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IL PROFUMO DEL POTERE

Qualche giorno fa ci siamo occupati del sig. Casalino, portavoce dell’Ufficio Stampa del Presidente del Consiglio, che porta a casa ogni anno uno stipendio di ben 169.000 euro, superiore, sembra, ma la notizia va confermata, allo stipendio dello stesso Presidente del Consiglio. Non mettiamo in dubbio che il predetto abbia tutte le capacità per occupare quella delicata posizione, titolo di studio, una professionalità dignitosa che possa giustificare uno stipendio così alto. Ma anche questa circostanza dovrebbe essere considerata perlomeno dal Presidente del Consiglio perché non si possa dubitare sulla scelta di un suo diretto collaboratore. E allora, ci fa sapere il prof. Conte quale sia il “curriculum vitae” in base al quale è stato scelto il sig. Casalino? Anche per mettere a tacere tutti quelli, e non sono pochi, che parlano di un nuovo caso di familismo. Sembra inoltre che le spese per la comunicazione siano addirittura cresciute rispetto alle passate gestioni. I sette dipendenti dell’Ufficio Stampa di Conte costano 662 mila euro all’anno. Una vera cuccagna, in tempi di crisi come questi! Le spese di Gentiloni si fermavano a 525 mila euro. Dopo la vicenda del suo stipendio riportata dalla stampa, Rocco Casalino ritorna agli onori della cronaca. In una registrazione Whatsapp che il portavoce del Presidente del Consiglio avrebbe inviato ad un suo interlocutore, probabilmente un giornalista, pubblicata da alcuni quotidiani tra cui “La Repubblica” “…o i tecnici del tesoro trovano i soldi – scandisce Casalino – o il M5S sarà pronto a far scattare “una mega vendetta”. Un regolamento dei conti nei confronti di alti dirigenti del Tesoro, incolpati di fare ostruzionismo. “Tutto il 2019 – aggiunge – sarà dedicato a far fuori una marea di gente del MEF”. Frasi che arrivate in Via XX Settembre avrebbero fatto storcere il naso al ministro Tria. Immediata la levata di scudi da parte del M5S che conferma che quella di Casalino è la linea al M5S perché nei Ministeri c’è chi rema pesantemente contro. Contro il M5S ovviamente, per contrastare il cambiamento. Nel mirino in primo piano il ragioniere generale dello Stato ma la reazione immediata del Ministro dell’E.eF., Tria che blinda i propri collaboratori, fa sapere che “l’attribuzione di risorse a determinate voci di bilancio piuttosto che ad altre non spetta alle strutture tecniche del MEF perché è una scelta politica” ribadendo la sua posizione recentemente anche nel corso di un intervento al convegno di Confcommercio quando afferma “di aver giurato nell’esclusivo interesse della nazione e non di altri e non ho giurato solo io”. Severe critiche anche da parte dell’opposizione anche se timidamente qualche rappresentante della maggioranza di governo tenta di limitare la gravità delle affermazioni di Casalino… “Non credo che il portavoce del premier abbia il potere di cacciare qualcuno” ha detto il Sottosegretario della Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Conte, ovviamente, è sempre il primus inter pares  per cui non solo ribadisce la piena fiducia al suo portavoce ma approfitta per ribadire “la piena compattezza e unitarietà del governo nell’elaborazione della manovra economica”. Qualunque sia la sorte di questo governo, che sia approvata o meno la manovra economica, che vede oggi una grossa discussione all’interno del Consiglio dei Ministri, resta la vicenda di questo rampante rappresentante della politica del cambiamento che, in altri tempi, non avrebbe perso tempo a rassegnare le sue dimissioni ma si è guardato bene dal farlo. L’attacco alla compagine del ministero è senza dubbio, per i toni triviali utilizzati, un episodio che quanto meno dovrebbe portare al suo allontanamento se non ha la dignità di riconoscere che è inadeguato ad occupare un carica pubblica, all’interno di un organismo governativo come è il caso dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio. Non si può consentire che resti nel suo posto ma è il governo, questo governo, capace di allontanare un individuo del genere? Forse bisognerebbe ricordare ai capi del M5S che non si tratta di una struttura privata ma di un incarico pubblico ma abbiamo seri dubbi che lo riconoscano dopo aver marciato col passo dell’oca ad occupare le poltrone del potere.

Settembre 2018

 IL PROFUMO del POTERE

 

 

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