LA LIBERTÀ DI STAMPA NEL MONDO È SEMPRE PIÙ A RISCHIO
L’attacco al giornalista Sigfrido Ranucci riaccende il dibattito sulla sicurezza dei giornalisti. Ranucci è da tempo conduttore di Report, il programma di inchiesta trasmesso su Rai 3, noto per i suoi approfondimenti sulla corruzione e la criminalità organizzata. Negli ultimi tempi era stato oggetto di numerose minacce e intimidazioni per cui gli è stata concessa nel 2021 la protezione della polizia.
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Ranucci ha dedicato la sua carriera al giornalismo d’inchiesta, ha anche denunciato che quattro puntate del suo programma di inchiesta Report sono state tagliate dalla direzione della Rai, una decisione senza precedenti in trent’anni di storia del programma. Alessandro Costante, segretario generale del sindacato dei giornalisti italiani (FNSI) ha affermato che l’attacco al giornalista ha “fatto regredire la democrazia in Italia di diversi decenni“. È “un attentato, non solo al collega di Report, ma alla libertà di informazione“.
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La rivista PeaceLink ha scritto che “l’Italia ama definirsi un Paese libero e democratico, ma chi crede in questi principi e li persegue fino in fondo lo fa a suo rischio e pericolo. Il giornalista libero è sempre sgradito al potere, ma in Italia è evidente un’anomalia, perché fare informazione indipendente è diventato un atto di coraggio, un rischio pesrsonale, come dimostra l’attentato a Ranucci“.
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Il giornalismo, come ha osservato il sociologo Carlo Sorrentine, è una “bussola che ci fornisce informazioni indispensabili per orientarci nella complessità della vita quotidiana“. “Il giornalismo può essere considerato, dunque, a tutti gli effetti, un bene pubblico, con una propria centralità, nella società moderna“, come ha sottolineato Giovanni Bechelloni, pioniere in Italia degli studi sociologici.
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Senza giornalisti e senza giornalismo, senza la capacità di rendere pubbliche le novità man mano che accadono, raccontandole, interpretandole e commentandole in modo chiaro e conciso la nostra società non potrebbe esistere. Ma questa funzione del giornalista è sempre più messa in discussione nel mondo intero.
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L’attacco al giornalista riaccende il dibattito sulla sicurezza di questo mestiere sempre più rischioso. Soprattutto se si indaga su interessi politici o sulla criminalità organizzata. Quello che sta accadendo negli USA ci ricorda che, sempre più spesso, il potere politico si libera di giornalisti scomodi – così come avviene anche in Russia, o nei paesi del Sud America. Insomma, rendiamoci conto che non esiste sicurezza per chi ha scelto di fare questo mestiere.
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Anche in Italia la libertà di stampa è sempre più erosa, fra querele temerarie, concentrazioni di proprietà, pressioni e censure. Nel rapporto UE sullo stato di diritto 2024 la Commissione europea ha espresso preoccupazioni per l’assenza di progressi nella riforma sulla diffamazione e per il sistema di finanziamento dell’emittente pubblica.
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Proprio in questi giorni il Garante per la privacy ha inflitto al giornalista una sanzione di 150 mila euro per la puntata andata in onda l’8 dicembre dell’anno scorso – per aver divulgato la conversazione tra l’allora Ministro Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini nel pieno del love affair con Maria Rosaria Boccia. Sigfrido Ranucci l’aveva prevista. “In questi giorni – ha detto – avevo raccolto solidarietà bipartisan, ma si sta rivelando ipocrita“.
Ottobre 2025
Avv. Eugenio Oropallo