ACCOGLIENZA AI MIGRANTI?
All’inizio dell’anno la politica tornava ad occuparsi del problema migranti, come aveva promesso il nuovo governo Conte. A dire il vero, il PD, fra i punti dell’accordo di governo, aveva inserito anche l’integrale modifica del decreto sicurezza. Con il passare dei giorni, malgrado molti commentatori politici ed una fronda del PD insistessero per un provvedimento legislativo in tal senso, il PD prendeva tempo, abituandosi all’idea che bastava modificarlo nelle parti che già il presidente Mattarella aveva indicato. La pandemia scoppiata ha messo in naftalina ogni progetto di modifica e rimosso ogni promessa fatta. Ma il problema non è stato affatto eliminato. Al contrario dopo l’espulsione da parte del governo turco di decine di migliaia di migranti, sbarcati sulle coste greche, son diventate davvero proibitive le condizioni in cui si trovano i migranti, mancando strutture idonee per l’accoglienza: manca l’acqua corrente, i servizi igienici sono pochi, l’assistenza medica è assicurata da una ONG e soprattutto quello che indigna è il comportamento persecutorio della polizia greca che, in collaborazione con elementi della destra greca o provenienti dall’Europa, intervengono in maniera forte a riportare indietro sulla striscia di confine tutti quelli che tentano di passare il confine tra la Turchia e la Grecia per entrare in Europa. Una situazione davvero insostenibile in quanto i profughi sono costretti a vegetare in questa striscia di confine, senza la possibilità di tornare in Turchia, nella speranza che intervenga l’UE a far riaprire la frontiera. Ma oggi l’UE, alle prese con i problemi creati dalla pandemia, lascia questi profughi inermi alla mercé della polizia greca. Si prepara dunque una nuova ecatombe quando il coronavirus si espanderà anche in questa striscia super affollata da famiglie con donne e bambini. Nel frattempo sono ripresi gli sbarchi sulle coste italiane dei migranti in provenienza dalla Libia alla ricerca di un “porto sicuro”. Recentemente, a causa dell’aggravarsi della crisi sanitaria, il governo italiano ha licenziato un decreto col quale ha dichiarato che i porti italiani non possono considerarsi porti sicuri, legittimando così il rifiuto di accogliere i migranti che tentano di entrare in Italia partendo dalle basi degli scafisti in Libia. A causa del Covin-19 anche le navi delle ONG sono ferme nei porti. La sera di Pasqua, secondo informazioni raccolte da un ONG, in mare erano rimasti senza soccorsi quattro gommoni, uno con circa 85 persone a bordo con cui si è perso ogni contatto per cui si teme un possibile naufragio. Pare risolta invece la vicenda della nave “Alan Kurdi” con il trasferimento dei 149 migranti sulla nave “Azzurra” dove trascorreranno il periodo di quarantena. Ma il problema non è solo sanitario ma anche umanitario. “Mai come oggi – scrive Manconi (La Repubblica del 14.4) – è essenziale che chi si dirige verso l’Italia e l’Europa venga soccorso, identificato e monitorato. Perché ciò avvenga un’accoglienza intelligente, dotata di tutti i necessari presidi medici è la scelta obbligata – aggiungendo che – questa politica dell’accoglienza costituisce l’irrinunciabile contributo che l’Italia può dare alla comune battaglia contro l’epidemia”. In una intervista rilasciata allo stesso giornale la portavoce in Italia dell’Alto Commissariato per i diritti dei rifugiati dichiara che “l’imperativo umanitario non può venir meno neanche in questo momento difficile per tutti”. La stessa denuncia che sono almeno due anni che l’ONU ha richiesto all’UE di creare una struttura regionale di salvataggio e di sbarco, senza ottenere risposta alcuna e ricordato che la Libia non è un porto sicuro, a maggior ragione ora che è alle prese come tutti con l’epidemia che comunque, “non può e non deve precludere il diritto a chiedere asilo”, chiedendo agli Stati membri UE che “le restrizioni per la pandemia siano temporanee, che siano bilanciate da misure sanitarie e che però lascino aperte le porte per le tutele per i rifugiati”. Nei prossimi mesi, con il ritorno della bella stagione, nuove ondate di profughi si riverseranno sulle frontiere esterne dell’UE per cui bisogna fare in modo che essi vengano accolti e monitorati perché, se dovessero aumentare gli sbarchi individuali, diventerà più difficile il controllo sanitario essenziale per evitare ulteriori contagi che renderebbero inutili tutti i provvedimenti che l’Italia sta assumendo per ridurre le restrizioni che fino ad oggi ci hanno consentito di rallentare i contagi.
15/4/2020