skip to Main Content

Il dramma di Afrin: il vero obiettivo di Erdogan è l’eliminazione del popolo curdo.

Conquistata Efrin, non si ferma la macchina bellica del despota turco il quale ha dichiarato che le operazioni di guerra non cesseranno fino all’eliminazione totale del “corridoio del terrore” costituito, a suo giudizio, dalle milizie curde che sono state in prima linea nella lotta contro lo Stato islamico. Molte le critiche ad Ankara. Damasco ha denunciato che l’invasione del proprio territorio è del tutto illegale. L’UE –tramite l’Alto Rappresentante Mogherini ha dichiarato “non smetteremo di alzare la voce per chiedere la fine delle ostilità”. Per tutta risposta, il ministro degli Esteri Celik ha fatto sapere che “l’operazione Ramoscello d’ulivo non è condotta per aggiungere conflitto ai conflitti, ma per porre fine alle ostilità del terrorismo”. Anche la reazione degli USA è del tutto tiepida. Washington ha detto di essere “profondamente preoccupata” per gli eventi delle ultime ore mentre l’Unione europea è legata a filo doppio con Erdogan per fermare l’esodo dei migranti verso l’Europa.Un appoggio pagato a caro prezzo se è vero che –come è avvenuto in questi giorni – l’UE ha versato al regime di Erdogan altri tre miliardi di euro.Senza contare che l’armamento dell’esercito turco è fornito dagli USA e dall’industria europea per cui ipocritamente si condanna la campagna di guerra di Erdogan ma non si fa niente per fermarla, anche se, fino a qualche giorno prima dell’intervento turco l’Europa aveva riconosciuto il merito dei curdi per aver collaborato alla cacciata da Afrin dello Stato islamico, come era accaduto mesi fa  per Kobane. Oggi in un’intervista rilasciata a “La Repubblica” del 20 marzo, Michele Rech, in arte Zerocalcare, noto fumettista italiano che è stato spesso in quella zona di guerra, non nasconde la sua preoccupazione per questa campagna turca “che è uno dei momenti più drammatici della guerra, peggiore di quella dell’ISIS”. Per quanto riguarda la tiepida reazione dell’Europa, polemicamente denuncia il silenzio dell’Europa: “chi agita lo spauracchio del terrorismo e dei flussi migratori dovrebbe sapere da che cosa fugge questa gente”. “Lo stesso vale per chi parla di diritti. Dal PD alla Lega: aiutarli a casa loro, dicono. Ma cosa significa, farli bombardare a casa loro dalla Turchia che distrugge le città e genera nuovi profughi? E poi l’Europa gli dà dei soldi per tenersi coloro che si è cercato di ammazzare?”. Parole che ci sentiamo di sottoscrivere alla luce di quanto accade oggi in Europa. Se l’UE non riesce a capire che non può dirsi estranea a questa vicenda, se non interviene con la forza del diritto o con il diritto della forza in questo conflitto, se non condanna nei fatti e non solo a parole la scelta di morte del despota turco, se non dimostra fermezza contro questa guerra, ebbene non può contare sulle nostre simpatie. Un sistema politico che non fa che adeguarsi alla politica dell’imperialismo mondiale, in primo luogo degli USA, non è più quell’Europa che negli anni scorsi ci aveva fatto sperare nel superamento dei nazionalismi e nel trionfo del diritto, in primo luogo dei popoli oppressi, con cui noi restiamo solidali. Se l’Europa sceglie di stare dalla parte dei banchieri, della finanza internazionale o di chi oggi alimenta guerre e distruzione, purtroppo ha fallito la sua missione storica.

Marzo 2018

E. Oropallo

Il dramma di Afrin

Back To Top
Translate »