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GIRO DI VITE PER I MIGRANTI SULLA ROTTA BALCANICA

L’area Schengen è l’area composta da ventisei Stati europei più tre extra-europei che con il Trattato hanno abolito i controlli alle frontiere creando di fatto un territorio di libera circolazione. Il primo gennaio scorso anche la Croazia è entrata ufficialmente nell’area Schengen oltre che nella zona euro. La presidente della Commissione europea si è recata a Zagabria per festeggiare assieme al primo ministro croato Andrej Plenkovic una giornata storica per il più giovane stato membro dell’UE che diventerà a pieno titolo membro anche dei 15 paesi che hanno aderito a Schengen e all’euro. Ma mentre ufficialmente andavano avanti i festeggiamenti, le organizzazioni umanitarie croate che si occupano di immigrazione hanno invece accolto la notizia con riprovazione in quanto sembra proprio un “premio” alla Croazia per “sei anni di violazione dei diritti umani” scrive il Centro Studi sulla Pace facendo riferimento al comportamento della polizia croata ai confini esterni del paese. L’ingresso della Croazia renderà la frontiera meridionale più difficile e più pericolosa da percorrere. Tra le montagne la polizia croata si prepara a sorvegliare meglio i confini, installando telecamere e disboscando lunghi tratti di foresta. Per controllare questo territorio e impedirne l’attraversamento, Zagabria ha investito molto “abbiamo fatto tagliare una striscia di bosco lunga 15 chilometri e larga 100 metri con la previsione di ulteriori tagli per altri 25 chilometri” – afferma Mladen Matovinovic a capo della stazione di polizia di frontiera di Korenica dove lavorano 300 poliziotti. Il disboscamento permette alle telecamere e quindi agli agenti di individuare subito chi tenta di attraversare illegalmente il confine. Il Comitato anti-tortura del Consiglio d’Europa ha denunciato la sistematica violazione dei diritti umani alle frontiere esterne della Croazia – afferma l’esperta giuridica della associazione zagabrese sulla pace (CMS) denunciando sia i respingimenti illegali effettuati dalla polizia sia la violenza fisica, furto di cellulari e denaro ma anche uso di elettroshock e colpi di pistola sparati in prossimità delle orecchie e alle gambe come emerge dalle testimonianze dei migranti. “Si può assicurare il controllo delle frontiere e il rispetto dei diritti umani” assicura Terezjia Grass, segreteria di Stato agli Interni a Zagabria e una delle artefici della strategia di controllo delle frontiere dal 2017 in poi. “Il modello Croazia”, per usare le parole di Grass, verrà ulteriormente premiato e sulla rotta balcanica, la via più usata secondo Frontex per raggiungere l’Europa, si rischia una nuova virata restrittiva. Aumenterà certamente il tasso di violenza per quanti si serviranno di questa rotta per entrare in EU provenienti non solo dai paesi in guerra come la Siria ma anche dai paesi poveri come l’Afghanistan e dal Medio Oriente lastricando le strade d’Europa di nuova violenza mentre il Mar Mediterraneo continuerà ad essere la tomba per molti migranti provenienti dalle coste africane che non riusciranno a raggiungere le coste siciliane.

Gennaio 2023

GIRO DI VITE PER I MIGRANTI SULLA ROTTA BALCANICA

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