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LA TERRA DEI FUOCHI: UN CASO DI EMERGENZA NAZIONALE

La “Terra dei fuochi” è una vasta area della Campania che interessa le province di Napoli Nord e Caserta, tristemente nota per l’inquinamento causato dall’abbandono e dall’interramento illegale di rifiuti tossici e pericolosi. L’espressione la troviamo per la prima volta, in un rapporto del 2003, pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, che indicava come in questa parte della Campania il tasso di mortalità per tumori sia del 9% più alto che nel resto della regione. Chi abita in questa zona ha maggiore probabilità di morire a causa di tumori maligni (10% in più) o di malattie dell’apparato cardiocircolatorio (7% in più).

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In base alle indagini svolte, aziende italiane e straniere hanno stretto accordi segreti con la camorra per smaltire illegalmente rifiuti pericolosi ad un costo molto inferiore dello smaltimento legale. L’apertura di un inceneritore ad Acerra nel 2009 “ha aggiunto la beffa al danno per una comunità già contaminata“. In effetti, “La situazione generale – spiega Fabrizio Bianchi, ricercatore dell’Istituto di fisiologia clinica del CNR – resta preoccupante”, aggiungendo “che più si va avanti senza avviare un processo di decontaminazione e più si fanno sentire gli effetti negativi per la salute dei cittadini“.

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All’inizio di quest’anno la CEDU ha condannato l’Italia per la fallimentare gestione della Terra dei fuochi, riconoscendo che lo Stato era ben a conoscenza della situazione drammatica in cui vive una parte della popolazione campana. La Corte di Strasburgo ha riconosciuto che il governo non ha adempiuto al suo dovere di affrontare la crisi, nonostante fosse a conoscenza del pericolo da anni, e ha rilevato una violazione dell’art. 2 della Convenzione europea che garantisce il diritto alla vita.

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Il 30 luglio scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Legge “Terra dei fuochi” introducendo misure straordinarie per contrastare i reati ambientali e restituire legalità ai territori colpiti dai roghi, tutelando la salute pubblica e l’ambiente, destinando per il momento 15 milioni di euro al Commissario unico Vadalà per gli interventi di bonifica dei territori.

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La situazione nella Terra dei fuochi rimane drammatica: discariche abusive, incendi dolosi, smaltimenti illegali di rifiuti e suolo contaminato continuano a minacciare gravemente la salute delle comunità locali. Paradossalmente, sottolineano alcuni eurodeputati del Movimento 5 Stelle, i fondi per bonificare il territorio ci sono. Infatti il Fondo europeo di sviluppo regionale prevede investimenti per la decontaminazione – non solo per il ripristino dei siti industriali inquinati, ma anche delle discariche illegali. Il Programma regionale Campania 2021-2027 ha stanziato circa 35 milioni di euro per intervenire, ma l’Italia (come denuncia l’europarlamentare Danilo Della Valle) “non li ha mai utilizzati con serietà“, preferendo pagare sanzioni anziché salvare vite e territori.

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Italia che ha già pagato oltre 325 milioni di euro all’Unione Europea per non aver bonificato adeguatamente questo martoriato territorio. La cifra è stata confermata da un’interrogazione presentata dal M5S – e continua a salire al ritmo di 80 mila euro al giorno. Una conferma che questo governo non vuole investire seriamente nel risanamento ambientale, scegliendo di pagare le sanzioni: un vero e proprio governo che ha per bandiera gli sprechi, dimenticando le necessità basilari del vivere civile in un Paese come il nostro.

Lo conferma in un convegno tenutosi in Campania, cui hanno partecipato sia politici che tecnici, ma anche cittadini infuriati per il disinteresse dello Stato. Nel suo intervento uno dei partecipanti (che ha visto morire i suoi familiari) ha denunciato che il governo non ha presentato alcuna proposta concreta, e non basta certo la visita del Presidente del Consiglio per tranquillizzare la popolazione locale. “Le nostre radici“, ha aggiunto, “sono qui, perché dovremmo abbandonare una terra che ci appartiene? È chi ha inquinato che dovrebbe andarsene“. Come si legge nella sentenza emessa dalla CEDU, il nostro paese ha due anni per adottare un piano efficace contro l’inquinamento e rendere accessibili ai cittadini le informazioni sui rischi ambientali e sanitari. Ma se in quarant’anni tutti i governi che si sono succeduti non sono riusciti a fermare questo disastro, probabilmente passeranno ancora molti anni prima che sia decontaminata tutta la zona che comprende circa 3/4 della provincia di Caserta. “I dati che sono venuti fuori tra la fine del 2000 e l’inizio del 2021 da un’indagine sanitaria svolta sul territorio interessato al fenomeno sono scioccanti per la crudezza…emerge un territorio devastato da anni di emergenze e veleni con coefficienti altissimi di morti e malati“. Oggi pretendiamo da questo governo di dimostrare di avere effettivamente a cuore la salute di questi nostri cittadini, mettendo nel cassetto i sogni di qualche membro del governo. Lo esige anche l’Europa, in questi mesi così difficili, quando sembra che l’omertà e la convivenza con la criminalità organizzata voglia far perdere ogni traccia di umanità agonizzante sotto il demone del profitto.

Agosto 2025

Avv. Eugenio Oropallo

LA TERRA DEI FUOCHI UN CASO DI EMERGENZA NAZIONALE

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