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FIGLI DI UN DIO MINORE

E’ vergognoso ammetterlo ma in questa tragedia sanitaria e sociale a farne le spese sono sempre le categorie più deboli, quelli che non hanno voce e che sopravvivono grazie ai sacrifici delle famiglie e alla sensibilità degli educatori. Parlo dei ragazzi disabili, per i quali nulla è previsto dal Ministro dell’istruzione per assicurare la continuità del loro percorso didattico. “I nostri figli disabili sono stati dimenticati dallo Stato. Cosa pensate che possa apprendere mio figlio dalla didattica a distanza?”. Così ha dichiarato una madre di un disabile. Quello che si chiede al Miur è di trasformare le ore di lezione in assistenza didattica domiciliare. Per i 260.000 allievi con diversi gradi di disabilità che frequentano la scuola italiana “il lockdown è un contenitore di angosce per i nostri ragazzi”, raccontano i genitori di un ragazzo disabile. C’è una stridente e inaccettabile discriminazione da parte dello Stato nei confronti di questi ragazzi per i quali il contatto con l’educatore, la vicinanza con i compagni sono elementi essenziali per aiutarli a recuperare l’autonomia che hanno conquistato passo dopo passo. Sono tante le testimonianze di quanti oggi richiedono, attraverso la voce dei loro genitori, di essere rispettati e di essere aiutati tanto quanto i loro amici normodotati. “I più deboli stanno pagando le debolezze del sistema scolastico italiano”. Tante sono le testimonianze raccolte dal quotidiano “La Repubblica” del 23 aprile u.s.. “Il Miur – accusa un altro genitore – non ha pensato ai nostri figli. Come mai non c’è alcun esperto di disabilità tra i nomi degli incaricati di gestire la famosa fase 2 della scuola?”. “La didattica a distanza con i docenti non funziona per chi non riesce a stare davanti ad un computer” scrive “La Repubblica” del 3 u.s.. A Bologna i genitori di ragazzi disabili hanno scritto più volte all’Ufficio Scolastico Provinciale e alla Regione chiedendo che “sia garantito il diritto allo studio per gli alunni disabili, anche con il coinvolgimento dei docenti di sostegno”. Quando ci troviamo in situazioni di estremo disagio sociale, come quello che stiamo attraversando, purtroppo si evidenziano i limiti della società odierna che tende ad isolare proprio quelle fasce più deboli e meno garantite dalla società. Il silenzio della politica su questo tema così sensibile fa ricordare con quanto cinismo, nel fuoco della pandemia, amministratori senza scrupoli hanno ricoverato malati da coronavirus nelle strutture per anziani facendo crescere il contagio all’interno della struttura, condannando i ricoverati ad una morte certa, senza neppure la possibilità di avere il conforto dei propri congiunti. Gente senza scrupoli che dimostra come questa società ha tanti crimini da espiare: non continuiamo a diffondere la storiella che la pandemia abbia colto di sorpresa il paese perché già dalla fine di gennaio era partito l’allarme della OMS per una pandemia mondiale. Se la pandemia ha avuto uno sviluppo rapido, questo è dovuto anche al cinismo delle nostre istituzioni che sono intervenute in ritardo. E così più di 150 medici, inviati come i fantaccini in prima linea nella grande guerra, sono stati sacrificati per coprire le incapacità di fior di amministratori lombardi, capaci solo di “fare flanella” nei palazzi del potere. Oggi sono stati abbandonati i nostri  giovani studenti cui la nostra Costituzione riconosce un diritto alla didattica che oggi viene ostentatamente negato. Va segnalato che la Magistratura italiana recentemente (Trib. Rieti ordinanza 12.2.2020) si è espressa su questo tema dichiarando la natura discriminatoria della condotta attuata dall’amministrazione scolastica, ordinando di cessare il comportamento pregiudizievole posto in atto nei confronti di un minore attribuendo un docente di sostegno allo stesso per complessive 11 ore settimanali oltre a condannare il Miur al risarcimento dei danni a favore dello stesso e dei genitori. Facciamo in modo che questo grido di dolore raggiunga i piani alti delle istituzioni per restituire a questi giovani, che fanno parte del nostro patrimonio umano, il loro diritto all’istruzione. E ai genitori di questi giovani consigliamo di continuare questa battaglia non solo per rivendicare il sacrosanto diritto dei loro figli ma anche per allargare con la loro lotta l’area di libertà che questo sistema vorrebbe restringere sempre di più.

7/5/2020

Figli di un Dio minore

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