BARRIERE FISICHE ALLE FRONTIERE UE
In una lettera arrivata alla vigilia della riunione dei Ministri degli Interni UE venerdì 8 ottobre, 12 Stati membri hanno chiesto, con una lettera a Bruxelles, di finanziare la costruzione di barriere fisiche ai confini per bloccare l’arrivo dei migranti nell’UE. I 12 Paesi firmatari precisamente: Austria, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Grecia, Ungheria, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia chiedono un aggiornamento del Trattato di Schengen – si legge nel documento che –“i recenti sviluppi alle frontiere esterne dell’UE indicano che l’UE deve adattare il quadro giuridico esistente alle nuove realtà, consentendoci di affrontare adeguatamente i tentativi di strumentalizzazione della migrazione illegale per scopi politici”. “Per garantire l’integrità – continua il documento –e il normale funzionamento dell’area Schengen, tutte le nostre frontiere devono essere protette con il massimo livello di sicurezza, aggiungendo che, le barriere fisiche sembrano essere un efficace misura di protezione delle frontiere per cui questa misura legittima dovrebbe essere ulteriormente e adeguatamente finanziata dal bilancio dell’UE”. Ma si tratta di una falsità in quanto il codice di frontiera Schengen, consente ai Paesi dell’UE di stabilire valichi di frontiera condivisi con i loro vicini non UE, con le guardie di frontiera che effettuano i controlli all’uscita e all’ingresso uno dopo l’altro. Non prevede però la costruzione di barriere fisiche per proteggere le frontiere esterne dell’UE. Il documento non utilizza esplicitamente la parola respingimento: si legge però “nessun Paese terzo dovrebbe essere in grado di utilizzare il nostro sistema di asilo allo scopo di esercitare pressioni politiche e ricattare l’UE e i suoi membri o sfruttare l’attuale situazione in Afghanistan”. Proprio sui respingimenti illegali ai confini di Grecia e Croazia, denunciati dalla stampa nei giorni scorsi, giovedì 7 la Commissione aveva chiesto l’apertura di un’indagine indipendente. Sempre giovedì 7, per coordinare la protezione degli afghani a rischio, i Paesi dell’Unione non hanno preso impegni precisi per aumentare le quote di rifugiati dall’Afghanistan. Anche la proposta dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, di accogliere 42.500 afghani nell’arco dei prossimi 5 anni, è caduta nel vuoto. Nelle stesse ore in cui si svolgeva il vertice, l’UE ha vinto la sua battaglia all’ONU – superando l’opposizione di Cina, Russia e Pakistan – per la designazione di un rappresentante speciale per l’Afghanistan per garantire un monitoraggio continuo, affidato ad un organo indipendente, per aiutare a prevenire un ulteriore deterioramento della situazione dei diritti umani in Afghanistan. Si tratta di misure comunque largamente insufficienti ad affrontare il problema dell’immigrazione che nei prossimi anni certamente aumenterà. Per quanto riguarda la lettera inviata dai 12 Paesi alla Commissione per autorizzare la costruzione di barriere alle frontiere esterne dell’UE, si tratta ovviamente di una provocazione dobbiamo pensare, perché, diversamente, paesi che sono di prima accoglienza come l’Italia dovrebbero costruire una barriera lunga migliaia di chilometri. E’ vero che alcuni Paesi dell’UE come l’Ungheria e la Grecia, tanto per fare degli esempi, hanno già costruito o stanno completando barriere nei confronti degli immigrati che tentino di arrivare in Europa utilizzando o la rotta balcanica o passando per la Turchia. Soluzione che trasformerebbe l’Europa in una roccaforte isolata dal resto del mondo –monolitica ma senza possibilità di rinnovarsi e di rinnovare la società – rinunziando al suo compito storico di faro di civiltà e di cultura. Possiamo rinunziare a questa missione? Possiamo di nuovo chiuderci nel nostro guscio (ipotesi che non si è mai verificata) in una fase in cui, vuoi a causa della pandemia, vuoi a causa della crisi delle nascite rischia di scomparire dalle carte geografiche finendo per essere terreno di guerra tra i nuovi padroni del mondo? Davvero un’ipotesi grottesca che sicuramente sarà respinta dalla Commissione europea anche se alcuni di quei paesi che l’hanno sottoscritta devono il loro rinnovamento proprio grazie all’adesione dell’UE. Dunque, se si tratta della sopravvivenza dell’UE oggi che si vuole mettere in discussione, non bisogna minimizzare la gravità di questa richiesta e bisogna mostrare tutta la risolutezza possibile nel respingerla. Oggi che si parla anche di un allargamento dell’UE ai paesi dei Balcani Occidentali ci sembra davvero imprudente accampare una richiesta del genere tenendo conto che il rafforzamento sul fronte est dell’UE certamente apporterà un maggior controllo del fenomeno migratorio.
Ottobre 2021
Barriere fisiche alle frontiere UE