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A PROPOSITO DEL NUCLEARE

Poiché se ne raccontano tante di frottole a proposito della centrale nucleare oggi controllata dalle truppe russe, nel silenzio quasi assoluto della stampa e dei mezzi audiovisivi, sabato scorso 11 ottobre il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato il presidente dell’Agenzia internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) Mariano Grossi.

Il colloquio è stato organizzato per stabilire una zona di sicurezza intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. E’ la prima volta dall’inizio della guerra che Putin ha accettato di incontrarsi con il responsabile della Agenzia nucleare dell’ONU per cui si sono finalmente intravisti segnali di distensione non solo per quanto riguarda la centrale nucleare ma anche per l’escalation di accuse pronunciate nel corso delle ultime settimane. Dopo l’arresto del Direttore della centrale Igor Muraschov, rilasciato dopo tre giorni di detenzione, il 5 ottobre Putin ha firmato il decreto che ufficializza il trasferimento della proprietà della centrale all’organizzazione della ZNPP di proprietà russa che gestirà la centrale fino al 1 gennaio 2028 assumendo il controllo di tutte le operazioni di sicurezza, di produzione e manutenzione.

Sia l’AIEA che le Nazioni Unite non hanno ufficializzato il passaggio della proprietà continuando a considerare la centrale di proprietà dell’Ucraina. Questo può essere visto come un primo segnale di distensione anche per un eventuale uso di armi atomiche. Non è un caso che, poche ore dopo l’incontro, il Ministro degli Esteri Lavrov ha dichiarato che la Russia è aperta ad un possibile incontro tra Putin e Biden alla conferenza dei G20 in programma a Bali tra il 15 e 16 di novembre, rassicurando che la Russia non farà mai uso di armi atomiche nei confronti dell’Ucraina.

Una dichiarazione che è un segnale tranquillizzante che, almeno in parte, bilancia le dichiarazioni di altri esponenti di primo piano come  quella di Dimitry  Medveden che ha rimarcato  “il diritto di usare l’arma nucleare se lo riterrà necessario”.

Resta però alto il rischio dell’incidente dovuto a un errore come dimostrano i bombardamenti sulla centrale nucleare anche sotto la pressione di strategie militari che hanno interesse a rendere ancora più ingovernabile questo conflitto.

Oggi purtroppo quello che manca è un solido canale di comunicazione. Il consigliere nazionale degli USA Jake Sullivan ha dichiarato che gli Stati Uniti risponderanno a qualsiasi uso russo di armi nucleari contro l’Ucraina e ha spiegato che ci sarebbero conseguenze catastrofiche per la Russia. Per fortuna qualcosa si sta muovendo: il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha parlando al telefono con il Ministro della Difesa russo Serghej Shoigu sottolineando l’importanza di mantenere linee di comunicazione durante la guerra in corso contro l’Ucraina. Si tratta del primo colloquio dei due ministri della Difesa dopo 5 mesi di silenzio. Il Pentagono così commenta “è stata una buona opportunità per rimanere in contatto”. Di fatto le attività belliche sono state in questo periodo rallentate da ambo le parti, un segnale positivo che potrebbe essere di preludio ad un incontro che possa segnare un primo passo nella direzione di una tregua delle operazioni militari.

 

Ottobre 2022

A PROPOSITO DEL NUCLEARE

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