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L’IRA DI DONALD

Eletto Presidente a “furor di popolo“, Trump non ha perso tempo a rimettere in discussione l’assetto geopolitico mondiale.

Forte dell’appoggio dei Paesi confinanti con la Russia, ha richiesto a tutti i Paesi della NATO di rivedere i loro bilanci per destinare, nel giro di qualche anno, il 5% del PIL al dotarsi di un sistema militare per una sicurezza dell’intera Europa. Il nuovo segretario della NATO Mark Rutte, di fronte ai mugugni dei Paesi membri in un incontro col Ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha assicurato che la NATO non ha indicato alcuna scadenza per raggiungere i nuovi obiettivi di spesa – che saranno discussi al summit dell’alleanza atlantica in programma dal 24 al 25 giugno all’Aia.

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Il tema dell’aumento della spesa per la difesa è particolarmente delicato per l’Italia e altri Paesi NATO che, fino ad oggi, hanno faticato a raggiungere il 2% di spesa che era stato fissato nel 2014. “Noi abbiamo detto almeno dieci anni“, ha affermato Tajani, dicendosi convinto della possibilità di trovare un accordo prima del vertice dell’Aia, aggiungendo che “l’Italia può contare su un’industria della difesa di grande valore, come LEONARDO, e molte altre aziende grandi e piccole“.

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Il 18 giugno, il Parlamento europeo ha votato a favore della possibilità di usare i fondi PNRR per spese militari e i leader europei, proprio il 24 giugno, si incontreranno all’Aia per organizzare meglio la ripresa del riarmo deciso.

Contro questa prospettiva di riarmo si batte un coordinamento anti-riarmo su scala europea con un incontro internazionale previsto proprio per il 24 giugno in concomitanza del vertice della NATO. Sabato scorso vi è stata una manifestazione cui hanno aderito esponenti della sinistra spagnola con Pedro Sanchéz, il partito dell’estrema sinistra della tedesca Sahra Wagenknecht, la greca con Zoe Kostantoupulos, ex Presidente del Parlamento greco, così come Michael McNamara, promotore dell’intergruppo per la pace, come anche delegati della sinistra radicale cipriota. Alla manifestazione era presente pure il cardinale Pietro Parolin che ha espresso apprezzamento per la manifestazione “è bene che ci sia una mobilitazione per evitare la corsa al riarmo“, ha detto il Segretario di Stato vaticano.

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Conte, insieme agli altri esponenti della sinistra, ha chiesto all’esecutivo di farsi portavoce in sede europea della richiesta di sanzioni nei confronti del governo di Netanyahu per la sistematica violazione del diritto internazionale e umanitario tramite la sospensione dell’accordo di associazione sottoscritto da entrambe le parti, bloccando la vendita di armi a Israele.

 

Cavallo pazzo

Malgrado l’impegno assunto nei confronti dell’Iran, ma soprattutto nei confronti dell’opinione pubblica mondiale, e contro lo spirito della diplomazia mondiale nella notte di sabato scorso Trump ha rotto gli indugi e ha inviato i bombardieri capaci di distruggere la centrale nucleare costruita dall’Iran nella montagna. Mentre l’Europa continuava a restare alla finestra, Putin, in difesa del suo alleato storico, ha ripetutamente affermato che “l’Iran non vuole creare armi nucleari, né ci sono prove del contrario. L’Iran ha il diritto di utilizzare l’energia nucleare per scopi pacifici“. Anche Erdogan ha attaccato i vertici dello Stato ebraico: “hanno voluto sabotare i negoziati, sono dei banditi e un ostacolo alla pace“.

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Vedremo nei prossimi giorni come si evolverà questa situazione, ma il portavoce di Putin ha già dichiarato che è pronto a incontrarsi con Trump: la trattativa per una soluzione diplomatica potrà prendere tempi adeguati, certamente più settimane almeno. Mentre Israele continuerà a bombardare le famiglie che sono prigioniere della striscia di Gaza col rischio che la popolazione palestinese possa morire per fame o per mancanza di acqua potabile, come hanno denunciato sia alcune ONG ma anche il Segretario dell’ONU. Speriamo che con guizzo di buon senso si possa ancora ottenere un riequilibrio nel Medioriente – non sono sufficienti le parole ma fatti concreti. E ciò dipende sia dall’UE come dagli incontri fra tutti i protagonisti di questa ignobile operazione di genocidio di un intero popolo.

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Elio Pagani, Presidente di Abbasso alla guerra ODV scrive “siamo di fronte a un pericoloso scivolamento verso una guerra mondiale globale, e non più a pezzi, che rischia di terminare in un’apocalisse nucleare“. Le leadership politiche sono responsabili di quanto sta accadendo, e il tempo che ci rimane per invertire questa situazione è limitato. “L’Occidente sostiene la guerra, e l’Europa si fa complice del silenzio, ricordando che ‘il potere si difende con la menzogna, ma si regge sul silenzio’, come scriveva Ignazio Silone“.

Donald Trump vuole il Nobel per la Pace e il Pakistan lo candida per il 2026. E fa sul serio!

 

Giugno 2025

Avv. Eugenio Oropallo

L’IRA DI DONALD

 

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