DOPO IL FALLIMENTO DELLA BREXIT
Dopo 10 anni circa dalla Brexit sono ripresi i rapporti fra UE e UK, che avevano raggiunto “il minimo storico“, grazie anche a Kaja Kallas per il lavoro svolto per realizzare il Partenariato per la sicurezza e la Difesa tra Regno Unito e UE. Questo accordo consentirà al Regno Unito di svolgere il suo ruolo nella grande questione dell’Europa nel prossimo decennio. Oltre a questo patto di difesa, gli Stati membri dell’UE e il Regno Unito hanno concordato un programma di colloqui futuri per approfondire, tra le varie cose, i legami in materia di energia, migrazione e alimentazione.
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Certo è che questo accordo è stato favorito dalla collaborazione fornita dalla Gran Bretagna, come membro della NATO, nel conflitto ucraino. A partire dal sabotaggio dell’oleodotto costruito insieme dalla Germania e dalla Russia. Un’opera che era il fiore all’occhiello della Germania che si riforniva delle materie prime russe a prezzi calmierati con un risparmio anche per i Paesi dell’UE. Senza dimenticare la pressione esercitata anche dal Presidente USA, all’epoca, per ritardare la firma del trattato da parte della Germania. E fu proprio il Presidente USA uno dei sostenitori della Brexit, promettendo alla Gran Bretagna favorevoli condizioni nell’interscambio commerciale.
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Poco durò questo idillio con il colosso americano, quando fu chiaro che gli USA non avrebbero mantenuto le loro promesse. Peggio ancora fece il governo conservatore di Johnson che caricò il Paese di un pesante debito nei confronti dell’UE che ancora oggi si trascina. È per questo che Londra sta lavorando per rientrare nell’UE trovando comunque l’opposizione di diversi Paesi, memori del voltafaccia inglese.
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Mentre la Von der Leyen ha parlato addirittura di un “accordo storico“, il Primo ministro britannico ha confidato di essere soddisfatto per aver sottoscritto un patto sulla sicurezza che permetterà di accedere al nuovo fondo della Difesa europea da 150 miliardi di euro. Lo stesso ha fatto il sindaco supereuropeista di Londra, Sadiq Khan, che parla di un futuro più prospero e sicuro.
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L’accordo di “reset” del Regno Unito con l’UE ha suscitato grida di “tradimento” da parte degli oppositori. Ma dovrà passare del tempo, prima che la Gran Bretagna possa rientrare dalla porta principale nell’UE anche perché – è meglio ricordarlo a chi ha la memoria corta – l’ingresso di un nuovo membro nell’UE deve trovare ottenere l’accordo di tutti i Paesi membri. E ci può essere qualcuno che possa far marcia indietro, anche se bisogna tener conto dei futuri sviluppi politici in Europa. È lo stesso Ministro britannico per l’Irlanda del Nord, Hilary Ben, a dichiarare che “il Regno Unito deve mostrare all’UE che può essere di nuovo affidabile, dopo che la sua reputazione è stata distrutta dal governo di Johnson che firmò accordi che non aveva intenzione di rispettare“. Anche se è stato elogiato dalla comunità nazionalista dell’Irlanda del Nord che è favorevole a un’eventuale ritorno nell’UE, tramite la riunificazione con la Repubblica irlandese.
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L’accordo con l’UE appare essere una nuova alleanza militare e di intelligence. Inoltre, le due parti hanno promesso un coordinamento più stretto sul sostegno all’Ucraina. A ciò si aggiunge l’intenzione di Parigi di limitare l’accesso al Fondo europeo per la difesa di Londra. I dettagli del contributo finanziario del Regno Unito saranno oggetto delle prossime fasi dei colloqui. La Francia è considerata comunque uno dei Paesi più resistenti alla partecipazione britannica, ciò non per calcolo finanziario ma per l’impatto che l’ingresso delle imprese britanniche potrebbe avere sulla propria industria della Difesa.
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I piani per la difesa di Londra si scontrano con la necessità di finanziarli: si temono nuovi tagli al welfare, mentre Farage guadagna terreno. Dove li trova i soldi il Primo Ministro britannico? La coperta è corta e ci sono da fare scelte dolorose. La caccia al denaro è ulteriormente complicata da questioni politiche, perché il governo laburista è sotto pressione anche dell’ala sinistra del partito secondo cui il governo teme di alienarsi i lavoratori dopo i tagli allo stato sociale dell’autunno scorso. Per questo Starmer ha già annunciato una mezza retromarcia in quanto ha revocato gli aumenti ai pensionati, nell’ultima legge di bilancio, né l’UE è disposta a finanziare le spese militari della Gran Bretagna.
Giugno 2025
Avv. Eugenio Oropallo