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ORBÁN, AGO DELLA BILANCIA?

Nei mesi scorsi il partito popolare europeo ha sospeso il partito del premier ungherese Orbàn (la Fidesz ) per la sua politica contro l’immigrazione. Per Orbàn esiste il rischio di una rottura definitiva con il Ppe che, a suo avviso, sta andando sempre più a sinistra ma, sperando ancora in un rientro nel gruppo popolare, in ogni caso, ha deciso di non partecipare al raduno sovranista a Milano che si è tenuto il 18 maggio u.s. D’altronde, sia pure a parole, Orbàn non ha mai fatto segreto di non essere d’accordo con le scelte del vicepremier italiano Salvini, anche perché l’appoggio del leader sovranista significherebbe anche mettere in discussione la decisione di tenere chiuse le frontiere ungheresi agli immigrati. Le recenti elezioni europee hanno rafforzato la posizione del partito di governo guidato da Orbàn che potrebbe oggi avere da giocare un ruolo importante con i suoi parlamentari per la nomina del Presidente della Commissione. Non va dimenticato, però, che i dirigenti del Ppe si sono detti contrari alla eventualità di un’alleanza con i partiti sovranisti. A partire da Hans-Gert Pöttering, ex Presidente del Parlamento europeo, che ha mostrato un netto scetticismo rispetto a questa possibilità. Chiusura anche da parte di Manfred Weber il quale, anche di recente, ha affermato di non voler diventare Presidente della Commissione europea anche con i voti ungheresi. Malgrado la larga vittoria ottenuta in Ungheria, comunque, Orbàn non nasconde di ricomporre i contrasti con il Ppe poiché, diversamente, resterebbe isolato all’interno del Parlamento e comunque, un procedimento di infrazione operato dall’UE, potrebbe danneggiarlo anche sul piano interno. Sempre a maggio – per rompere  l’accerchiamento- il premier ungherese è stato ricevuto dal Presidente Trump negli USA. Un incontro fortemente voluto dal premier ungherese che, malgrado all’epoca si era dichiarato soddisfatto per la nomina di Trump, era stato tenuto lontano per le sue simpatie con la Russia e con la Cina. Ma oggi Trump, proseguendo nella sua attività di indebolire l’UE, cerca di farsi amici quei paesi che sono membri dell’UE, disposti a tenere una linea sovranista in contrasto con i vertici dell’Unione. Insomma, una pedina da spostare sulla sua scacchiera diplomatica. E’ anche per questo che l’Ue e il Ppe si tengono lontano da un’eventuale alleanza con il partito del sovranista Orbàn che, all’interno del suo paese, sta cercando di far approvare nuove leggi liberticide che sono in contrasto con i principi europei anche se si rende conto che non può fare a meno dell’appartenenza all’UE. Un punto sul quale l’UE potrà far sentire il suo peso, senza offrire ad Orbàn l’occasione per influenzare con i suoi voti la struttura istituzionale dell’Unione, anche in vista delle sfide che l’UE dovrà affrontare per contrastare sia l’egemonia USA che quella della Cina, sia per affrontare i problemi che si affacciano sulla scena mondiale a partire dalla concorrenza commerciale e a finire con quello della sicurezza militare e della gestione delle ricchezze naturali.

Giugno 2019

(Avv. E. Oropallo)

Orban, ago della bilancia

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