ALLARME UE PER L’USO DELLA PLASTICA
La pandemia – secondo un allarme lanciato dalla Corte dei Conti europea – ha fatto “rinascere le abitudini dell’usa e getta – e – dimostra che la plastica continuerà ad essere un pilastro delle nostre economie, ma anche una minaccia ambientale sempre più grave”. ” Se non ci sarà un cambio di rotta l’UE non raggiungerà l’obiettivo previsto della riduzione al 50% di riciclo degli imballaggi in plastica entro il 2025 e del 55% entro il 2030.” Quasi un terzo di questi imballaggi viene spedito in paesi non UE per essere riciclato ma, a partire dal prossimo anno, questa percentuale potrebbe scendere in quanto a partire dal gennaio 2021, gran parte dei rifiuti in plastica saranno proibiti. Il rischio è che alcuni Stati membri non riusciranno a smaltire questi rifiuti per cui potrebbe riprendere il traffico illegale dei rifiuti in Europa. Secondo il rapporto, già oggi il 13% di tutti i rifiuti non pericolosi scompare dal mercato legale mentre per i rifiuti pericolosi, la percentuale sale al 33%. Solo norme più rigorose nella raccolta differenziata e la responsabilità estesa del produttore dovrebbero migliorare la qualità dei prodotti riciclabili. Un altro contributo potrebbe venire dall’industria del riciclaggio che potrebbe creare nuovi posti di lavoro. Secondo l’UE, la produzione di plastica può essere considerata un’attività economica “sostenibile”, a condizione che “sia interamente sostenuto dal riciclo meccanico dei rifiuti di plastica” o da processi di riciclo chimico, sempre nel rispetto degli standard minimi di emissione. Una economica “circolare” che sicuramente potrebbe assicurare un abbassamento della soglia di inquinamento sia dell’ambiente marino che di quello terrestre. La Commissione europea si impegna a raggiungere 10 milioni di tonnellate di plastica riciclata utilizzata nei prodotti entro il 2025ː un risultato che potrebbe portare nuovi investimenti nel settore del riciclo e conseguente creazione di posti di lavoro.
30.11.2020
ALLARME UE PER L’USO DELLA PLASTICA
