I GOVERNATORI DEL SUD CONTRO I TAGLI DEI FONDI DEL RECOVERY FUND
Dei fondi previsti per la ripresa nell’ambito del Recovery Fund, il governo considera ripartibili secondo criteri territoriali la cifra di 206 mld.. Di questi il 40%, pari ad 82 mld. sarà destinato al Sud. Ma, rifatti i conti, alcune regioni del Sud scoprono che questo 40% viene calcolato non sul totale delle risorse messe a disposizione dall’Europa per l’Italia ma solo su una parte di questo, ovvero 206 mld. anziché 222 mld.. “Il confronto con il governo non si gioca solo sul volume di quella cifra destinata al Sud – scrive La Repubblica dell’8 u.s. – ma anche sull’esercito di tecnici e di figure della P.A. di cui troppi comuni del Sud hanno un disperato bisogno”. A tal riguardo, il neo-sindaco di Napoli, prima ancora di indossare la fascia tricolore, ha lasciato intendere che occorrerà più personale per l’esecuzione dei progetti. E’ dura la replica di Mara Carfagna, ministro per il Sud, la quale conferma che i fondi per il Sud sono di 82 mld, pari al 40% degli interventi “territorializzabili” cioè quelli che hanno una destinazione o una ricaduta territoriale, come strade, ferrovie, scuole, lasciandosi sfuggire la previsione che il PIL nel Mezzogiorno avrà una crescita del 24%. Il vero problema –aggiunge la ministra – è che mancano figure tecniche adeguate per poter realizzare questi progetti, precisando di aver in programma un bando che “ci consentirà di inserire 2800 esperti nelle amministrazioni locali, ad ogni livello”. Una vera e propria manna dal cielo per le amministrazioni locali che potranno dotarsi di un parco progetti con poteri di affiancamento e di sostituzione per gestire possibili criticità. Insomma, pur con linguaggio equivoco, si comprende che le amministrazioni locali avranno mano libera per assumere collaboratori esterni o di procedere ad assunzioni straordinarie. Potrebbe ripetersi il sacco che fece seguito al terremoto del 1980, quando un mare di soldi si abbatté sul Sud per favorire la ricostruzione, ma che per buona parte finì nelle tasche di amministratori corrotti e della criminalità organizzata. Non si può dire che l’UE non sappia come sia la situazione al Sud ma certamente è azzardato fare delle previsioni di qui al 31 Marzo 2026, termine previsto per i lavori. Ricordiamo altresì che i progetti saranno sotto la lente dell’UE che controllerà che tutto avvenga nel rispetto della legalità. Conoscendo la realtà del Sud, frammentaria e chiassosa, temiamo fortemente che i progetti possano essere realizzati entro i termini previsti del 31.3.2026 e che i fondi siano utilizzati effettivamente per ridurre lo scompenso tra il Nord e il Sud. Per Luca Bianchi – Direttore per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno – scrive La Repubblica del 9 u.s. – “nessuno può garantire che porterà all’obiettivo reale”. Torna a tuonare la voce del Presidente della Campania De Luca contro “livelli di furbizia politica, di parassitismo ed anche di danneggiamento drammatico del Sud” aggiungendo che “c’è bisogno di un’operazione di verità dinanzi ai nostri cittadini. Questi soldi arrivano per colmare disuguaglianze tra Nord e Sud, bisogna combattere per il riequilibrio”. Si annuncia dunque una stagione di nuovi contrasti tra regioni e Stato centrale che potrebbe paralizzare di fatto l’esecuzione dei progetti già in corso di approvazione.
Ottobre 2021
I governatori del Sud contro i tagli dei fondi del Recovery Fund