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A CHI GIOVA QUESTA GUERRA?

Una domanda che si pose quando la Russia decise di attaccare la vicina Ucraina per annettersi una parte del Donbass abitata in prevalenza da una popolazione russofona e la penisola della Crimea occupata fin dal 2014 che una volta faceva parte dell’URSS e ceduta in tempi lontani dal padre della patria Stalin alla vicina Repubblica di Ucraina che faceva parte del vasto impero russo, senza rendersi conto che l’assetto istituzionale avrebbe potuto cambiare corso. Ed è quanto avvenuto con la scomparsa dell’URSS che ha risvegliato piccoli e grandi conflitti territoriali che stanno mettendo in discussione la sicurezza non solo di questa area ma di tutta l’Europa, soprattutto quando il quadro politico dell’Ucraina è stato modificato dall’intervento degli USA e della NATO. In effetti, qualche commentatore politico più affidabile e lontano dal sentimento atlantista manifestato in queste settimane dall’UE aveva fatto capire come gli unici beneficiari di questa guerra, sarebbero stati proprio gli USA e la NATO. Non c’è dubbio che l’entrata in scena della potenza USA e di una organizzazione militare, forte come quella della Nato, abbiano finito per trasformare un conflitto regionale in un conflitto che si è allargato all’Europa intera mettendo in discussione la sicurezza mondiale perché in un mondo globale fortemente connesso è impensabile che quanto accade in una regione possa essere indifferente per il resto del mondo. Non ci dovrebbero essere dubbi che il Presidente degli Stati Uniti Biden, stia tentando di riconquistare la propria supremazia mondiale dopo un periodo di isolamento degli USA voluto da Trump che tendeva a raggiungere un maggior  disimpegno in Europa. E non c’è niente di meglio di una guerra che viene combattuta da un paese terzo ma che è foraggiata militarmente dagli aiuti degli USA e corteggiata anche dalla NATO che ha sempre sognato di creare una nuova cortina di ferro tra la Russia e il resto dell’Europa. Una guerra dunque alla quale l’Ucraina si stava preparando da tempo, ricevendo notevoli aiuti militari dagli USA. Dunque, quelli che si vogliono far passare per patrioti difensori della democrazia e della libertà, sono purtroppo pedine di un disegno politico che è ben diverso da quello della difesa della democrazia. Un conflitto che ha provocato pesanti perdite al contingente militare russo, perché non ci si aspettava da parte ucraina una così forte resistenza e provocato migliaia di vittime innocenti tra i civili in quanto fino ad ora la guerra si è combattuta all’interno di città densamente popolate scatenando il terrore e costringendo milioni di persone a lasciare la propria terra per rifugiarsi nei paesi limitrofi. Le immagini che ci offrono gli inviati sul campo dalle testate giornalistiche sono eloquenti. D’altra parte, non è cinico ricordarlo, i conflitti grandi e piccoli di questi ultimi anni non hanno risparmiato sofferenze ed eccidi alla popolazione civile.  Ci si chiede a questo punto, visto che è in previsione un ulteriore più cruento scontro nella regione del Donbass, perché sacrificare ancora tante vite umane di civili e militari, e di distruggere installazione civili e militari? Perché non fermare questo mostruoso strumento di morte prima che accada l’inevitabile? Che cosa costringe l’UE a seguire il percorso voluto dagli USA e dalla Nato invece di attivarsi seriamente per invitare le parti ad un tavolo di trattativa? Gravissimo errore politico quello dell’UE che ha rinunziato a prendere una posizione autonoma rispetto al più forte alleato atlantico e alle esigenze accampate dalla Nato. Una rinunzia che sta creando già delle crepe all’interno dell’UE in quanto le sanzioni contro la Russia hanno ridotto al lumicino i rapporti economici, di notevole importanza per l’intera Europa, ma anche fonte di profitto per la Russia. Perché l’Europa dovrebbe andare a comprare il gas e il petrolio dal potente alleato atlantico, creando così una dipendenza dagli USA non solo politica ma anche energetica? Perché dimenticare che ai tempi della Brexit gli USA avevano appoggiato l’uscita della Gran Bretagna dall’UE proprio per mettere in crisi lo sviluppo dell’Unione? Senza dimenticare che sia Trump e più tardi Biden hanno richiesto alla Germania di bloccare l’oleodotto Nord Stream 2 che avrebbe aperto una nuova via di trasferimento dei prodotti petroliferi provenienti dalla Russia per l’industria europea con la prospettiva di poter sostituire i rifornimenti russi con i propri a prezzi certamente superiori a quelli previsti dai contratti con la Russia. Oggi stiamo assistendo al trionfo degli USA che si vedono confermato il loro ruolo egemonico nei confronti dell’UE che sembra voler affievolire il suo ruolo di pilastro della democrazia e della libertà per ripararsi sotto la bandiera a stelle e strisce degli USA. Forse l’UE continuerà ad essere un protagonista economico ma non potrà più sognare di diventare un interlocutore politico su una scena mondiale dove si presentano altri paesi come la Cina e l’India. Stiamo di certo entrando in una fase di grandi cambiamenti e la prospettiva della fine del sogno europeo è uno degli scenari più probabili. Anche a causa della mancanza di coraggio e di fermezza sia dell’UE sia dei 27 paesi che ne fanno parte che sono tutt’altro che convinti di realizzare la prospettiva di un’unione politica, lasciando che la Nato, come ripetutamente affermato, il compito di costruire una cortina di ferro e fuoco tra la Russia e il resto d’Europa. Una prospettiva questa che da una parte finisce per ricreare il balletto delle nazioni divise tra loro com’era dopo la prima guerra mondiale che vide il tracollo della Società delle Nazioni. Grazie ad una fase economica favorevole e all’adesione di tanti paesi, sembrava che l’UE ce l’avrebbe fatta a raggiungere l’obiettivo ma, sulla sua strada, ha incontrato ancora una volta un alleato inaffidabile che ha come programma politico quello di rafforzare il suo predominio sulla scena mondiale spegnendo ogni speranza dei popoli europei di far parte di una sola famiglia. Incontrando a Kiev il presidente ucraino, Ursula von der Leyen, ha rassicurato la vicina Ucraina di appoggiare la richiesta di entrare a far parte della famiglia europea. Ma la pace che a parole l’UE auspica, è in contrasto con gli aiuti militari promessi al paese in guerra, per sostenere lo sforzo bellico fino alla vittoria. Dunque, una scelta bellicista che finirà per allargare questa guerra insensata. Se il rappresentante russo all’ONU mette in guardia gli Stati Uniti che continuano a fornire armi all’Ucraina, non è un caso che Johnson si sia recato a Kiev per consegnare di persona al presidente ucraino nuove forniture di materiale bellico, confermando di essere al fianco del popolo ucraino. Non è questo il sistema per fermare la guerra ma per continuarla ed è questo che vogliono a chiare lettere USA e NATO. E’ disposta l’UE a sacrificare la vita dei suoi abitanti, a distruggere la propria macchina economica per sostenere questa prospettiva di una guerra senza fine che può mettere in discussione anche la vita su questo pianeta? Dove sono finiti i progetti per un’energia rinnovabile per evitare una catastrofe ecologica? Se volesse, anche domani l’UE ha i mezzi per intervenire tra la Russia e l’Ucraina per ottenere una tregua immediata e rilanciare la prospettiva della pace che significa riportare la fiducia tra tutti i popoli di questo continente, predisponendo un piano di sviluppo economico di cui sono parte gli Stati europei, costruire un sistema di sicurezza che veda la collaborazione di tutti i paesi europei, prendendo le distanze dalle soluzioni militariste che fanno tanto piacere agli USA e alla NATO. L’UE ha le chiavi per scardinare questo patto sottoscritto con gli USA e la NATO. L’interrogativo che si pone è semplice ma anche drammatico: quanto siamo disposti a fare per riportare la pace in questo luogo che fa parte dell’Europa? Fino a che punto l’UE è disposta a tollerare che il suo sviluppo e quello del continente intero sia ancora una volta deciso da potenze estranee ai principi dell’Unione e contrarie agli obiettivi di crescita dell’UE? Qualcuno in Italia e all’estero ha criticato la posizione dei “pacifisti” e di quanti hanno deciso di non prendere posizione. Non siamo né interventisti né appoggiamo l’invasione dell’Ucraina ma indichiamo un’altra strada, quella della ragione e della pace, in nome dei giovani e a nome di tutti i popoli europei. Chi fomenta la guerra, fuori dall’Europa, e fuori la Nato dall’Europa.

Aprile 2022

A CHI GIOVA QUESTA GUERRA

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