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ALLA CORTE DI ZELENSKY

La svolta che sta prendendo questa vicenda desta molta preoccupazione in diversi settori a partire dal mondo dell’economia a finire con quello politico. Tutto ciò perché il presidente ucraino – forte dell’appoggio della NATO che non fa misteri di aver rifornito di armi il paese fin dal 2014 – ha deciso di continuare a sacrificare i suoi concittadini pur di dare “una lezione” alla Russia, trasformando la guerra di resistenza di stampo nazionalistico in una battaglia per la difesa della democrazia. Il bello è che a credere a questo “spot” sia la maggioranza dell’opinione pubblica, bombardata ormai da un’informazione di regime, soprattutto sui canali televisivi, che non fa alcuna differenza tra realtà e menzogna, lasciando ormai parlare a tutte le ore del giorno i sacerdoti della democrazia e gli alleati di fede atlantica, per cui il messaggio di una Russia assetata di sangue finisce ormai per prevalere. Silenzio assoluto di quella minoranza, pur consistente, che sperava che una resa da parte dell’Ucraina avesse potuto evitare morti, sangue e sofferenze al popolo ucraino. Il presidente ucraino pensa di avere tutte le carte in regola per presentarsi nelle capitali europee come il rappresentante più qualificato della democrazia, andando in tournée telematica nei paesi UE a raccontare le sue versioni, trovando soprattutto nelle alte sfere politiche comprensione e solidarietà mentre dietro le quinte le Cancellerie europee cominciano ad essere preoccupate per questi show, rifiutando di portare un fardello così gravido di conseguenze per la famosa “ripresa” che non ci sarà più e alle prese con una crisi energetica che blocca ogni prospettiva di sviluppo. L’ipotesi di un allargamento del conflitto preoccupa l’UE, costretta ad accettare le richieste di USA e NATO, per cui c’è il rischio reale di non riprendersi da questa crisi. Apparentemente sembra che ci sia unanimità tra i rappresentanti dei paesi UE ma la crisi è una brutta bestia per cui è possibile che si verificheranno all’interno della UE ulteriori lacerazioni. Zelensky “questo ex comico diventato eroe per caso” – come scrive il giornale “Il Dubbio” di sabato 19 marzo u.s. – sta tenendo sui carboni ardenti un intero continente, grazie alla NATO, accogliendo l’invito del Segretario Stoltenberg di partecipare alla riunione della NATO congiunta con l’UE e il G7 che si tiene oggi a Bruxelles perché faccia capire quali siano le sue intenzioni, facilmente comprensibili anche dal suo rifiuto di accettare una ragionevole resa. Ma ci sarà pur qualcuno che riesca a far capire a questo eroe per caso che vi è un limite anche per chi pensa ancora che sia una battaglia per la democrazia? Il Segretario dell’Alleanza ha fatto sapere che il progetto è quello di rendere più sicura la frontiera orientale chiedendo agli Stati membri di aumentare il budget per le spese militari. Il nostro presidente del Consiglio, stimato esperto di politica militare, ha dichiarato non solo di essere d’accordo con questo progetto, ma di voler portare la spesa militare al 2% del PIL. Se questo è l’obiettivo, non ci sarà più pace per questo continente e poi ci dovrebbero spiegare come e perché il destino di questo continente debba essere nelle mani di un imperialismo che vuole affermare la sua supremazia sul mondo intero grazie anche alla debolezza delle nostre istituzioni europee e alle scelte subalterne dei nostri rappresentanti politici.

Marzo 2022

Alla Corte di Zelensky

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