I RAPPORTI UE-USA DOPO TRUMP
L’amministrazione Trump ha lasciato al nuovo Presidente Biden un compito assai difficile, quello di ricostruire la fiducia degli alleati europei nei confronti del governo USA. Ma vi è una profonda diversità fra questi due pilastri della politica mondiale, a partire dalla strategia che vuole impostare Biden. Il nuovo presidente in effetti propone “un’alleanza tra le democrazie” come la principale strategia con cui contrastare l’egemonia economica cinese. Una scelta che già è stata bocciata dall’UE che non è affatto disposta a seguire gli USA nelle sua guerra commerciale contro la Cina. Rivolto all’Europa il presidente USA si dice a favore di una prospettiva multilaterale in cui gli USA saranno collaborativi e non più egemoni. Ma la realtà è ben diversa. Negli ultimi giorni del 2020 l’UE ha siglato un trattato sugli investimenti con la Cina che ha suscitato l’irritazione del nuovo governo USA che, per bocca del consigliere della sicurezza, aveva chiesto di congelare questo accordo senza trovare alcun consenso a Bruxelles. Anche la prospettiva di un’alleanza democratica lanciata da Biden, “l’assalto a Capitol Hill è stato un colpo terribile perché nessuno può scongiurare che fenomeni del genere possano ripetersi nella storia di questo paese”. Comunque, ribadisce l’UE, ci sono obiettivi globali, per prima la questione ambientale, che impongono il coinvolgimento anche degli USA. Malgrado l’UE abbia ribadito il proprio impegno a restare nella NATO, è un dato di fatto che tra gli obiettivi prossimi dell’UE ci sia quello di creare un esercito europeo, marcando la distanza anche dell’apparato militare USA spesso impegnato in operazioni che vanno a contrastare gli stessi interessi europei, come nel caso della guerra nel Medio Oriente o la gestione del Mediterraneo per cui – a parere di molti osservatori – Biden sarà costretto a riscrivere l’agenda transatlantica rapidamente. In effetti, è anche cambiato l’atteggiamento degli europei nei confronti degli Stati Uniti, come dimostra un recente sondaggio commissionato dal Consiglio europeo. Sono soprattutto i cittadini del Nord Europa come la Danimarca, la Svezia e la Germania a confermare questo dato. Purtroppo, dalle prime avvisaglie sembra proprio che la politica di Biden non cambierà molto quella di Trump. Biden ha invitato ufficialmente alla cerimonia di insediamento l’ambasciatore negli USA della Cina Nazionalista (Taiwan), ritenendola come legittimo rappresentante di uno Stato sovrano. Un atto questo in linea con la politica estera di Trump cui si aggiungono anche i segnali di una più dura politica nei confronti della Russia per cui le relazioni tra Stati Uniti e Russia si vanno progressivamente deteriorando. Nel 2019 gli USA hanno assunto una serie di sanzioni contro la Russia per bloccare il gasdotto che porta il gas dalla Russia alla Germania. Anche il rientro dell’oppositore politico Navalny in Russia si inserisce in questa guerra a distanza tra i due paesi, creando problemi anche ai rapporti economici che l’UE intrattiene con la vicina Russia mentre la promozione della democrazia da parte degli USA negli ex Stati già facenti parte dell’URSS è stata interpretata dal Cremlino – scrive la rivista Affari Internazionali – come un’ingerenza americana nella sfera di influenza russa “in vista delle imminenti elezioni parlamentari del 2021 in Russia e dato il deterioramento del contesto socio-economico nel Paese il Cremlino ha già preso qualche provvedimento per disinnescare il rischio che questa campagna possa condizionare il voto dei cittadini”. Se Putin sarà costretto a difendersi contro questa campagna “pubblicitaria” degli USA, è evidente che tenderà ad irrigidire anche il proprio sistema autoritario. Campagna, quella USA, che non piace neppure all’UE che in questi anni, grazie anche alle intemperanze del governo Trump, sta cercando di ritrovare una sua strada per avere buoni rapporti con la vicina Russia, non dimenticando che essa è dotata di un arsenale atomico per contrastare una ipotetica minaccia da parte USA che ha i suoi missili in Europa puntati contro il territorio russo e l’UE non è affatto disposta a fare le spese di un conflitto che colpirebbe soprattutto il territorio europeo. Nel febbraio di questo anno USA e Russia dovrebbero sottoscrivere il rinnovo del Trattato NEW START sulla riduzione delle testate nucleari e questo dunque potrebbe essere un primo segnale della nuova politica di Biden nei confronti di Mosca, perché un rifiuto potrebbe essere l’inizio di una nuova “guerra fredda” nella quale però l’UE non si lascerà trascinare per servire gli interessi del potente alleato. C’è stato qualcuno nell’amministrazione Biden che ha detto che “indietro non si torna”, riferendosi alla politica Trump ma non vorremmo che possano ritornare scenari che avevamo pensato di aver definitivamente archiviato. Se gli USA vogliono riacquistare la fiducia dell’Europa, ebbene dimostri di essere disposta a rinunziare alla propria posizione dominante, a collaborare per diminuire l’inquinamento di questo pianeta, aprire le porte ai migranti, lottare contro le discriminazioni sociali dietro e fuori dagli USA. Le belle parole che ha pronunciato nel suo insediamento e le promesse fatte di cambio del regime, non restino solo pura propaganda ma si trasformino presto in iniziative concrete che vanno nella direzione della realizzazione di questo programma.
27/01/2021