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MOLDAVIA TRA DUE FUOCHI

I cittadini della Repubblica di Moldavia hanno votato lo scorso 20 ottobre a favore del referendum costituzionale per l’adesione all’UE. Il risultato del referendum, molto risicato, mostra tuttavia un paese diviso tra l’Occidente e la Russia.

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La Presidente in carica Maia Sandu ha denunciato che gruppi stranieri stiano tentando di minare il processo democratico della Moldavia, la quale ha dimostrato di volere un futuro europeo. Si tratta di un non velato riferimento alla vicina Federazione russa, che ha reagito con vigore alle accuse di coinvolgimento nelle elezioni tenutesi nello scorso ottobre accusando l’Occidente di “interferire apertamente in questo processo elettorale“.

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La Moldavia ha un ruolo di primo piano nel sostegno internazionale all’Ucraina. Pur essendo uno dei paesi più poveri d’Europa, subito dopo l’aggressione russa del 2022, ha accolto decine di migliaia di profughi ucraini – e oggi ne ospita anche di più. Inoltre, attraverso i suoi porti sul Danubio rende possibili le esportazioni del grano ucraino offrendo a Kiev un percorso commerciale alternativo alle rotte del Mar Nero, spesso rese impraticabili dai blocchi imposti da Mosca. Se la Moldavia cambiasse posizione, verrebbe anche compromessa la sicurezza del fianco orientale dell’UE. Gli europei sono perfettamente consapevoli della posta in gioco. Alla fine di agosto, il Presidente francese Macron, il Cancelliere tedesco Merz e il Primo Ministro polacco sono stati in Moldavia per ribadire il loro sostegno al paese.

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Lo scorso 22 ottobre si è tenuta la prima seduta del nuovo Parlamento moldavo. La Presidente Maia Sandu, confermata per altri quattro anni, ha designato l’uomo d’affari Alexandru Monteanu – americano d’origine moldava – come Primo Ministro incaricato, dopo il rifiuto dell’ex Presidente Vladimir Voronin (che avrebbe avuto il diritto di presiederla in qualità di membro più anziano), per cui la sessione è stata aperta dalla socialista Zinaida Greceanîi.

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L’obiettivo dell’attuale leadership è un’adesione entro il 2030, ma la prospettiva potrebbe essere diversa tenendo conto che la Transnistria (enclave separata dalla Moldavia) potrebbe ufficialmente chiedere di aderire alla Federazione russa.

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Transnistria, un paese fantasma

Oggi il governo di Transnistria e la sua economia dipendono dalla Russia, ma anche la Moldavia è dipendente dalla Russia per le forniture di gas, che arrivano dal centro di Tiraspol. Un’eventuale sospensione comporterebbe per la sicurezza energetica della Moldavia un grosso problema – anche perché l’80% dell’energia elettrica consumata da Chișinău è prodotta dalla centrale elettrica di Cuciurgan posta in Transnistria e di proprietà della compagnia statale russa RAO ESS.

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La presenza di Mosca, nel territorio, non si limita ai cittadini. Circa cinquemila soldati russi sono presenti a protezione della base militare del villaggio di Cobasna, dove sono immagazzinate le armi di epoca sovietica che potrebbero rivelarsi fondamentali in un eventuale allargamento del conflitto ucraino.

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Se il governo moldavo insiste per ricongiungere la Transnistria alla Moldavia non bisogna dimenticare che i legami con la Russia sono ancora molto forti, e nel paese i vecchi simboli dell’era sovietica sono ancora ben visibili, un modo per mostrare il desiderio di restare vicino alla Federazione russa e marcare le distanze dalla Repubblica di Moldavia.

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La NATO e l’operazione “Sentinella Orientale

Recentemente la NATO ha lanciato una nuova operazione militare, Sentinella Orientale per rafforzare la sicurezza del suo fianco-est, dopo la violazione dello spazio aereo polacco da parte dei droni russi. “L’area interessata dall’iniziativa è vastissima – ha dichiarato il Segretario della NATO – coprirà infatti l’intero fianco orientale dell’Alleanza, dall’estremo nord fino al Mar Nero e Mediterraneo“, coinvolgendo anche la Moldavia in un futuro conflitto militare con la Russia. Il Ministro degli Esteri della Federazione russa Lavrov ha denunciato che la NATO sta trasformando il paese, stretto tra Ucraina e Romania, in un avamposto strategico sul fianco orientale, modernizzando gli aeroporti, creando hub logistici e adattando le ferrovie all’eventuale rapido dispiegamento delle forze atlantiche ai confini con la Russia. Questa operazione militare costituisce un nuovo e più pericoloso fattore di rischio che ha bloccato anche il recente negoziato al quale hanno partecipato pure USA e Unione Europea, per cui è difficile che le trattative possano riprendere in breve tempo, lasciando ancora una volta sospeso il progetto di adesione all’UE.

Novembre 2025

Avv. Eugenio Oropallo

MOLDAVIA TRA DUE FUOCHI

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