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CHE COSA PENSA L’EUROPA DI QUESTA CRISI

Se in Italia si continua a litigare sulla responsabilità di questa crisi di governo, non è inopportuno vedere che cosa ne pensa l’Europa visto che ieri Conte è andato in Parlamento per cercare di avere i numeri perlomeno per non andare in minoranza, rinviando ad un momento successivo di chiarire come intende gestire i fondi del Recovery Fund che è stata una, se non l’unica ragione, di questa crisi. In un’intervista al quotidiano “La Repubblica” del 17 u.s., Lars Feld, a capo del comitato dei saggi che consiglia la Cancelliera Merkel, lancia un messaggio molto duro: “La crisi va chiusa rapidamente e vanno scongiurate le elezioni anticipate che farebbero vincere la destra”. Ma subito dopo il professore formula un’aperta critica a Conte. “La priorità – aggiunge – è che l’Italia riprenda in mano il Recovery Plan e lo migliori decisamente…perché contiene pochi investimenti del futuro e troppi investimenti in settori in perdita”. E questo suona come un apprezzamento per Renzi che ha sollevato il problema dell’uso delle risorse europee. Aggiunge infatti l’intervistato “Matteo Renzi ha esagerato ma ha ragione su un punto: i fondi per la sanità del Mes vanno chiesti” avvertendo infine che la BCE “non può occuparsi dei giochini politici dell’Italia: c’è il rischio che i falchi (in Europa) rialzino la testa”. A proposito della copertura finanziaria finora assicurata dalla BCE ai titoli di Stato emessi dall’Italia, conferma che “se lo spread cominciasse a salire a causa della crisi politica in Italia, la BCE sarebbe messa sotto pressione per l’acquisto di titoli di debito pubblico italiano”. Insomma, in caso di caduta del governo o di un governo comunque fragile, l’Italia avrebbe molte difficoltà a chiedere solidarietà all’UE e soprattutto rischia di bloccare il trasferimento di risorse promesse dall’Europa in base al piano Recovery Fund.  Un vero e proprio disastro che forse Conte e compagni non hanno neppure valutato mantenendo una posizione ostinatamente dura, rispetto ad un soggetto politico, Italia Viva che comunque in questa ultima settimana sta cercando di spiegare le ragioni vere di una crisi che, comunque, in Europa sono abbastanza chiare. Se il governo cadrà, ebbene Conte sarebbe il primo a lasciarci le penne. Un commento duro viene anche dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung: “Purtroppo questo governo oltre alla gestione della pandemia, non ha prodotto niente che guardi al futuro. Conte voleva distribuire i soldi di Bruxelles secondo criteri politici e clientelari. E dunque è meglio che cada”. A Bruxelles prevale il timore per questa fase di incertezza che si è aperta in Italia e la possibilità di una vittoria dei sovranisti. “La preoccupazione non è solo perché sia scoppiata in Italia una crisi politica grave, questo perché a molti mesi dal via libera europeo del Next Generation Eu, il Recovery Plan è ancora un documento con molti punti deboli. E il ragionamento è, anche, che se Renzi ha aperto una crisi facendo leva sulle lacune del più ambizioso piano di rilancio dalla fine della guerra, Conte gli ha offerto il fianco per farlo”. Il giudizio di incompetenza che Italia Viva ha denunciato è ben fondato e lo testimonia anche il commento aspro che ne ha fatto il quotidiano tedesco. Del resto in una sua recente intervista al quotidiano La Repubblica era stato proprio il Commissario Gentiloni a lanciare segnali severi verso le scelte romane, criticando la bozza predisposta dal governo. Anche se Conte riuscisse a portare avanti il suo piano di trovare un gruppo di senatori decisi ad appoggiarlo “quali saranno le garanzie che potrà dare questa nuova maggioranza che si presume striminzita se il metodo di giudizio è il rigore e l’utilizzo delle risorse in chiave non clientelare?”. Ha valutato Conte quali potrebbero essere le conseguenze di questo nuovo governo raccogliticcio e senza un’anima? Quello che ci sorprende è anche la posizione assunta dal PD e da Zingaretti in particolare, fermo nella sua posizione intransigente e di chiusura verso Renzi anche qui con scarsa lungimiranza politica. Un ritorno alle urne potrebbe mandare a fondo anche la debole navicella del PD. Possibile che non ci sia nessuno in Italia capace di far capire a Conte di fare un passo indietro e di avviare un dialogo aperto con tutte le componenti del governo compresa quella di Italia Viva? Perché se è vero che Renzi ha messo in campo tutta la sua arguzia politica, le critiche espresse all’operato di Conte sono condivise non solo in Europa ma anche all’interno del PD. E allora, che cosa si aspetta per rivedere l’atteggiamento nei confronti di un alleato del governo, Italia Viva, che rappresenta di fatto l’anima critica di questa coalizione? Senza contare che un Presidente della Repubblica europeista, come Mattarella, potrebbe anche consigliare a Conte un po’ di modestia per salvare un’alleanza che rassicuri anche i nostri alleati in Europa sulle scelte europeiste del nostro paese. C’è ancora tempo per farlo anche se è difficile per un personaggio come Conte che fino ad oggi all’interno del governo ha brillato soprattutto per scarsa democraticità, richiedendo ai suoi ministri solo di adeguarsi alle scelte fatte in solitaria. Se non è disposto a rinunziare a questi atteggiamenti, sarà meglio fin da ora pensare ad un cambio di registro affidandosi semmai ad un personaggio esterno alla attuale coalizione governativa.

19/01/2021

CHE COSA NE PENSA L’EUROPA DI QUESTA CRISI

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