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IL COVID NON MOLLA

Con la riapertura delle scuole e l’abbandono delle mascherine, come si poteva facilmente prevedere, il Covid sta risalendo la china e aumentano i ricoveri ospedalieri soprattutto dei più anziani. Qualche voce si leva, come quella del direttore dell’ASL di Imola, che non avrebbe eliminato l’utilizzo delle mascherine in alcuni contesti come sui mezzi pubblici. Il rischio è che se questa ondata dovesse incrociarsi con l’arrivo dell’influenza, ci sarebbe un rischio da non sottovalutare in quanto quest’anno, per i segnali che ci arrivano dall’estero, l’influenza potrebbe essere più aggressiva. C’è stato in questi mesi estivi un generale allentamento delle misure minime di salvaguardia per cui il ritorno all’uso della mascherina potrebbe essere una prima delle risorse da adottare non solo sui mezzi pubblici ma anche in tutti gli ambienti chiusi o sovraffollati come le scuole e nei supermercati perché “l’immunità non dura per sempre e dura molto meno quando il nostro sistema immunitario ha più difficoltà a funzionare“. “Le infezioni da coronavirus nell’ultima settimana sono cresciute del 58%. A inizio mese con questo ritmo i contagi saranno 80.000” come spiega l’epidemiologo Carlo La Vecchia dell’Università di Milano. Conferma il rischio il fisico Battiston il quale dichiara “ora è difficile sapere dove va la pandemia, è come un fiume che si riempie ma non sappiamo se traboccherà o no” tenendo presente anche che molti casi no vengono denunciati. Di fronte a questa situazione, in attesa di un governo che tarda a formarsi e ad un rialzo dei contagi, si naviga senza bussola e nella più totale improvvisazione. Al ministero sarebbe pronta una circolare dove si mette in guardia i rischi di un ritardo dell’epidemia ipotizzando una serie di misure da prendere se i casi cresceranno ancora. Ci sembra del tutto scorretto parlare di “un ritorno” in quanto il virus non è mai scomparso ma era solo meno aggressivo in presenza di una stagione estiva che ha abbassato di colpo i contagi. Sarebbe più corretto parlare di un virus endemico che ci accompagna per cui è importante non sottovalutarlo e dunque approntare specifiche risorse per evitare di farsi sorprendere dai picchi della diffusione.

Purtroppo, nel nostro paese si fa presto a dimenticare, e soprattutto sono i politici che non ci aiutano a ricordare che non si può giocare con la salute della gente, soprattutto quando l’esplosione di questo virus ha messo a dura prova l’efficienza del sistema sanitario. Il quale comincia ad essere solo un mito, ricordando che centinaia di sanitari hanno sacrificato la loro vita proprio per fornire un minimo di assistenza ai contagiati mentre i politici non facevano che palleggiarsi le responsabilità della carenza di un serio piano sanitario per affrontare un’emergenza del genere.

In questi anni di falsa solidarietà sociale ma dominata dal mito del massimo profitto si è provveduto solo a limitare i bilanci per la sanità pubblica, riducendo il numero degli addetti, ricorrendo al sistema aberrante della chiamata a gettone per coprire i vuoti in ospedale. Ma la salute non è un settore dove si può discutere di profitto, come se si trattasse una azienda, ed anche i partiti della defunta sinistra di governo hanno ormai sacrificato, per un pugno di voti, il lavoro di decenni occorsi per assicurare a tutti i cittadini una sanità pubblica che ci viene invidiata a livello europeo. Oggi non è un caso che il meglio della nostra classe medica decida di andare a lavorare all’estero mentre nel nostro paese la stessa Medicina di base comincia ad essere in sofferenza per mancanza di personale.

Ottobre 2022

IL COVID NON MOLLA

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