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AFFRONTO DEL DESPOTA ERDOGAN  ALL’UE

Doveva essere un incontro, quello fissato mercoledì 6 u.s. tra una delegazione dell’UE e il presidente turco Erdogan che arrivava dopo un anno difficile dei rapporti a seguito dell’intensificarsi del giro di vite sulle libertà e i diritti civili da parte del governo turco. L’appuntamento in Turchia era stato preparato dal portavoce di Charles Michel, Presidente del Consiglio d’Europa. Accanto agli altri punti discussi resta comunque aperta la complessa situazione nello scacchiere del Mediterraneo orientale e il ruolo strategico dell’energia visto che tra tutti i paesi del G20 la Turchia è l’unico a non aver ancora ratificato gli accordi di Parigi sul clima. Al ritorno in Europa sia Michel che la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen hanno giudicato l’incontro utile per rilanciare i rapporti tra Turchia e UE. L’Europa ha chiesto al sultano di continuare ad ospitare i profughi siriani e di rispettare i diritti umani “non negoziabili” come ha ripetuto nel suo intervento la Presidente della Commissione, confermando che l’UE farà pervenire una nuova tranche di 6 miliardi di euro, in aggiunta a quella del 2016. Erdogan avrebbe mostrato la sua disponibilità a sospendere le trivellazioni nelle acque territoriali di Cipro e di Grecia. Un percorso “progressivo e proporzionale” in vista del vertice europeo di giugno. Un incontro concordato anche con gli USA: prima di vedere Erdogan, i rappresentanti UE hanno incontrato anche l’ambasciatore americano in Turchia.

Nell’accordo –come spiega Michel – potrebbe entrare anche il futuro del governo di Tripoli.

Nel suo discorso la Presidente della Commissione ha ribadito che “il rispetto dei diritti fondamentali è cruciale per l’Europa: la Turchia deve rispettarli” aggiungendo “di essere profondamente preoccupata per il fatto che la Turchia si sia ritirata dalla Convenzione di Istanbul sul contrasto alle violenze nei confronti delle donne”.

Erdogan ha accusato il colpo, dopo che uno “spiacevole incidente” che ha rovinato l’incontro, come si è scoperto dalla registrazione video dell’incontro che è stato ripreso dalle televisioni di tutta Europa e che hanno scatenato una lunga polemica tuttora in corso per il comportamento non solo di Erdogan ma soprattutto di Michel.

All’interno dello sfarzoso palazzo presidenziale il Presidente Turco fa accomodare Michel su una sedia al suo fianco, lasciando in piedi la Presidente Ursula von der Leyen che dopo qualche attimo di imbarazzo e di disagio si accomoda, senza che vi sia una parola di scuse, su un divanetto posto lateralmente.

Ma nella burrasca finisce anche Michel che rimane seduto al suo posto, senza nemmeno pensare per un momento che di fatto, il rappresentante effettivo dell’UE era il Presidente della Commissione e non certo il Presidente del Consiglio d’Europa eletto dai singoli paesi membri. Ha rotto il silenzio nello  stesso giorno solo dopo le 22 parlando di una “interpretazione rigorosa da parte turca delle norme protocollari”. Parole che in bocca ad un politico europeo lasciano molti dubbi anche perché in uno degli ultimi incontri avuti da Erdogan con i rappresentanti dell’UE – lo mostra una foto dell’epoca – fa sedere al suo fianco da una parte il Presidente della Commissione Junker e dall’altro il Presidente del Consiglio europeo Tusk. Dunque “uno strappo non solo protocollare – scrive La Repubblica dell’8 u.s. – ma anche politico”. Sia il Ppe di cui fa parte la Presidente ma anche i socialisti e i democratici parlano di episodio “vergognoso”. Se tutta la politica italiana ed europea attacca Erdogan, anche il comportamento di Michel ha sollevato viva indignazione. Secondo Bonanni – sempre su La Repubblica dell’8 aprile scorso – scrive che “lo sgarbo di Erdogan si inquadra nelle crociate che i populisti di tutto il mondo hanno da tempo intrapreso contro i singoli del potere federale europeo. Come Putin che insultato l’Alto Rappresentante UE Josey Borrell in visita a Mosca o come Boris Jonson che rifiutato al rappresentante dell’UE il rango di ambasciatore che gli spetta”. In effetti il messaggio di Erdogan è chiaro: voler discutere con i rappresentanti di singoli Stati nazionali fingendo di ignorare che esiste una realtà politica che è l’UE. Un calcolo davvero errato quello di Putin o di Erdogan. L’unico successo che Erdogan può segnare è aver dimostrato l’inadeguatezza del Presidente del Consiglio europeo che sarebbe dovuto restare in piedi fino a che non si offrisse una sedia anche alla collega. Il Parlamento europeo aggiungerà all’ordine del giorno della prossima seduta plenaria un dibattito sull’incidente diplomatico di Ankara, chiedendo che intervenga lo stesso Michel a dare spiegazioni. Anche se non potrà richiederne le dimissioni essendo eletto dai rappresentanti dei 27 paesi membri che hanno il potere di farlo anche se appare poco probabile.

Aprile 2021

(Avv. E. Oropallo)

Affronto del despota Erdogan all’UE

 

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