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IL RIARMO DELL’EUROPA

Il piano ReArm Europe concepito dalla Commissione Europea prevede, per il momento, un primo importo di 800 miliardi di euro da destinare all’acquisto di armi da parte dei Paesi dell’UE. Esso tradisce i valori dell’Unione e servirà solo a far crescere il debito pubblico e ad alimentare una nuova guerra fredda con la Russia. Non sono poche le voci contrarie a questo progetto che non trova neppure l’unanimità dei membri del governo. E così, mentre Salvini lo boccia parlando di “follia“, per Crosetto è utile e necessario per fornire sicurezza all’Europa, mentre il gruppo M5S ha portato in piazza più di 100 mila persone per denunciare questa pazzia.

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Lucio Caracciolo commentando questo progetto sul quotidiano la Repubblica, parla, senza mezzi termini, di un’Unione Europea cerebralmente “defunta“, che non ha saputo articolare “nei tre anni di conflitto in Ucraina, uno straccio di proposta per far cessare questo inutile conflitto“.

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Tanti sconvolgimenti – commenta Caracciolo – nascono dalla decisione americana di promuovere un negoziato di pace fra Russia e Ucraina. Bisogna riconoscere a Trump il merito di averci riportato alla realtà per noi europei assai sgradita. Anzitutto serve la pace in Ucraina alle condizioni meno peggiori possibili, e con decenti garanzie di sicurezza per Kiev che, senza gli americani, non sarebbe attuabile“.

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All’ordine del giorno è la ricostruzione di un nuovo equilibrio europeo all’interno di un compromesso strategico fra Stati Uniti, Russia e Cina prima che scoppi una Terza Guerra Mondiale. Anche l’Italia si appresta, dunque, ad aumentare la spesa per la difesa portandola al 2% del PIL in linea con gli obiettivi della NATO. Attualmente l’Italia è tra i paesi che spendono meno nell’Alleanza, con l’1,57% del PIL. Tuttavia il Ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha precisato che Roma intende raggiungere l’obiettivo della NATO senza attivare la clausola di salvaguardia nazionale per sospendere il patto di stabilità e crescita dell’UE. “L’obiettivo è onorare i nostri impegni, mantenendo la responsabilità fiscale“, ha dichiarato Giorgetti durante il vertice informale ECOFIN tenuto a Varsavia.

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La guerra in Ucraina e l’annuncio del piano di riarmo dell’UE fanno crescere la domanda di armamenti, ma ci si chiede se è davvero la scelta giusta per la sicurezza del continente. Tra il 2020 e il 2024 i Paesi europei che fanno parte della NATO hanno più che raddoppiato le importazioni di armi rispetto al periodo 2015 – 2019. In particolare sono aumentate le importazioni dagli Stati Uniti, che sono passate dal 52 al 64%, mentre l’industria italiana lamenta i vincoli burocratici che frenano nuovi stabilimenti e ampliamenti.

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A criticare questo piano sono in molti. Anna Fasano, Presidente di Banca Etica, mette in guardia sui rischi legati al progetto dell’UE. “Se, da un lato, il piano ReArm consente una spesa di oltre 800 miliardi per rinvigorire la nostra capacità di difesa, dall’altra la strategia dell’UE è quella di accrescere la partecipazione dei cittadini convogliando i loro risparmi sugli investimenti militari. Un investimento che comporta incertezza e rischiosità, che vengono scaricati sui cittadini“.

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Il Vertice europeo del 6 marzo 2025“, scrive il quotidiano Die Tageszeitung, “passerà alla storia non come un grande successo, ma come un fiasco epocale. A sessantott’anni dal trattato di Roma che fu il primo passo per la riconciliazione dell’Europa, l’UE ha ripreso la corsa agli armamenti, tradendo così la sua missione storica. Invece di garantire ‘pace e solidarietà dall’Atlantico agli Urali’ (come auguravano il leader tedesco Konrad Adenauer e quello francese Charles de Gaulle), ha scelto una nuova parola d’ordine: riarmo“. L’UE non è mai stata armata e i trattati europei proibiscono a Bruxelles di spendere i soldi per le armi. Ma Von der Leyen li vuole scavalcare. Perché questo terribile tradimento che può mettere in discussione la stessa sopravvivenza dell’UE?

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Da otto anni sapevamo che il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump sarebbe stato un problema. La Russia fa la guerra in Ucraina e gli Stati Uniti vengono meno agli obblighi del Patto Atlantico, ma non lo scopriamo solo oggi“. La pace in Europa è sotto attacco ma i provvedimenti presi arrivano troppo tardi, e sono insufficienti. Perché ci si chiede, ancora una volta, l’UE non è intervenuta sul piano diplomatico per convincere Putin a chiudere questo conflitto?

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La guerra in Ucraina non può essere vinta, nemmeno accelerando la corsa europea al riarmo. A tre anni dal conflitto Bruxelles non ritiene di formulare un proprio piano di pace per l’Ucraina né discutere una nuova strategia per la sicurezza europea. Oggi gli europei non vogliono neppure parlare con la Russia, lasciando campo libero a Trump che continuerà a fare i suoi affari a spese dell’Ucraina e dell’Europa.

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La conclusione amara, conclude il giornale, “è che lo ‘storico vertice’ non ha risolto nessun problema, e ne ha creato due nuovi: un’enorme montagna di debiti e una guerra fredda con la Russia, che probabilmente continuerà anche se si arrivasse a una pace rapida e giusta in Ucraina. La corsa al riarmo è appena cominciata, e dove ci porterò è difficile prevederlo“.

Maggio 2025

Avv. Eugenio Oropallo

IL RIARMO DELL’EUROPA

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