ELEZIONI REGIONALI IN GERMANIA
Per la prima volta, titola il quotidiano la Repubblica, l’ultradestra tedesca dell’AFD conquista un Land, la Turingia, ed è il secondo in Sassonia dietro la CDU. L’estrema destra si afferma con il 32,9% dei voti staccando di quasi 10 punti il centrodestra del CDU mentre in Sassonia è arrivato solo un punto sotto la CDU con il 30,8%. Terzo in entrambi le elezioni è il partito della Wagenknecht davanti alle SPD, ai Verdi e a Die Linke. Mentre la vittoria dell’ultradestra era prevedibile, è eccezionale il risultato raggiunto da un piccolo partito della sinistra estrema che si è staccato solo all’inizio di quest’anno dal partito della Linke.
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Il trionfo dell’ultradestra e la scomparsa dei Verdi, liberali e SPD mette in crisi la CDU che, se vorrà governare, dovrà scegliere un partner di governo alleandosi con l’ultradestra o con il partito sovranista di sinistra BSW per formare una coalizione di maggioranza. Negli ultimi cinque anni la Turingia è stata governata da una coalizione di minoranza guidata dal premier Bodo Ramelow, già esponente di Die Linke (sinistra) che ha perso più della metà dei voti mentre il BSW nato all’inizio di quest’anno è arrivato terzo con il 15,8%.
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Il BSW ha fatto campagna elettorale con lo slogan “ridare una casa alla pace” e ha dichiarato che si unirà ad una coalizione che si opponga alle forniture di armi all’Ucraina e allo stazionamento di missili statunitensi in Germania. La nuova star della sinistra Sahra Wagenknecht viene dalla Turingia e condivide con l’ultradestra nazionalista l’opposizione ai flussi migratori e la vicinanza con la Russia di Putin.
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Davvero interessante la vittoria di questo partito della Wagenknecht, nata a Jena 55 anni fa quando la Turingia faceva ancora parte della Germania dell’Est. E negli ambienti del comunismo tedesco si è formata politicamente iscrivendosi prima alla sezione giovanile del SED, il partito socialista che era all’epoca la forza politica egemone dell’ex DDR. Nel 2004 il PDS è entrato nell’Europarlamento affiliandosi al gruppo confederale della Sinistra. Alle elezioni federali del 2009 ottiene un seggio al Bundestag nelle file di Die Linke e da allora Wagenknecht non ha più lasciato il Parlamento tedesco.
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Nell’ottobre 2023 rompe definitivamente con Die Linke per alcune posizioni “poco ortodosse“. Pur continuando a sostenere, sul piano economico, rivendicazioni tipiche della Sinistra – come il salario minimo e l’aumento delle pensioni, su temi come l’immigrazione e le politiche climatiche la leader turingia difende opinioni che tradizionalmente sono della destra politica. Quanto alle politiche migratorie ha criticato aspramente “la politica dell’accoglienza” dell’ex cancelliere Angela Merkel che garantì l’ingresso in Germania a circa di un milione di profughi siriani, che riteneva avrebbe contribuito ad aggravare la condizione della classe operaia.
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In politica estera la nuova icona della sinistra radicale è da sempre fautrice di un riavvicinamento tra Berlino e Mosca e si è detta favorevole allo scioglimento della NATO. Nel settembre 2022 si è opposta alle sanzioni contro il Cremlino, accusando il governo del cancelliere Olaf Scholz di portare il paese sull’orlo della guerra economica con il suo principale partner energetico e ha chiesto più volte lo stop dell’invio di armi a Kiev e l’apertura di negoziati di pace. Posizioni largamente condivise anche da altri parlamentari presenti un po’ in tutti i partiti sia di destra che di sinistra.
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L’ascesa di questo nuovo soggetto politico è stata prodigiosa, considerato soprattutto che il partito non ha neanche nove mesi di vita. Nei Länder orientali il supporto più alto con il 16,9% arriva dal Brandeburgo dove si voterà per le regionali il prossimo 22 settembre.
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Anche sul palcoscenico europeo il BSW sembra destinato a guadagnarsi presto i riflettori. Da mesi all’Eurocamera di Strasburgo si rincorrono le voci circa un tentativo dei sei eletti del partito tedesco di formare un nuovo gruppo parlamentare più a sinistra di The Left. Per ora non sono riusciti a raccogliere abbastanza deputati per soddisfare i requisiti formali (23 parlamentari da 7 paesi membri) ma non è detto che il gioco non riesca, soprattutto nel caso di vittoria alle elezioni regionali nel Brandeburgo. Il che modificherebbe il quadro politico nel Parlamento europeo e influirebbe sulle scelte di politica internazionale, contribuendo a cambiare il rapporto con l’Ucraina per favorire la fine di un conflitto che potrebbe mettere in crisi l’esistenza stessa dell’UE.
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Proprio alla luce di queste considerazioni il leader del partito conservatore tedesco CDU Merz ha aperto la strada a un eventuale coalizione con l’alleanza sovranista di sinistra BSW e con il centrosinistra SPD nel governo della Turingia.
Settembre 2024
Avv. Eugenio Oropallo