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L’OLOCAUSTO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Il 4 novembre scorso si è celebrata la giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate istituita per commemorare la vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale contro l’Impero Austro-Ungarico, che permise all’Italia l’annessione di Trento e Trieste.

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Anche quest’anno, istituzioni e forze armate si sono preparate ad esaltare la guerra e il militarismo della Prima Guerra Mondiale: “un’inutile strage” il cui bilancio finale per l’Italia fu di oltre seicentocinquantamila soldati morti e più di un milione di feriti, dei quali molti con gravi mutilazioni. Cui vanno aggiunti più di seicentomila vittime civili a causa dei bombardamenti, occupazioni militari, carestie ed epidemie. La maggior parte delle vittime erano contadini analfabeti che furono prelevati in tutti gli angoli della penisola, esclusi dal diritto di voto e obbligati a farsi ammazzare o a uccidere nemici che non conoscevano da un governo che li considerava solo carne da cannone. Dunque, per essere più chiari, non ci fu quell’entusiasmo di cui parlano i libri di storia in quanto l’olocausto servì solo a far sedere l’Italia al tavolo delle grandi potenze.

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Lo sapeva bene il partito socialista italiano che inizialmente si dichiarò a favore delle neutralità in nome dell’internazionalismo e della pace – in contrasto con le posizioni di altri partiti socialisti europei che, all’inizio del conflitto, cedettero all’idea di sostenere la propria nazione in disaccordo con gli accordi presi a livello internazionale con gli altri partiti. Al momento dell’entrata in guerra dell’Italia, il gruppo parlamentare del PSI votò contro la concessione di pieni poteri e crediti di guerra al governo, aderendo alla formula (certo ambigua) del “né aderire né sabotare“.

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Il disastro di Caporetto

Di fronte al disastro di Caporetto, mentre la Sinistra Socialista inneggiava alla rivoluzione comunista in Russia, Turati e compagni preferirono toni apertamente sciovinisti. Turati e il gruppo parlamentare del partito assunse posizioni di “difesa della Patria invasa“, mentre la posizione di Lenin era quella di trasformare “la guerra imperialista in guerra civile“.

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La guerra non risolse i problemi dell’Italia, anzi, ne creò dei nuovi e favorì l’avvento del Fascismo. Anche l’Europa di allora si trovò davanti a conseguenze terribili, crisi economiche e sociali con l’affermarsi del Nazionalsocialismo militarista e razzista.

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Purtroppo oggi in tutto il mondo soffia un vento di guerra. I governi stanno reintroducendo il servizio militare obbligatorio per i giovani. L’ultimo in ordine di tempo è stato quello della Croazia, che segue la decisione già presa in Norvegia e Svezia le quali, in tutti questi anni, erano rimaste neutrali.

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Sulla scia della politica bellicista lanciata da Trump, l’Europa sta rafforzando il suo arsenale militare nella prospettiva di un nuovo disastro mondiale, sottraendo risorse che sarebbero vitali per il miglioramento del tenore di vita della popolazione mondiale e per risolvere i disastri ambientali che pesano sul nostro futuro.

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Il nostro compito, oggi, è di indicare ai giovani di battersi per un disarmo mondiale e di respingere il disegno di chi li vuole obbligare a prendere fucile e vestire la divisa militare.  In questi ultimi mesi centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per rivendicare la fine di tutte le guerre in linea con i nostri principi costituzionali, mentre il Presidente della Repubblica in Italia all’estero si sta battendo perché l’ONU intervenga per bloccare tutti i focolai di guerra. Solo l’Europa e Trump credono ancora di poter risolvere i contrasti tra i popoli ricorrendo alla forza bellica.

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Einstein è stato sempre un sostenitore della pace ritenendo che la guerra non risolverà i problemi dell’umanità. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, preoccupato per il destino dell’umanità dichiarò “Non so con quali armi si combatterà la terza guerra mondiale, ma so che la quarta si farà con pietre e bastoni“, facendo ritornare l’umanità all’età della pietra.

Novembre 2025

Avv. Eugenio Oropallo

L’OLOCAUSTO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

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