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IN ITALIA SI VIVE DI PIÙ MA CRESCE ANCHE LA POVERTÀ

Un rapporto dell’ISTAT ripreso dal quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung descrive un quadro preoccupante per il costante calo demografico del Paese cui si somma l’alta percentuale di popolazione anziana e l’emigrazione dei giovani.

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Una volta – continua il quotidiano – l’Italia e i bambini erano un connubio indissolubile, ma non lo è più oggi, in quanto in Italia non si fanno più figli. Non è una novità, ma gli ultimi dati sono allarmanti“. Nel 1995 nascevano, in Italia, 526.000 bambini, mentre nel 2024 sono solo 370.000. Nello stesso tempo, la popolazione invecchia più lentamente, per cui l’aspettativa media è notevolmente aumentata, toccando nel 2024 quota 83,4 anni e cinque mesi in più rispetto al dato del 2023. In totale oggi vivono in Italia meno di 59 milioni di persone, ed entro il 2060 il numero potrebbe scendere a 37 milioni.

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Sempre meno giovani, dunque, e sempre più vecchi. È questo il problema demografico che minaccia la terza economia europea, mettendo a repentaglio il finanziamento della previdenza sociale e anche la crescita economica. Sempre secondo dati ISTAT le condizioni sociali sono peggiorate. Più di 13 milioni di italiani vivono in condizioni precarie. Tradotto in percentuale, il 23% degli italiani è povero o sulla soglia della povertà. L’Italia è l’unico Paese dell’UE dove gli stipendi non sono cresciuti ma diminuiti rispetto a qualche anno fa. Questa situazione si spiega col fatto che l’enorme debito pubblico impone allo Stato di pagare interessi elevati sul denaro preso in prestito, come pesa il basso livello d’istruzione di una burocrazia inefficiente con dipendenti pubblici e privati che non sono valorizzati e pagati male, stipendi medi di 1800 euro al mese, prospettive così poco attraenti per i giovani ricercatori universitari che lasciano il Paese.

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La coalizione di destra guidata da Giorgia Meloni, che ha messo la famiglia e le preoccupazioni della gente comune al centro del suo programma politico, fino ad ora non ha saputo risolvere questi problemi – anzi, li ha aggravati abolendo larga parte del reddito di cittadinanza.

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Se questo è il quadro generale, non dimentichiamo che il livello di corruzione della pubblica amministrazione è uno dei più alti in Europa, mentre continua a crescere il divario tra il Nord e il Sud con salari mediamente più bassi. Senza dimenticare la piaga del lavoro nero che gioca un ruolo decisivo sotto il profilo previdenziale sottraendo milioni di euro al fisco.

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Sprechi di Stato

Per finire, ricordiamo che il bilancio dello Stato viene gravato dagli sprechi di un sistema politico inefficiente ma che fa crescere la spesa pubblica. Basta ricordare il progetto del Ministro Salvini della costruzione del ponte sullo stretto di Messina (che ha ingoiato centinai di milioni di euro fino ad oggi), un progetto di difficile realizzazione in una zona critica sotto il profilo geologico.

Ma il buon Salvini insiste, ha messo da parte un fondo di ben 3.000.000.000 euro prelevandolo dal bilancio dello Stato per realizzare il suo sogno – senza tener conto che in Sicilia la desertificazione è diventato ormai un dato acquisito (mentre continua il furto da parte dei privati delle falde acquifere). Per finire, tanto per non dimenticare i demeriti della Presidente del Consiglio, in Albania sono state costruite strutture per alloggiare una parte dei migranti con una spesa (fino ad oggi) di 1.000.000.000 euro. Pur sapendo che il progetto è stato contestato perché contrario sia alla nostra legge che alla normativa dell’UE. Un fiume di denaro che poteva essere utilizzato per la Sanità pubblica e la Scuola che ne avrebbero beneficiato.

Maggio 2025

Avv. Eugenio Oropallo

IN ITALIA SI VIVE DI PIÙ MA CRESCE ANCHE LA POVERTÀ

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