare che l’URSS non aveva un interesse specifico ad eliminare il Presidente USA che comunque, a livello interno, aveva preso le distanze dai conservatori e dai suoi predecessori avviando un progetto di collaborazione aperto con l’URSS, soprattutto per arrivare ad un accordo sul nucleare, anche se la competizione era sempre aperta. Al contrario, il partito conservatore americano non ha mai perdonato a Kennedy la sua politica di coesistenza pacifica ma soprattutto non ha perdonato al Presidente di aver avviato all’interno degli USA una battaglia contro l’apartheid. Se oggi Biden riporta alla luce questo caso, lo fa solo per avere un argomento in più per attaccare la politica del governo russo. Non è un mistero che gli USA stanno cercando di posizionare un vero e proprio schermo missilistico ai confini della Russia, utilizzando anche la questione ucraina, per isolare questo paese, coinvolgendo nel rischio di una nuova guerra fredda anche gli alleati europei in nome dell’Alleanza Atlantica (NATO). Un gioco pericoloso che potrebbe effettivamente riportare alla luce una nuova “guerra fredda” in un sistema come quello attuale di maggiore integrazione economica. Oggi il grande assente sulla scena mondiale è ancora una volta l’UE e sarebbe davvero un azzardo che essa sposi la posizione di un paese come gli USA che sono i diretti concorrenti nella scalata al potere mondiale. Se si ripetesse un riallineamento dell’UE al potente alleato atlantico, tramonterebbe ogni prospettiva per l’UE di avere una politica internazionale indipendente e autonoma dagli obiettivi americani. Resta l’UE e agli Stati che ne fanno parte di non cadere nella trappola di una nuova “guerra fredda” con la Russia di Putin perché i primi a farne le spese saremmo proprio noi cittadini europei e non è una prospettiva felice se è vero che gli USA già stanno trasferendo sul territorio dei paesi europei che fanno parte della NATO notevole materiale bellico per far capire all’avversario di sempre che potremmo essere anche pronti ad affrontare un confronto bellico con i nostri vicini europei. Non è questo che noi ci aspettiamo e l’UE, dopo qualche timido tentativo, farebbe bene a distanziare la sua politica da quella del potente alleato atlantico perché il nostro deve essere un obiettivo di pace e di serenità non solo per l’Europa, non solo per le nuove generazioni ma anche di collaborazione e di solidarietà con tutti i popoli della Terra, in base ai principi fondanti dell’UE.

Dicembre 2021

Il fantasma del KGB

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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