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CRONACHE DEL CORONAVIRUS

Singapore, tutto «marcia indietro»

Sembrava che in un primo tempo fosse riuscita la città asiatica a controllare il contagio lasciando tutto aperto, ma due settimane fa, un’improvvisa impennata per causa ancora da accertare ha costretto il premier ad una precipitosa marcia indietro: la chiusura “sovranista” per un mese di tutte le attività non essenziali (Fonte: “La Repubblica” del 22.4).

 

Niente Oktoberfest in Germania

Per la prima volta il coronavirus ha imposto la cancellazione dell’Oktoberfest a Monaco di Baviera, il più grande festival della birra che era in programma per settembre, come ha annunciato il presidente bavarese. A conferma, dunque, che bisognerà attendere ancora mesi per poter parlare di aver superato la fase più delicata della pandemia anche in Germania.

(Fonte: “La Repubblica” del 22.4)

 

Berlino, movida spenta e parchi aperti

La capitale europea (Fonte “La Repubblica” del 21.4) “si è abituata in fretta a convivere con il Covid-19. Anche con la chiusura dei negozi, i berlinesi non rinunciano alle loro abitudini. L’inverno è stato lungo – scrive ancora il giornale – e con il primo timido sole si sono riversati nei parchi e sulle rive dei laghi miriadi di berlinesi…Corrono, pedalano, sorseggiano birra e giocano a ping-pong sempre nel rispetto rigoroso delle distanze da tenere, pochissime le multe elevate ai contravventori. Persino gli strafottenti berlinesi si sono adeguati alla dura legge del virus”. Con un pizzico di invidia da parte di chi, come noi, è costretto a pedalare sulla cyclette o a girare come un matto dieci volte intorno al caseggiato….

Ma che colpa abbiamo noi?

 

La Danimarca in corsa

A differenza degli altri paesi europei, dopo un mese di rigorose misure di emergenza, la Danimarca è diventato (“La Repubblica” del 21.4), il primo paese dell’UE a passare di fatto alla fase 3 nella lotta al coronavirus. Il governo guidato dalla social-democratica Mette Frederik ha deciso la riapertura – solo dopo controlli sanitari accurati – di parrucchieri, fisioterapisti, autoscuole, saloni di massaggi e tatuaggi. Certo non si può parlare di bisogni primari ma si vede che i danesi, fortuna loro, sono ben oltre i limiti che abbiamo in Italia. Chiusi ancora ristoranti, bar e locali pubblici mentre le scuole di ogni ordine e grado sono state riaperte dal 15 Aprile. Anche in questo campo, anticipando e di molto le decisioni di altri Stati europei che prevedono di attendere ancora qualche settimana per la riapertura delle scuole, mentre da noi, per sottolineare ancora la scarsa considerazione che ha la scuola oggi in Italia, ormai gli alunni e gli studenti di ogni ordine e grado per rivedere i banchi di scuola, dovranno aspettare solo il prossimo settembre. A causa anche delle scarse risorse destinate alla nostra scuola, il governo non è riuscito in questi mesi ad adeguare gli edifici scolastici in modo da assicurare agli studenti quel distanziamento nelle aule scolastiche opportuno per evitare i contagi, senza dimenticare che circa il 50% degli edifici scolastici in Italia avrebbero bisogno di una manutenzione straordinaria per eliminare il rischio di crolli che si sono verificati anche negli ultimi anni.

 

Bielorussia, quarantena dal basso

Nessuna restrizione in Bielorussia che ha mantenuto frontiere e scuole aperte e proseguito il campionato di calcio. Anche le chiese sono rimaste aperte in aprile, scrive “La Repubblica” per la Pasqua ortodossa. La vita continua come prima, eccetto negli ospedali, dove si contano 2.919 casi di Covid-19 ed il Ministero della Sanità dichiara che sono state registrati 29 morti. Nonostante le rassicurazioni del regime, dicendosi il Presidente più preoccupato dell’economia del paese che per il virus, un inviato dell’OMS, lo ha invitato ad adottare misure restrittive, come il distanziamento sociale agli eventi di massa, perché con un raddoppio dei casi ogni due-tre giorni, la pandemia sta entrando in una nuova e preoccupante fase. Molti abitanti, a dispetto della sicurezza mostrata dal regime, ha iniziato ad adottare una “quarantena dal basso”. Lo scorso mese il numero dei passeggeri nella metropolitana di Minsk è diminuito di ¼ mentre i proventi della ristorazione sono crollati dell’80%, mentre le aziende private incoraggiano il tele-lavoro e perfino i tifosi del calcio boicottano gli stadi rimasti semi-deserti. Nel paese, qualcuno, come Olga Karatch, attivista di Vitebsk, paragona il negativismo di Lukashenko ai tempi di Chernobyl o al disastro del Titanic quando in prima classe la gente continuava a danzare e divertirsi, mentre la terza classe era già sott’acqua. E così che si vince la battaglia contro il virus? Ma va detto che “democraticamente” anche da noi i più poveri stanno facendo ancora la conta dei morti mentre i ricchi sono andati a passare la quarantena nelle isole dorate dei Caraibi. E non sono pochi a farlo, visto che il numero dei milionari in Italia è cresciuto nell’ultimo anno, mentre il governo continua a far pagare i costi prima del disastro economico e poi della pandemia alle fasce più deboli della popolazione.

27/4/2020

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