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LA RIFORMA CHE VERRA’ …

Alla ripresa dei lavori, nella riunione del 29.8 il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto “Sblocca Italia” e varato una ennesima ipotesi di riforma della giustizia civile.
In attesa della pubblicazione sulla G.U. del testo definitivo val la pena soffermarsi brevemente sulle principali novità processuali. Secondo il premier Renzi, l’intenzione del Governo è di pervenire “nel periodo di mille giorni” all’obiettivo di avere una sentenza di primo grado nelle cause civili e di dimezzare l’arretrato che ammonta a 5,2 milioni di pendenze.

Anche se si può essere d’accordo con tale prospettiva, crediamo che l’obiettivo sia difficilmente raggiungibile alla luce anche delle prime misure varate.
Senza voler entrare nello specifico, va chiarito che la riforma punta sostanzialmente sulla collaborazione degli avvocati, chiamati a fornire la loro attività in sostituzione del Giudice naturale previsto costituzionalmente. Ossia, invece di preoccuparsi di infoltire i ruoli della magistratura vacanti, di snellire le procedure esistenti (e questo sarebbe un obiettivo facile da realizzare immediatamente), il Governo decisamente è per una riforma in senso privatistico della giustizia ponendo a carico degli avvocati una serie di responsabilità per sollevare i Magistrati dalle loro specifiche competenze. Ne avevamo già avuto un assaggio con la recente riforma in materia di appello. Proseguendo su questa strada, per risolvere l’ingolfamento delle cause nel settore civile, il Governo cerca di mettere fuori la maggior parte del contenzioso dagli uffici giudiziari.

Agli avvocati infatti si chiede di fare gli arbitri sia nelle cause civili in primo grado che in quelle d’appello, quando vi sia l’accordo di entrambe le parti.
Ipotesi questa dell’accordo decisamente difficilmente realizzabile, senza tener conto del consistente aumento delle spese di giustizia, con buona grazia del libero accesso del cittadino alla giustizia.

Ancora, per le cause nuove il Governo punta, oltre che sulla mediazione obbligatoria d. lgs. n. 28/2010, sulla negoziazione assistita degli avvocati per il raggiungimento di un accordo prima che la lite venga portata davanti al Giudice, stimando di avere così 60.000 cause in meno all’anno.

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