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A CHE SERVONO I TRATTATI?

E’ il momento di chiederselo difronte allo spettacolo ignobile che sta offrendo la Polonia, paese membro dell’UE, che ha posto al confine con la Bielorussia una barriera umana – ben 15.000 soldati – per impedire l’accesso ai rifugiati che si ammassano in uno stretto corridoio tra le due frontiere, senza acqua, all’addiaccio, alla mercé delle violenze della polizia, che chiedono di voler entrare in Europa che riconosce loro un diritto, quello dell’accoglienza che è uno dei pilastri dell’UE e della politica migratoria. A che serve il diritto dell’UE quando sul confine tra Grecia e Turchia un altro membro dell’UE tiene sotto controllo migliaia di migranti che da anni sono trattenuti nell’Isola di Lesbo cui si impedisce l’accesso all’Europa? I paesi del gruppo Visegrad – negli ultimi anni – quando la rotta mediterranea scaricava sulle frontiere Sud dell’Europa migliaia di migranti che scappavano dalle guerre e dalle torture, si richiamavano al Trattato di Dublino che stabiliva che il dovere dell’accoglienza spettava innanzitutto ai paesi dove i migranti sbarcavano. Ed ora, invece, che la Polonia si vede alla sua frontiera l’arrivo di qualche migliaia di migranti, non si fa scrupolo a bloccare ogni accesso mentre l’UE ha detto di non poter costringere la Polonia ad accogliere i migranti. Un trattato dunque a due facce? O fanno paura poche migliaia di migranti che chiedono di entrare in Europa popolata da circa mezzo miliardo di cittadini? Non è solo il diritto ad essere travolto ancora una volta dalla violenza e dalle politiche sovraniste dei paesi delle frontiere Nord dell’Europa. Quando si costruiscono muri per bloccare i fenomeni migratori, ebbene ad essere in gioco è la stessa esistenza dell’UE. La Corte di Giustizia europea ha stabilito che le regole che limitano il diritto di asilo si basano su criteri che non rispettano gli accordi europei. Come scrive Andrea Bonanni – su La Repubblica del 22 novembre 2021 “non saranno certo alcune centinaia di profughi a costituire un problema per un paese di 38 milioni di abitanti”. L’UE si è limitata a condannare la Bielorussia per l’uso cinico dei rifugiati. E per la Polonia che cosa si dice o che cosa si fa? Il governo di Varsavia ha fatto della questione dei migranti una bandiera rifiutando il ricollocamento di quelli sbarcati sulle coste dell’Italia e della Grecia, affiancandosi all’Ungheria anch’esso in preda all’isteria anti-migranti. “La migrazione verso l’Europa dev’essere fermata e il futuro del continente dev’essere basato sulle famiglie” ha dichiarato un portavoce del governo ungherese. Dimenticano i partiti sovranisti al potere in questi due paesi che, quando è caduto il muro di Berlino, sono stati accolti nell’UE senza passare alcun esame, grazie anche all’appoggio degli USA che hanno completato il progetto di costruire una nuova cortina di ferro contro la Russia dopo aver aperto le porte della NATO a questi paesi. Se l’UE non è capace di far rispettare gli accordi europei, non sarà facile completare il percorso avviato negli anni 50 del secolo scorso, di dare vita ad una nuova federazione di Stati europei a difesa del diritto, della solidarietà e della giustizia sociale. E’ bene che vi sia una riflessione su questi aspetti perché non possiamo costruire un nuovo soggetto politico per difendere gli interessi finanziari lasciando in piedi tante nazioni che rispecchiano ormai una realtà superata dai tempi. L’Europa che noi vogliamo è quella della solidarietà tra tutti i popoli, mettendo al bando, una volta e per sempre, l’Europa delle Nazioni per mettere al bando la guerra che sembra invece affacciarsi di nuovo nel cuore della vecchia Europa. E’ di questo e non altro che dobbiamo discutere, se vogliamo abbattere i muri, che non servono allo sviluppo dell’umanità nei prossimi anni.

Dicembre 2021

A che servono i Trattati

 

 

 

 

 

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