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ANCORA SCONOSCIUTA L’ORIGINE DEL CORONAVIRUS

Nel recente G7 svoltosi in Cornovaglia, l’Unione Europea si è allineata alla richiesta degli Stati Uniti di un’indagine approfondita che coinvolga la Cina, per capire esattamente da dove è arrivato il virus Sars-CoV-2. Lo hanno ribadito alla vigilia dell’incontro Ursula von der Leyen e Charles Michel. La priorità assoluta del G7 è comprendere l’origine del virus, da dove è arrivato e cosa ha portato a scatenare questa pandemia che ha causato quasi 4 milioni di morti in tutto il mondo. “È essenziale conoscere l’origine del coronavirus”, ha dichiarato la presidente della Commissione. “Ci serve la piena trasparenza su questo tema, perciò sosteniamo ogni tipo di sforzo per arrivare alla chiarezza su cosa sia successo e come si sia sviluppato il virus” ha confermato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Ricordiamo che sulla scorta del report ufficiale sulla pandemia, redatto dell’ex ricercatore dell’OMS Zambon, in seguito oscurato “l’OMS ignorò l’allarme virus piegandosi a Pechino”. Nel suo libro, pubblicato recentemente, l’autore segnala che “il Covid era stato segnalato in Cina già il 31.12.2019 quando l’Ufficio OMS di Pechino venne a conoscenza di circa 27 casi di polmonite di eziologia sconosciuta” e ancora “l’Italia non era del tutto impreparata a un’epidemia quando arrivarono le prime notizie dalla Cina”.  In quella data Taiwan, che non fa parte dell’OMS, aveva allertato l’OMS che in Cina si era diffusa un’infezione di un virus nuovo e di una possibile trasmissione tra uomo ed uomo. L’OMS ne ha dato notizia ufficialmente solo il 21 gennaio, ossia 20 giorni dopo averne avuto notizia mentre il report è stato ritirato su pressione della Cina ma anche perché si riteneva che fosse troppo critico con l’approccio italiano. Quello dell’OMS è stato un errore imperdonabile. Il compito di questa organizzazione non è quello di fare politica ma di occuparsi della salute dei cittadini. Nel novembre 2019 – come riferisce l’Intelligence americano – tre ricercatori dell’Istituto di virologia di Wuhan si erano ammalati e finiti in ospedale con sintomi “compatibili” col Covid 19 ma anche con l’influenza stagionale. Meno di un mese dopo, l’8 dicembre, Pechino conferma il primo caso di Covid indicando come paziente zero un anziano malato di Alzheimer. Tanto bastò perché si diffondesse l’ipotesi, a lungo sostenuta da Trump, che si trattasse di un virus scappato dal laboratorio di Wuhan per cui 18 eminenti studiosi firmavano una lettera pubblicata sulla rivista SCIENCE chiedendo all’OMS di far luce approfonditamente sulle origini del Covid. Anche l’immunologo americano Anthony Fauci, all’epoca a capo dell’Istituto per la Prevenzione delle malattie infettive, sostenne la necessità di un’indagine approfondita “dobbiamo sapere cosa è successo in Cina”. Pressioni che arrivano in coincidenza dell’assemblea dell’OMS, che nell’aprile del 2020 aveva avviato una inchiesta in tal senso, un lavoro svolto in 4 settimane in collaborazione con gli scienziati cinesi, pubblicato nel marzo 2021. “E’ probabile che il virus sia stato trasmesso da animale all’uomo” scrivevano gli esperti, bollando come “estremamente improbabile” la possibilità del virus nato in laboratorio e scappato di lì. Ma i tanti limiti imposti dalle autorità cinesi allo studio, e la scarsità di informazioni sui Coronavirus identificati addirittura alla fine del 2012 dagli scienziati di Wuhan hanno reso il rapporto largamente inattendibile per cui la possibilità di scoprire le origini del Covid sembra ancora lontana. Una conclusione davvero clamorosa che mette in discussione l’indipendenza dell’OMS che va sottratta al controllo politico degli Stati membri dell’ONU, soprattutto in questo caso della Cina, che fece all’epoca precipitosamente ritirare quel documento di Zambon che certo non avrebbe evitato l’estendersi della pandemia anche in Italia ma ne avrebbe sicuramente limitato i danni per la popolazione civile e per gli addetti sanitari. Nel frattempo, malgrado una diffusa campagna di vaccinazione che sta proseguendo senza sosta in tutta Europa e negli USA, il virus continua a fare strage nel resto del mondo per mancanza di mezzi e di risorse economiche, addirittura cambiando continuamente pelle in modo da costituire un pericolo costante per tutte le grandi aree urbane senza che possa dirsi conclusa la battaglia contro questo temibile avversario. Solo se sapremo allargare la vaccinazione a tutti i paesi del mondo ed utilizzare dappertutto minime misure di sicurezza, possiamo ritenerci al sicuro. Ma passeranno anni ancora prima di poter rientrare nella zona sicurezza e gli atteggiamenti di molti dei nostri concittadini – in Italia e in Europa – non fanno che favorire la mutazione continua del virus, allontanando i tempi della guarigione.

Luglio 2021

Ancora sconosciuta l’origine del Coronavirus

 

 

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